Seth Rogen ed Evan Goldberg avevano l’abitudine di parodiare Pulp Fiction in versione “ebraica” quando erano giovani. Durante il panel della serie MoMA Contenders in cui è stato presentato il film autobiografico di Steven Spielberg, The Fabelmans, Seth Rogen ha rivelato di aver girato una sorta di parodia di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, vincitore di un premio Oscar, con una modifica fondamentale.
Come riportato da IndieWire, Seth Rogen ha raccontato: “Ero un grande fan di Pulp Fiction e sono anche ebreo, e questo aspetto fa parte della storia parodiata. Recentemente stavo guardando una scena, io e il mio amico Evan Goldberg, che è ancora oggi il mio partner di scrittura, abbiamo rifatto la scena di Christopher Walken con l’orologio. L’unica differenza è che, nella nostra versione, abbiamo utilizzato una menorah gigante di Hanukkah”. Seth Rogen ha scherzato: “Lui diceva una cosa del genere: ‘L’ho portato di nascosto dal vecchio continente'”.
La scena in questione vede Christopher Walken raccontare al figlio, poi interpretato da Bruce Willis, di aver portato un orologio da taschino nell’ano durante la guerra del Vietnam.
Seth Rogen ha partecipato nel 2014 a una lettura dal vivo di Pulp Fiction per il Film Independent al LACMA insieme a Joseph Gordon-Levitt, Jordan Peele e Michael Chiklis. In occasione dell’anniversario del film, nel 2020, l’attore ha persino twittato di essere infastidito, fin da quando aveva 12 anni, dal fatto che Samuel L. Jackson appare diverso nei materiali di marketing di Pulp Fiction rispetto al film.
A proposito della sua collaborazione con Steven Spielberg per il suo ultimo film (di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di The Fabelmans), Seth Rogen ha rivelato: “È iperconcentrato. Nessuno parlava mai di qualcosa di diverso dal film, in pratica. Non si parlava quasi mai di quello che stavamo facendo. Spesso i film non sono così. A volte sembra che fare il film sia una delle tante cose che accadono, stranamente”.
L’attore ha continuato: “Ricordo di essermi rivolto a Michelle Williams e di averle detto: ‘Hai già lavorato con Martin Scorsese e con altri registi straordinari. Questa esperienza ti è sembrata speciale?’. E lei mi ha risposto: ‘Sì, è una bella sensazione’. Mi sono rivolto a Paul Dano e gli ho detto: ‘Paul Thomas Anderson, persona fantastica’, e lui mi ha risposto: ‘No, questa è una sensazione diversa’. Avevo quasi bisogno di assicurarmi che le persone provassero le stesse cose che provavo io”.