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    Home » Cinema » Ultime recensioni cinema » Non così vicino, recensione del film con protagonista Tom Hanks

    Non così vicino, recensione del film con protagonista Tom Hanks

    La recensione di Non così vicino, una commedia dai toni cinici costruita sopra la figura dello scorbutico Otto, interpretato dal Tom Hanks.
    Alessio ZuccariDi Alessio Zuccari16 Febbraio 20234 min lettura
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    non così vicino cover
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    Adattato a partire dall’omonimo romanzo già portato sullo schermo nel 2015 (Mr. Ove, di Hannes Holme), vedremo nella recensione di Non così vicino come questo film sia una commedia dai toni crepuscolari che si disvela uno strato alla volta. Con protagonista Tom Hanks, il volto buono di Hollywood, è un racconto dalle tinte fredde e ciniche di un uomo che deve riscoprire il colore della vita in una quotidianità sempre più grigia e incomprensibile.

    Non così vicino

    Genere: Commedia, drammatico
    Durata: 126 minuti
    Uscita: 16 febbraio 2023 (Cinema)

    Regia: Marc Forster
    Cast: Tom Hanks, Mariana Treviño, Rachel Keller, Manuel Garcia-Rulfo

    La trama: un irresistibile “abuelo” scontroso

    non così vicino, una scena

    Otto è il classico vicino di casa antipatico e scostante. Si alza presto la mattina, spala il vialetto dal ghiaccio formando perfette linee geometriche, si assicura durante la sua solita ronda che nessuno abbia parcheggiato fuori dal suo posto lungo la stradina che forma l’invalicabile regno su cui legifera con pugno di ferro. Eppure, nonostante questo suo inafferrabile caratteraccio, i vicini sembrano per lo più volergli bene. Chissà, un tempo forse era diverso.

    Gli si affezionano immediatamente anche i nuovi vicini di casa, una coppia di giovani genitori (Mariana Treviño e Manuel Garcia-Rulfo) esuberante e un po’ imbranata con due bambine piccole. Gli chiedono aiuto per questo e per quello e gli portano del cibo per ringraziarlo, costringendolo di volta in volta a rimandare (non con poca ironia) l’appuntamento con un esito che Otto pare aver preparato da tempo nella sua casa immobile, rimasta a mausoleo di una vita che da qualche tempo non c’è più. Ma forse nella riscoperta delle piccole routine, di una causa comune e di qualcuno che gli dica le cose come stanno si cela un rinnovato impulso di vita.

    Sulle spalle di un uomo buono

    non così vicino, una scena

    Chiaro è che Non così vicino sia un film costruito sulle spalle di Tom Hanks. Rimane ben in vista la matrice scandinava dell’opera originaria, dai toni cinici dove la commedia si mescola col dramma nel punto di congiunzione che appunto è Otto, personaggio dallo humor talvolta tanto nero da fare il giro. Una seconda prova nei panni di un uomo respingente nell’arco di un anno – la prima era il mefistofelico Colonnello di Elvis, ma stavolta il muro è solo un’apparenza da prendere a picconate, un velo da squarciare per riportare alla luce l’anima di una persona che ha perso fiducia dopo l’improvvisa assenza di un baricentro fondamentale.

    Fiducia nelle sue fondamentali fissazioni, fiducia in una società ai suoi occhi destinata al declino (l’azienda immobiliare contro cui si scontra si chiama Dye&America, che Otto storpia in DyingAmerica), fiducia in un mondo che ora opera in una maniera a lui del tutto sconosciuta (l’utilizzo improprio, ma poi bilanciato, del social network, l’occulta e aggressiva profilazione delle aziende a danno di clienti da indirizzare e influenzare).

    Contro la difesa del cortile

    non così vicino, una scena

    Allora ecco che la chiave di volta per superare l’ingrigimento di un passato che sta fossilizzando il presente sta nell’affidarsi un poco all’anarchia di questo nuovo mondo che irrompe nel cortile della propria casa e che per una volta non va respinto, espulso via. E forse in questa cosa qui c’è lo spunto più interessante di questo adattamento diretto da Marc Forster e sceneggiato da David Magee: un impulso che declinato in questi termini si fa anti-americano, che allontana la retorica ideologica statunitense per eccellenza della difesa a ogni costo della casa al di fuori della quale tutto è frontiera.

    E se l’America is dying (vecchia e scontrosa?) Non così vicino sembra dirci che magari è il momento buono per smettere di pungolare tutto il pungolabile e abbandonarsi al flusso – di persone, di idee, di progresso – in mezzo al quale qualcosa di buono c’è, compresa la forza per esalare ancora qualche respiro. Certo, il film racconta questo segno dei tempi con un minutaggio che appesantisce un poco e con un’amalgama che non sempre concilia al meglio la doppia anima, ma ci si può accontentare al di là di alcune goffaggini.

    La recensione in breve

    6.5 Crepuscolare

    Una commedia crepuscolare dai toni cinici dove lo humor e il dramma si mescolano nella figura scorbutica del protagonista Otto, interpretato da un Tom Hanks su cui il film è calato di misura sopra le spalle.

    • Voto ScreenWorld 6.5
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