Molte persone, soprattutto negli Stati Uniti, sono cresciute leggendo o guardando la storia del Mago di Oz. Si ama Glinda, la Strega Buona del Nord che arriva in una bolla e di cui tutti/e ammirano la bontà; si ha paura della Strega Cattiva dell’Ovest, con quella pelle verde e quegli occhi furbi che mostrano al mondo la sua natura malvagia; si ha soggezione davanti al Mago di Oz, mago onnipotente (o così si crede fino alla fine) che costruisce la Città di Smeraldo, la Strada di Mattoni Gialli e tutto ciò che è buono a Oz. Paul Nathanson sostiene che questa storia sia diventata di proprietà culturale di quasi tutti e tutte le americane perché produce e riflette proprio la cultura statunitense.
Il romanzo originale (come il film basato su di esso) racconta la storia di Dorothy, un’innocente ragazza del Kansas, e del suo cane Toto, vittime di un tornado che li spazza via e li trasporta nella magica terra di Oz. Dorothy viaggia attraverso Oz alla ricerca del Mago, convinta che l’Incantatore detenga il potere necessario per farli tornare a casa, ma per raggiungerlo è costretta a superare una serie di sfide orchestrate dalla Strega Cattiva dell’Ovest. Con l’aiuto e la guida di Glinda, Dorothy riesce a sconfiggere il male della Strega Cattiva e a ritrovare la strada di casa.
La nascita di Elphaba
Il Mago di Oz utilizza i personaggi di Glinda, la Strega Cattiva dell’Ovest e il Mago per raccontare una storia sul bene e sul male, su chi viene definito/a come tale e sulle conseguenze di queste definizioni. Attraverso l’interazione con questi testi si imparano lezioni durature sul bene e sul male, così come sul potere e sulla leadership – specialmente in relazione alle donne e alla femminilità.
Un romanzo più recente, Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West (1996) di Gregory Maguire, usa l’opera originale di Baum per esplorare queste lezioni: tornando indietro nella storia a un’epoca precedente a Dorothy e al suo arrivo a Oz, l’autore ripresenta i personaggi iconici di quel mondo da una prospettiva completamente diversa. Questo testo gioca con le rappresentazioni del libro originale, dando alla Strega Cattiva dell’Ovest un nome (Elphaba), una storia e soprattutto un contesto su come sia diventata “Cattiva”.
Ding Dong! The Witch is Dead
Adattato dal musical omonimo, a sua volta ispirato al romanzo, il film Wicked affonda le radici nei temi dell’amicizia femminile e del potere di Elphaba, la malvagia Strega verde dell’Ovest. Non è un caso che Wicked risuoni particolarmente con le esperienze delle donne, soprattutto nere: a prima vista, i collegamenti tra Wicked, blackness e femminilità sembrano ovvi (la premessa della storia si concentra su una donna che viene giudicata per il colore della sua pelle), ma il mondo di Schwartz comunica una verità molto più profonda e sfumata.
Il numero di apertura che dà il via al film e ai suoi temi centrali, No One Mourns the Wicked, è la versione di Schwartz di Ding Dong! The Witch Is Dead del film originale: si crea un’immediata empatia per il personaggio di Elphaba, ma si dimostra anche che la celebrazione della sua presunta scomparsa è ironica e profondamente sinistra. Per coloro che hanno già visto Wicked il numero di apertura è agghiacciante, poiché inizia lo spettacolo alla fine della linea temporale, con una scena che cronologicamente si svolgerebbe dopo la risoluzione della trama.
Mentre la dolce voce di The Good Witch Glinda (Ariana Grande) contrasta le urla acute dell’ensemble, essa dichiara affermazioni morali come “la verità in cui tutti crediamo prima o poi / sopravviverà a una bugia” e “niente cresce per i/le cattivi/e, raccolgono solo ciò che hanno seminato”. Il pubblico non conosce ancora gli eventi che hanno avuto luogo per evocare queste riflessioni, ma alcune contraddizioni appaiono già evidenti.
The Wizard and I
Quando Elphaba entra nella prestigiosa Shiz University, si trova a rappresentare una minoranza: è l’unica persona verde. Sebbene le reazioni al colore della sua pelle siano drammatizzate ed esagerate, sono parallele alle esperienze di molte donne che si sono sentite eccessivamente osservate in diversi contesti. Nella canzone The Wizard and I, la preside della Shiz University, Madame Morrible, simbolizza le abilità magiche di Elphaba mentre le dice “se lavori come dovresti / farai bene”. Questo è dolorosamente simile all’istruzione che molte donne ricevono: l’unico modo per guadagnarsi l’amore e il rispetto è attraverso il duro lavoro perché esistere semplicemente non è abbastanza.
