Giovedì 6 aprile arriva nelle sale italiane con la distribuzione di Warner Bros. Pictures il nuovo film diretto e interpretato dal premio Oscar Ben Affleck. Stiamo parlando di Air – La storia del grande salto, elettrizzante resoconto della nascita di una delle calzature più influenti nell’immaginario collettivo moderno: la Air Jordan , realizzata alla fine degli anni ’80 su misura per il giocatore di basket Michael Jordan, che da lì a poco sarebbe diventato un campione senza pari nella sua disciplina sportiva.
Nella nostra recensione di Air – La storia del grande salto, ci soffermeremo su quanto la visione registica di Ben Affleck sia riuscita a riportare sul grande schermo un retroscena a molti inedito rinunciando alla ruffianeria e alla spicciola celebrazione senza però perdere un solo grammo dell’adrenalina che contraddistingue la storia dietro alla creazione di questa calzatura-capolavoro. Scopriamo insieme come.
Air – La storia del grande salto
Genere: Drammatico, Biografico
Durata: 112 minuti
Uscita: 06 aprile 2023 (Cinema)
Cast: Matt Damon, Ben Affleck, Viola Davis, Chris Messina, Jason Bateman, Chris Tucker
La trama: nel mezzo del cammin degli anni ’80
Sonny Vaccaro (Matt Damon), organizzatore di tornei di pallacanestro di provincia e personaggio apparentemente senza arte né parte, viene assunto negli anni ’70 dalla Nike per convincere giocatori e allenatori a diventare rappresentanti del giovane marchio sportivo. Durante il suo periodo lavorativo nella grande azienda, Vaccaro sarà l’unica persona in grado di convincere un giovanissimo Michael Jordan a firmare per la Nike, cambiando per sempre la storia dello sport, del marketing e dell’abbigliamento sportivo.
Air – La storia del grande salto è il nuovo film diretto da Ben Affleck, che torna felicemente dietro la macchina da presa dopo l’insuccesso commerciale e di critica di La legge della notte, stavolta per raccontare con piglio dinamico e leggerissimo la storia dietro alla creazione della Air Jordan, modello di scarpa da ginnastica che a metà degli anni ’80 ha dato gloria e successo straordinario al campione di basket Michael Jordan, rivoluzionando allo stesso tempo il destino della Nike. Un successo che stavolta non si concentra sulla figura del campione di basket amato da tutti, ma su coloro che all’interno dell’azienda americana hanno dato il tutto per tutto per dare vita a qualcosa di unico e senza precedenti.
Air è un talky movie della miglior specie
Un azzardo, quello messo in atto dal Sonny Vaccaro interpretato da Matt Damon, che Affleck regista incornicia nella sua teca più appropriata: quella che racconta Air – La storia del grande salto appartiene difatti non soltanto all’immaginario collettivo della storia dello sport e della moda, ma alle icone maggiori che hanno reso gli anni ’80 il decennio più nostalgico e innovativo di sempre. Non è quindi un caso che l’introduzione al lungometraggio, sulle irresistibili note di “Money for Nothing” dei Dire Straits, sia un compendio dei momenti e delle iconografie più celebri del decennio dorato, le stesse a cui sembra appartenere la creazione della calzatura Air Jordan, figlia dell’azzardata intuizione di un sanguigno dipendente della Nike. Che a metà degli anni 80′, a differenza di Adidas e Converse, non se la passava esattamente bene nel mercato sportivo.
Air- La storia del grande salto, oltre ad avvalersi di una frizzante allure da omaggio sfegatato al decennio nostalgico in cui si svolgono le vicende, è anche e soprattutto un talky movie di rispetto. Grazie a un’acuta sceneggiatura originale affidata ad Alex Convery, la pellicola diretta da Ben Affleck trova l’elemento di maggiore dinamicità e intrattenimento nella scrittura dei dialoghi tra i vari personaggi, quasi a voler omaggiare un certo tipo di cinema (e televisione di prim’ordine) che fa capo alle preziose lezioni impartite dal miglior Aaron Sorkin.
L’azzardo che ha cambiato per sempre il marketing sportivo
“Ricordati sempre questo: verrai ricordato soltanto se infrangi le regole!” Un’affermazione, quella di Sonny nel corso del film, che si sposa alla perfezione con l’intento ultimo di questo adrenalinico film diretto da Affleck: porre l’attenzione dello spettatore meno smaliziato sugli artefici non celebrati dietro all’intuizione di proporre al giovane Michael Jordan di stipulare un accordo di esclusiva con la Nike: un accordo che, negli anni successivi, non soltanto cambiò per sempre il fato del futuro campione di basket americano, ma anche le sorti della divisione sport della Nike, detentrice di un’inaspettata gallina dalle uova d’oro con gli illimitati proventi della vendita globale delle Air Jordan.
Storia di una rivoluzione di costume mai fin troppo celebrata e che Ben Affleck onora con un lungometraggio chirurgico e praticamente irresistibile; non solo merito del solido script di Convery ma anche di un cast affiatatissimo e al massimo delle proprie capacità. E quindi, non solo l’ottimo Matt Damon nei panni dell’irreprensibile Sonny Vaccaro, ma lo stesso Affleck, Jason Bateman, Chris Tucker, Chris Messina ed un’intensa Viola Davis nel ruolo di Deloris Jordan, madre e manager “non ufficiale” del giovane campione dell’NBA. Valori aggiunti ad una pellicola “tratta da una storia vera” semplicemente perfetta.
Una scarpa entrata nell’immaginario collettivo
“Una scarpa è solo una scarpa fino a quando qualcuno non la indossa.” Questo è il mantra che a più riprese viene citato nel corso di Air – La storia del grande salto, affermazione che contiene in sé il cuore pulsante di tutto il progetto cinematografico diretto da Ben Affleck e scritto da Alex Convery: conferire alla calzatura-capolavoro della metà degli anni ’80 l’aura di oggetto-rivoluzione; non solo nuovo modello di calzatura sportiva realizzato tutto attorno al fisico atletico e alla personalità di Michael Jordan, ma vero e proprio fenomeno di costume collettivo che da lì a poco sarebbe entrato nel pantheon delle più grandi innovazioni degli anni ’80.
Quasi a voler ritornare a quei primi titoli di testa, che il regista/attore circoscrive all’interno di una cornice di immagini, suoni, scene e suggestioni che hanno reso quel decennio imprescindibile (nel bene e nel male) tanto ieri quanto oggi. Ed è per questo che Air – La storia del grande salto ha infine la forma di una perfetta capsula del tempo, dove dietro alla realizzazione di una scarpa sportiva si cela una delle storie americane di successo più clamorose ed inedite… dagli anni ’80 ad oggi!
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La recensione in breve
Appassionante ed elettrizzante, Air - La storia del grande salto è probabilmente il miglior lungometraggio diretto da Ben Affleck dai tempi dello strapremiato Argo. Una storia che non molti conoscevano e che il regista/attore mette in scena con leggerezza, grande cuore e con un cast eccezionalmente in stato di grazia.
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Voto ScreenWorld