Spy x Family CODE: White, la recensione del film

Sulla scia del grande successo di Spy x Family, anime tratto dal manga omonimo di Tatsuya Endo, arriva finalmente anche nelle nostre sale il lungometraggio Spy x Family CODE: White dopo l’uscita nei cinema giapponesi a dicembre – dettaglio che giustifica anche l’ambientazione invernale. Pensato come prodotto originale, quindi slegato dalla trama principale della serie, il film riesce a condensare al meglio lo spirito della serie tra picchi di comicità e tanta azione.

Una pausa dall’Operation Strix

Chi segue Spy x Family lo sa: lui è una spia mentre lei è un’assassina. Loid e Yor sono sposati per convenienza e nascondono l’uno all’altra la propria reale identità. Solo Anya, la loro figlia adottiva con poteri telepatici, conosce il segreto dei propri genitori. Durante una vacanza di famiglia in una località di montagna Loid cerca di portare avanti il suo obiettivo principale, l’Operation Strix, che gli permetterebbe di scongiurare una guerra tra Westalis e Ostania. Tutto va a rotoli quando, per errore, Anya viene coinvolta nella rete di spionaggio scatenando una serie di eventi che potrebbero mettere a rischio la pace nel mondo… nonché l’equilibrio della famiglia Forger.

Crediamo che sia sempre giusto chiamare le cose con il proprio nome, talvolta anche sfatando quell’aura di pregiudizio che determinati concetti portano con sé. Quindi lo diciamo subito, Spy x Family CODE: White è un filler ma ciò non vuol dire che non sia un bel prodotto, anzi. Il film anime non solo funziona ma risulta godibilissimo sia da coloro che amano e seguono la serie, sia da chi invece non ha familiarità con i personaggi; il tutto senza essere ridondante ma trovando un bellissimo equilibrio tra comicità, dramma e azione: vera cifra dell’opera di Endo che, con Spy x Family è riuscito a rivoluzionare il genere della spy story ibridando vari elementi di generi diversi.

Chi conosce Loid, Yor e Anya ritroverà nel film tutti quegli elementi che rendono la serie anime e manga così amata, mentre per tutti gli altri Spy x Family CODE: White può rappresentare un buon punto di partenza per approcciare la saga canonica. Trattandosi infatti di un filler le vicende del film sono del tutto sconnesse dalla serie originale, a cui però non mancano riferimenti. Ne deriva una bella deviazione di percorso dall’Operaton Strix capace di vivere di vita propria grazie alla sceneggiatura originale di Ichirō Ōkouchi che valorizza al massimo i personaggi di Endo.

Azione, comicità e sperimentazione

I personaggi sono infatti il cuore di una storia che, nella sua semplicità – una vacanza che si tramuta in un’avventura, riesce a mettere in scena la complessità delle relazioni umane attraverso le dinamiche di una chosen family sui generis. Non dimentichiamo infatti che lo sfondo di Spy x Family è quello di un mondo in guerra in cui la violenza è all’ordine del giorno ma in cui è necessario sperare ancora in un domani.

Qualcosa che emerge bene dalla caratterizzazione dei personaggi i cui elementi distintivi vengono potenziati rispetto all’anime conferendo al film anche una certa originalità. Per esempio la goffaggine delle interazioni tra Loid e Yor, marito e moglie per finta ma tra cui c’è ovviamente del tenero, regala agli spettatori divertenti siparietti, anche se in fatto di comicità la protagonista assoluta è Anya che conquista il pubblico con le sue freddure e il suo “problema” con il bagno. Qualcosa che ha permesso agli animatori di sperimentare e di creare una sequenza animata tra l’onirico e l’assurdo che vi farà saltare dalla sedia. Un aspetto, quello della comicità, che si controbilancia all’azione, altro tratto distintivo della serie, ma che nel film risulta per certi versi più marcato e che dà a Spy x Family CODE: White la possibilità di essere una bella avventura: che uno sia fan dell’opera originale o meno. Ma una cosa ve la possiamo dire, se non avete mai guardato o letto Spy x Family dopo aver visto il film vi verrà voglia.