Nel film Oppenheimer c’è molto di vero, dato che racconta la vita dell’omonimo fisico a capo del progetto Manhattan ricordato per essere stato il “padre della bomba atomica”. La pellicola, basata sulla biografia di Kai Bird e J. Sherwin, è a tutti gli effetti un biopic che ricostruisce le fasi storiche e personali dell’uomo responsabile della creazione dell’ordigno. Ma Christopher Nolan non ha potuto fare a meno di prendersi qualche libertà artistica, anche rispetto al libro. A dirlo è lo storico Alex Wellerstein, esperto di scienza e tecnologia nucleare che si è espresso spiegando cosa c’è di vero nel film e cosa, invece, è più possibile che certo.
Alla testata Insider ha infatti raccontato che, sebbene il film si mantenga piuttosto fedele alla realtà storica narrata nel libro, sono presenti alcune esagerazioni e imprecisioni. Ad esempio, è sì vero che ai tempi in cui studiava a Cambridge il giovane Oppenheimer tentò, esasperato dal lavoro in laboratorio, di avvelenare il suo tutore Patrick Blackett inserendo prodotti chimici in una mela, ma la scena in cui Blackett (interpretato da Niels Bohr) si accinge a dare un morso alla mela avvelenata è stata in realtà introdotta a solo scopo drammatico. Lo stesso evento, ad ogni modo, è stato criticato dal nipote di Oppenheimer in un’intervista pubblicata sul Time, che colpevolizzava gli autori del libro – che quell’evento l’avevano inserito, pur dubitando della veridicità del fatto – di aver revisionato la storia.
Nel film, Oppenheimer stupisce i suoi colleghi tenendo una conferenza in olandese a solo sei settimane dal suo arrivo a Leida, in Olanda. Secondo lo storico, è però forse più probabile che il fisico si fosse dedicato allo studio della lingua tempo addietro, per esempio durante la sua permanenza estiva in New Mexico, dove aveva trascorso qualche settimana per riprendersi dalla tubercolosi.
Il fatto che la Germania fosse ben lontana dal costruire una bomba atomica, sempre secondo Wellerstein, è invece perfettamente vero, anche se fu solo nel novembre del 1944 che gli Alleati trovarono la prova definitiva che i tedeschi erano ancora alle fasi iniziali di sviluppo, mentre nel film Oppenheimer ne viene a conoscenza prima tramite Bohr, giunto in New Mexico dopo essere sfuggito ai nazisti.
Nel film, poi, quando si discute dei potenziali effetti della bomba atomica, Oppenheimer stima il numero dei morti possibili tra 20.000 e 30.000. Ma Wellerstein precisa che non ci sono prove concrete che il fisico avesse una metodologia per trarre quella conclusione. Non ci sono quindi certezze assolute sul fatto che il padre della bomba atomica si sia espresso effettivamente a favore di quel numero, anche se resta una possibilità.
È invece certo che un forte temporale ha ritardato il Trinity Test, che in un primo momento era stato previsto per le 4 del mattino ed è poi stato posticipato di un’ora e mezza a causa delle condizioni del tempo. Non è stato quindi solo per enfatizzare la scena che nel film è stato inserito un forte temporale mentre gli scienziati e i militari si precipitavano a preparare la bomba per il Trinity Test.
Nel film, Strauss si arrabbia dicendo che Oppenheimer avrebbe “rifatto tutto da capo” e che non ha mai ammesso pubblicamente di essersi pentito di aver lanciato la bomba atomica. “È vero al 100% che Oppenheimer non ha mai detto nulla del genere in pubblico“, conferma Wellerstein. Ma è innegabile che “Oppenheimer provava un enorme rimorso per non essere stato in grado di fermare la corsa agli armamenti: si è pentito di quello che è successo dopo, e ha fatto molto per cercare di evitarlo“.
Incredibilmente, quando vengono esposte le preoccupazioni sollevate da altri scienziati riguardo alla nomina di Oppenheimer a direttore del laboratorio di Los Alamos nel film, Groves definisce Oppenheimer un “dilettante” che “non potrebbe gestire un chiosco di hamburger”. Wellerstein la definisce una valutazione equa. Oppenheimer saltava spesso da un argomento all’altro, a seconda di ciò su cui stavano lavorando i suoi studenti. Se non fosse stato per la bomba atomica, Oppenheimer sarebbe oggi probabilmente conosciuto solo per aver sostenuto lo studio della fisica teorica all’Università di Berkeley.
Nonostante ciò, è vero che Oppenheimer ebbe una incredibile intuizione sui buchi neri: il fisico pubblicò insieme a un suo studente un importante articolo sulle “stelle pesanti” che rimanevano senza carburante e collassavano. Nel 1964 lo scienziato Roger Penrose descrisse la teoria dei buchi neri, per la quali avrebbe vinto il Premio Nobel nel 2020. Dopo la sua vittoria, Penrose citò l’articolo di Oppenheimer come una delle ispirazioni per la sua ricerca.
Per concludere questo viaggio storico, durante il Trinity Test nel film il suono della bomba arriva molto tempo dopo l’esplosione. E in effetti ci fu davvero silenzio dopo l’esplosione della bomba, durato circa un minuto e mezzo. Un minuto e mezzo dalle conseguenze tragicamente note. Nella stessa scena, Cillian Murphy nel silenzio surreale, recita la famosa frase di Oppenheimer, citata dalla Bhagavad Gita: “Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi”.