Caro Woody,
è inutile che provi a ripetercelo in quasi ogni tuo film, cercando di convincerci che sì, il caos governa il mondo e le azioni delle persone, che i sentimenti non si possono programmare e comandare, che si tratta solo di colpi di fortuna. Come facciamo a crederti davvero quando alla soglia dei novant’anni e dopo una serie di film che quasi tutti considerano minori, lontani dai tuoi capolavori di trent’anni fa (anche se non sono mancate le perle da vero cineasta), ci presenti la tua opera numero cinquanta, con questa lucidità di scrittura, questa solidità narrativa, questa coerenza poetica?
Nonostante il titolo che hai scelto, non possiamo proprio pensare che questo sia un colpo di fortuna. Perché per aver scritto in questo modo l’ennesimo capitolo della tua lunga comedie humaine devi avere davvero le idee chiare, lucide, ben lontane dalla pensione che – diciamolo, un po’ a torto – ti stanno costringendo a vivere anticipatamente. Questo film lo dimostra: non vuoi proprio smettere. E noi dal canto nostro non possiamo davvero immaginare un mondo senza il nostro appuntamento regolare con una tua nuova storia.
Per questo motivo una recensione di Coup de Chance, presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia 2023, la trasformiamo in una lettera. Perché ormai sei di casa. Uno di famiglia.
Durata: 96 minuti
Uscita: 4 settembre 2023 (Festival di Venezia)
Cast: Lou de Laâge, Niels Schneider, Melvil Poupaud
Cupido col fucile
Recitato completamente in francese, Coup de Chance è ambientato a Parigi, dove la giovane Fanny, sposata con un ricco uomo d’affari di nome Jean, incontra un giorno per caso un ex compagno di liceo di nome Alain. I due non si vedono da allora, ma scatta qualcosa. Un’infatuazione non prevista che stravolge le vite dei protagonisti. Ma presto Jean scoprirà del tradimento della moglie e deciderà di risolvere la questione in maniera definitiva per salvare il proprio matrimonio.
Ah Woody, chi se lo poteva aspettare che stavolta avresti unito i tuoi due generi prediletti: la commedia e il thriller, il dramma all’umorismo cinico che non ti ha mai abbandonato? E chi poteva aspettarsi di trovarsi di fronte a un film tra i più ispirati della tua tarda carriera? Certo, nulla di troppo originale e sconvolgente, ma chi mai poteva pretendere di più? No, non lo diciamo per affetto nei tuoi confronti, quell’affetto particolare che solitamente, mentre ripensiamo a un film che abbiamo visto, ci fa passare sopra ai vari difetti, con un occhio chiuso e il naso tappato. Tutt’altro. In un film in cui Cupido spara col fucile, più volte, per far innamorare e proteggere una relazione dai pericoli esterni, ci sentiamo colpiti anche noi. Un proiettile arrivato dritto al nostro cuore per un film che fa stare bene, durante e dopo la visione.
Bellezza sullo schermo
Ammettiamolo, caro Woody: da quando Vittorio Storaro collabora con te come autore della fotografia sei rinato. I tuoi film hanno ritrovato quella vitalità che negli ultimi anni sembrava mancare. Sono opere dove il colore dipinge lo schermo come una tela, dove le tonalità di giallo e blu hanno un valore emotivo, con la macchina da presa che, più mobile rispetto al passato, coinvolge il nostro sguardo rendendoci partecipanti attivi del racconto.
Sul cast già lo sai. Come sempre scegli attori giusti, perfetti per la parte che devono interpretare. Dai loro una certa libertà che sa come valorizzare i tuoi dialoghi, reali nella loro finzione, sinceri e schietti. Ed è così che guardando Niels Schneider, nel ruolo di quel giovane scrittore innamorato e un po’ impacciato, così legato ai libri e alle poesie, motore del film stesso, rivediamo un po’ la tua giovane presenza sullo schermo. Melvil Poupaud, invece, risulta un marito geloso e un po’ infantile credibilissimo, capace di mutare man mano che il film procede e si svela. Poi c’è lei, la protagonista Lou de Laâge, una giovane donna che risplende sul grande schermo, per naturalezza e bellezza (non hai ancora perso quel tocco personale che valorizza l’universo femminile, eh?). Quanto ci mancava un film capace di elevare simili talenti, con questo tatto?
Centrare il bersaglio
Che poi, diciamoci la verità, c’è un qui pro quo che va avanti da anni nei tuoi riguardi: quello di essere un autore comico e che ogni tuo film debba farci ridere. Beh, anche se in questo Coup de Chance si ride parecchio, sappiamo bene che la comicità non è la causa delle tue storie, ma una conseguenza. Si ride perché in quel tuo cinismo di fondo, in quell’assurdità che cerchi di tradurre in parole, si trova tutta l’essenza della vita. Quei temi universali (e a volte un po’ inspiegabili attraverso la logica) che riguardano un po’ tutti e che, pur nelle loro esagerazioni e senza il sarcasmo che metti in bocca ai personaggi dei tuoi film, ci portiamo appresso quotidianamente.
Per questo motivo non possiamo che applaudire (come abbiamo fatto durante la proiezione a Venezia 80) quando il grottesco entra prepotentemente nei risvolti della trama. Perché, a ben vedere, appare così coerente con quel caos della vita, soprattutto sentimentale, da risultare attendibile.
Sono ormai cinquanta film e chissà se ce ne sarà un altro. Questo lo deciderà il caso. Ma poi, poco importa a dire il vero. Le idee non ti mancheranno, certo. D’altronde come potrebbero mancare? La vita, nella sua confusione, offre continui spunti per dare inizio a una nuova bella storia. È questo che ti interessa davvero, no? E questo cinquantesimo film è così rassicurante in quello che dice e lascia una così bella sensazione, una volta usciti dalla sala, nella sua semplicità, che, al di là di quello che ne pensi tu (che sei sempre stato molto severo sulla tua carriera), dubitiamo davvero, a questo punto, che sia un ottimo film solo per un colpo di fortuna. Ma sai che c’è? Forse hai ragione tu. Godiamocelo. Non pensiamoci troppo.
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La recensione in breve
Al cinquantesimo film, Woody Allen si conferma un autore lucido e coerentissimo con la propria poetica. Coup de Chance è una commedia venata di thriller che compone un altro capitolo della commedia umana di Allen, con una storia ispirata, un gusto nella messa in scena pulsante e interpretazioni centrate, tra cui spicca quella di Lou de Laâge.
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Voto ScreenWorld