Mentre Elphaba riflette sull’idea di dover essere forte, crede che questo potere non verrà dai suoi talenti ma sarà il risultato di ciò che il Meraviglioso Mago di Oz potrebbe fare, fantasticando persino sul fatto che lui potrebbe “de-verdizzarla” per adattarla a ciò che (di buono) ha dentro. Elphaba sente un forte bisogno di appartenenza, ignara che Morrible e il Mago non hanno a cuore il suo interesse. Questa linea di pensiero porta anche a una discussione sulla delusione nei poteri e nei sistemi che un tempo si ritenevano essere affidabili.
Elphaba, che idolatra The Wizard, vede presto la sua impotenza e disperazione. Precedentemente avvertita dal mentore e professore Doctor Dillamond, una capra parlante, Elphaba scopre che The Wizard e altre figure autorevoli stanno complottando contro gli animali con l’obiettivo di privarli del loro diritto di parlare e insegnare, sfruttando la loro vulnerabilità per promuovere i propri avidi interessi. Una storia che molte donne e gli stessi animali, nel mondo reale, conoscono fin troppo bene.
Defyng Gravity
Questi eventi portano al famoso climax dello spettacolo, con la canzone Defying Gravity dove Elphaba si eleva letteralmente al di sopra di tutto. Dopo essere stata in disaccordo con Galinda sull’idea di accettare la situazione o resistervi, Elphaba realizza pienamente il suo valore anche se ciò significa perdere l’amore che meritava: un costo troppo alto, ma necessario. Il momento più potente dello spettacolo è elettrizzante e travolgente, poiché raffigura il desiderio di molte donne: essere noi stesse senza scuse, mentre sfidiamo il mondo a fermarci.
Wicked porta con sé una verità agrodolce: come proclama Elphaba quando canta “e se volo da sola / almeno volo libera”, il viaggio dell’autorealizzazione è difficile, solitario e stancante, ma ne vale la pena. Il secondo atto esplora questo sentimento mentre Elphaba, che ora è ampiamente odiata, viene demonizzata, braccata e opposta alla persona che più ama, la sua migliore amica. Elphaba non è mai stata malvagia: questa prospettiva rivela che i veri malvagi, quelli che “nessuno piange”, che sono “soli”, sono coloro che creano e sostengono il danno sistemico e istituzionale che si basa sull’oppressione delle minoranze.
Il musical
Prima di Wicked, lo spettacolo più degno di nota incentrato su due donne era Side Show – un’opera basata su due sorelle, Violet e Daisy Hilton, e sulla loro lotta per realizzare i loro sogni e trovare l’amore. La maggior parte degli spettacoli di Broadway seguiva la formula (sebbene ben camuffata) della “prima donna” e del “ruolo femminile secondario comico”; ma Side Show era un bio-musical poco conosciuto.
Wicked invece, all’epoca della sua uscita, era uno dei musical più costosi mai prodotti: creato da un team di star guidato da Stephen Schwartz, al suo ritorno a Broadway dopo decenni di assenza, finanziato in parte da uno studio cinematografico di Hollywood e basato su due dei più grandi colossi culturali della storia – Il mago di Oz e il riff letterario di Oz di Gregory Maguire, Wicked, che hanno praticamente creato un nuovo genere di narrazione (rivisitazione di un classico ben noto dal punto di vista del villain).
Concentrare il musical sull’amicizia tra Elphaba e Glinda non era scontato: entrambi i personaggi compaiono ovviamente nel romanzo (come coinquiline riluttanti al college), ma la storia è sicuramente di Elphaba. Glinda è in disparte o completamente assente per gran parte del racconto. Ma due cose sono accadute all’inizio del musical (e del film) che hanno messo in moto le ruote per una rifocalizzazione della storia: Schwartz ha portato a bordo Winnie Holzman come scrittrice del libro e ha voluto scrivere il ruolo di Glinda per Kristin Chenoweth, creando un perfetto abbinamento tra personaggio e interprete.
