La copertina del primo volume di Black Letter anticipa la sua atmosfera sospesa tra cielo e terra: Rushi e l’angelo Pher fluttuano come specchi capovolti, avvolti da Lettere Nere e raggi di luce crepuscolare.

Questo dualismo visivo riflette il cuore narrativo: in un mondo dove gli angeli esistono e recano a ciascun mortale una lettera nera con la data esatta della loro dipartita, la storia si apre mostrando come la morte sia un disegno ordinato, affidato a messaggeri alati vestiti di nero. Rushi è un ragazzo comune che lavora in un’agenzia funebre (dette Agenzie di Spegnimento), cresciuto nel dubbio degli scopi divini; la sua vita serena viene scossa quando un angelo gli consegna la sua lettera del destino. Ciò innesca una riflessione sottile sul rapporto tra fato e volontà, in cui ogni Lettera Nera diventa simbolo del confine invisibile tra il terreno e il divino.

E in quel confine esiste una domanda che alimenta l’intera durata dell’opera: siamo davvero artefici del nostro destino?

PARADISO+INFERNO

Copertina del fumetto
Lettere da altrove – ©EdizioniBD

Il racconto si distende poi nell’incontro-scontro tra Rushi e Pher: l’angelo caduto, ossessionato dai propri punti in Paradiso, cerca di fermare l’“anomalia” meglio noto come Rushi. La scena clou della prima parte è il Festival, una notte magica in cui “gli anelli del Paradiso” appaiono nel cielo. Lì, mentre la città assiste estasiata al segno celeste, Pher sfida il suo destino spiccando il volo… finché un angelo guerriero, senza ali e armato di katana, interrompe il tentativo.

L’opera intreccia così eventi lontani tra loro con contrapposizioni nette: la quotidianità delle cerimonie di spegnimento e il soprannaturale improvviso, la ritualità silenziosa della morte e l’irruenza dell’ignoto. Questo “invisibile disegno” dei ricordi e dei segni, reso tangibile nelle sovrapposizioni di piani narrativi, evoca la sensazione di un mondo in cui ogni movimento terrestre riverbera in alto come un’eco nell’immenso cielo al tramonto.

E il tramonto, come per i noti Candy e Danny di “Paradiso+Inferno”, ha la forza di descrivere il tempo che passa, fino all’ultimo giorno degli umani sulla terra. Ma senza lettere, senza simboli, solo con bare spesse e qualche chiodo sopra.

IL COLORE VENUTO DAL CIELO

Tavola dal fumetto
Volo a planare – ©EdizioniBD

Le tavole di Black Letter sono disegnate in un tratto che armonizza scuro e chiaro con grande cura compositiva. Mogiko adotta il manga più stretto e culturalmente pregnante, con linee nette e onomatopee in giapponese: ogni suono è scolpito nel contorno delle vignette, conferendo alla lettura un ritmo quasi musicale.

Un po’ come quando un angelo messaggero solca l’aria con ali spiegate, spezzando la geometria rigida della metropoli sottostante. La griglia delle vignette si apre qui come ali di carta, seguendo il volo dell’angelo: la splash-page in alto ritrae la figura alata in dettaglio, mentre i riquadri inferiori mostrano la città di notte in prospettiva, con un cielo livido che fa da sfondo ai palazzi. Il contrasto cromatico, bianco e nero decisi e grigi sfumati, mette in risalto i tratti nitidi dei personaggi al centro di ogni quadro.

Le copertine a colori enfatizzano ancora di più il simbolismo visivo: il rosso intenso sul fondo evoca il sangue e l’urgenza del destino, mentre il giallo acceso del giubbotto di Rushi e il bianco delle ali di Pher creano un dialogo cromatico tra vita terrena e aspirazione celeste.