Il vero cuore di Wicked
La sfida principale per il team creativo è stata quella di ridurre il romanzo di Maguire a un musical conciso in due atti. Il romanzo Wicked va in molte direzioni, dalle complesse affiliazioni politiche sotterranee di Elphaba alla storia religiosa di Munchkinland, parlando dei diritti degli animali e di molto altro ancora, ma al tempo del musical apparve evidente che le interazioni tra Elphaba e Glinda fossero la linfa vitale dell’opera. Lo spettacolo sì è così concentrato sulla loro amicizia e su come queste due donne molto diverse si siano cambiate a vicenda “per sempre”.
I personaggi sono completamente divergenti e persino le attrici che hanno dato origine ai ruoli (Idina Menzel e Kristin Chenoweth) hanno affermato di essere diametralmente opposte in quasi ogni modo, dalle loro personalità al loro aspetto, persino nel modo in cui affrontavano il loro lavoro in sala prove. Quando uscì, Wicked divenne un fenomeno culturale, soprattutto tra le giovani donne – e, come la maggior parte delle cose che piacciono alle ragazze e alle donne, fu ridicolizzato.
Glinda
Glinda è bella, popolare e ricca. È affascinante, divertente, ambiziosa e in realtà piuttosto intelligente (più in senso politico che favolistico). La si incontra per la prima volta in una scena che ricorda Ding Dong the Witch is Dead in cui dice ai Munchkin che la Strega Cattiva dell’Ovest è appena morta. Quando i Munchkin la interrogano sulla sua relazione con la Strega, però, iniziamo a vedere delle crepe nella sua facciata: lei è padrona della sua amicizia con Elphaba (in un certo senso, anche se non del tutto) e l’intera storia che segue è il suo ricordo della relazione tra loro due.
Sin dal suo arrivo alla Shiz University, Glinda (o Galinda, a questo punto) è brava: cerca di essere gentile e inclusiva, ma al contempo ama l’adorazione ed è quanto mai determinata a far parte del seminario di stregoneria d’élite di Madame Morrible. Qui Glinda incontra Elphaba: sono come l’olio e l’acqua. Prima tenta di indebolirla, poi si prende cura di lei e inizia a rendersi conto di alcune delle sue mancanze. Per tutto il film Glinda segue le sue ambizioni fino a compromettere la sua morale, ma quando alla fine ottiene tutto ciò che pensa di volere si rende conto che la sua vita è stata costruita su fondamenta egoistiche e superficiali. Così fa ciò che pochi personaggi nel suo “ruolo” fanno: si propone di fare la cosa giusta, a qualunque costo.
Sul finale, Elphaba le canta: “E guardati, puoi fare tutto quello che io non sono riuscita a fare”. È un’affermazione secondo cui le sincere capacità di Glinda le danno la capacità di attuare un cambiamento in un modo in cui Elphaba non potrebbe. Glinda passa dall’essere superficialmente “buona” all’esserlo veramente.
Elphaba
Elphaba, al contrario, è volitiva, ferocemente intelligente e intensamente vulnerabile. La sua identità è stata costruita sull’essere “diversa”, indesiderata e non amata. Ciononostante è idealista, fantasiosa e gentile. Se fosse nata in Kansas con la pelle non verde, sarebbe stata Dorothy. L’arrivo di Elphaba alla Shiz è completamente opposto a quello di Glinda: non è amata, non è popolare e non cerca mai la ribalta, ma è costantemente fonte di attenzioni indesiderate (come dice lei, “Non creo scompiglio, sono una di loro”) e scopre rapidamente di essere potente in un modo che la rende speciale.
Mentre Madame Morrible blocca immediatamente i tentativi di Glinda di studiare stregoneria con lei, praticamente nell’istante in cui Madame Morrible incontra Elphaba, annuncia che non solo lei verrà ammessa al programma di stregoneria, ma che Morrible “non accetterà altri/e studenti”. Alla fine, a differenza di Glinda, la morale di Elphaba vince sul suo desiderio di amore e accettazione, venendo pubblicamente bollata come “malvagia” per aver fatto ciò che è giusto. Il viaggio di Elphaba è un viaggio di auto-accettazione: alla fine, la Strega abbraccia il suo potere e la sua unicità, aprendosi all’amore degli/lle altri/e, arrivando anche a comprendere e ad accettare i suoi difetti.
C’è una ragazza verde dentro tutte noi
Wicked non è un caso strumentale di scelta del genere femminile. Elphaba e Glinda non sono personaggi le cui storie sarebbero identiche se al loro posto ci fossero due ragazzi. Essere donne è fondamentale nei loro percorsi, viaggi ed esperienze. Il modo in cui Elphaba e Glinda appaiono fisicamente e si muovono nel mondo è centrale per i loro archi narrativi e le loro battaglie personali. L’aspetto di Glinda è così importante per lei perché, come per la maggior parte delle donne, è spesso la nostra unica valuta in un mondo patriarcale. Allo stesso modo, l’alterità di Elphaba è legata al suo aspetto. C’era una frase che circolava dopo l’apertura di Wicked musical: “C’è una ragazza verde dentro tutte noi”.
Le sfide che i personaggi devono superare sono principalmente psicologiche. Il modo in cui Glinda indebolisce Elphaba quando tutti/e gli/le studenti/esse vanno a una festa all’Ozdust Ballroom è qualcosa che la maggior parte delle donne riconoscerà a livello personale. Probabilmente per la prima volta nella vita di Elphaba, una donna in una posizione di potere la tratta con gentilezza, le offre una mano e l’aiuta a essere accettata, a farsi strada nel mondo della “femminilità” – un mondo che ha completamente escluso Elphaba per tutta la vita.
La protagonista, infatti, è così toccata dal gesto di Glinda che mette a repentaglio il suo futuro e i suoi sogni. Quando poi si presenta alla sala da ballo di Ozdust indossando orgogliosamente il cappello, probabilmente il suo primo tentativo di far parte del gruppo perché crede che ora sarà la benvenuta, viene immediatamente ridicolizzata da tutti/e i/le presenti.
Nessarose, Madame Morrible e Dorothy
Elphaba e Glinda non sono però gli unici personaggi femminili nella storia. Sebbene sia un personaggio secondario, la sorella di Elphaba, Nessarose, offre una terza prospettiva: Nessarose è bellissima e gentile, la sua famiglia la ama e la sta preparando a diventare la prossima leader di Munchkinland (usurpando la posizione della sorella nella linea di successione), ma il destino l’ha costretta su una carrozzina. Non è emarginata come la sorella (non ha la pelle verde), ma sente di non poter mai appartenere al mondo di Glinda. Nessarose ha un arco opposto a quello di Glinda ed Elphaba: passa dall’essere una persona dolce a qualcuna disposta a piegare qualsiasi codice morale per ottenere ciò che vuole.
Poi c’è Madame Morrible, la persona più potente di Oz: è lei a tirare le fila e a controllare tutti gli eventi, è l’unica che conosce la verità sul Mago ed è il ponte tra politica e magia nel mondo di Oz. Apparentemente una mentore femminile positiva per Elphaba, è in definitiva una – se non la – villain e usa il suo potere per far cadere Elphaba e manipolare emotivamente Glinda. A queste si aggiunge l’ombra di Dorothy, con la visione di questa storia che aggiunge maggior complessità al suo personaggio, sapendo come persone e forze esterne alla sua conoscenza stiano manipolando lei e gli eventi che vive.
In questo mondo, Dorothy è una spettatrice innocente, una bambina usata come pedina nelle macchinazioni politiche di Oz. Dorothy è un personaggio così importante nella nostra coscienza collettiva che, sebbene appaia letteralmente solo come un’ombra nel musical e le si rivolgano solo i personaggi principali, funziona quasi come una terza protagonista.
Non è facile essere Verde
La rappresentazione è importante, non solo per chi ha bisogno che le proprie storie a lungo escluse vengano raccontate, ma per chiunque. Non bisogna in alcun modo sottovalutare un fenomeno sovversivo come Wicked. Lo è stato per decenni e continua a esserlo: un’opera senza tempo che insegna l’importanza di guardarsi dentro per riflettersi in chi è diverso da noi.
Creare testi che sfidino queste ipotesi e presentino modelli alternativi potrebbe consentire al pubblico (e in particolare alle giovani donne) di considerare diversi percorsi, diversi modi di usare e rimuovere il potere. Una strada più consapevole per abbracciare diversi modi di essere nel mondo.
E voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con le nostre riflessioni?
Se volete commentare a caldo questo articolo insieme alla redazione e agli altri lettori, unitevi al nostro nuovissimo gruppo Telegram ScreenWorld Assemble! dove troverete una community di persone con interessi proprio come i vostri e con cui scambiare riflessioni su tutti i contenuti originali di ScreenWorld ma anche sulle ultime novità riguardanti cinema, serie, libri, fumetti, giochi e molto altro!