L’occhio è guidato dal titolo in nero e dall’ellenesco disegno delle lettere nere che circondano i protagonisti, suggerendo vortici del fato. In ogni pagina, l’autrice cura profondità di campo e dettagli dell’ambiente (come i lampioni, dettaglio che non dovrebbe sfuggirvi) con meticolosità quasi asciutta.

Un approccio che ricorda l’attenzione dei grandi del manga, mentre l’angelo al centro emerge quasi in rilievo, come sospeso tra realtà urbana e sogno mistico. Ed è proprio nell’ispirazione al dinamismo delle splash-page e nell’uso degli sfondi pieni di particolari: i cieli burrascosi, le geometrie cittadine, gli affollati paesaggi notturni, che notiamo quell’effetto visivo ipnotico degno della controparte nipponica.

INTORNO AL FUOCO

Scena dal fumetto
Il destino – ©EdizioniBD

La narrazione di Black Letter alterna momenti di silenzio contemplativo a scatti di tensione improvvisa. Le parole si fanno rarefatte quando Rushi medita sulla sua “lettera”, e diventano invece frammentarie e sovrapposte quando l’angelo gli appare di fronte, enfatizzando l’energia caotica del soprannaturale.

L’autrice usa spesso frammentazioni e pause, ad esempio i dialoghi di Pher si dilatano e si spezzano in sillabe ripetute, per stratificare il montaggio delle pagine come se fossero versi poetici spezzati. Questo ritmo sincopato evoca un battito emotivo: nei rari istanti di quiete notturna un lungo silenzio narrativo può dilungarsi, riflettendo l’attesa angosciosa di Rushi, mentre negli istanti di conflitto grafico il ritmo accelera e le vignette si sovrappongono in sequenze rapide, quasi audiovisive. Come un podcast sotto forma di nona arte.

La scrittura unisce realismo e misticismo con tono piano ma evocativo. Non mancano riflessioni filosofiche: per esempio, un monologo interiore osserva come “nessun umano oserebbe rivolgere la parola a un angelo”, sottolineando la soggezione tra il terreno e il celeste.

Altri frammenti di dialogo, pur brevi, sono carichi di pathos (come la scena della cerimonia di spegnimento vuota, carica di tristezza), dimostrando come anche poche battute siano usate per scandire l’emozione. L’equilibrio tra sequenze di azione, dialoghi essenziali e inserti riflessivi permette di modulare l’atmosfera: Mogiko sospende il lettore sul filo dell’attesa e al tempo stesso lo inchioda con immagini potenti, dimostrando come la narrazione grafica possa avere una funzione emotiva intensa, quasi metafisica.

LETTERE DA ALTROVE

Disegno del fumetto
Una lettera per te – ©EdizioniBD

Black Letter di Mogiko si presenta come un’opera intensa e originale, un vero “manga italiano” che si fa percepire come un poema visivo.

I legami tra i personaggi, dal giovane umano che sfida il proprio destino alla fatale dedizione degli angeli, e le loro contrapposte visioni della vita e della morte sono svelati attraverso una simbologia ricca e una regia grafica intelligente.

Il bianco e nero dei disegni, le esplosioni cromatiche delle copertine, il ritmo altalenante del racconto: tutto concorre a un’esperienza immersiva, capace di parlare direttamente all’immaginazione del lettore. Il mondo ritratto da Black Letter risuona così come un canto oscuro e lirico, in cui i silenzi fumettistici si intrecciano alle domande sull’anima, rendendo accessibile anche al pubblico più vasto un universo narrativo profondo e suggestivo. Come una litania oppure come se Orfeo cantasse, anticipando l’inverno piuttosto che la primavera.

Conclusioni

8.0 Immaginifico

Black Letter è un'opera che racchiude il dramma della caducità e la forza dell'epica, applicandola a un manga che sa ben nascondersi tra le pagine della controparte nipponica

PRO
  1. I dialoghi
  2. Disegni
  3. La cura dei dettagli
CONTRO
  1. Alcune scene rallentano il ritmo
  • Voto Screenworld 8
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