Rudol’f Nureyev era chiamato Il corvo bianco in riferimento al soprannome che gli era stato dato da piccolo. L’espressione, in russo, viene usata per descrivere qualcuno in grado di rompere gli schemi e formare un mondo nuovo, a propria immagine.
Sin da bambino, infatti, Nureyev aveva dimostrato un carattere deciso. A causa della sua perseveranza venne presto denominato da tutti un “corvo bianco”. L’espressione in russo significa letteralmente “colui che rompe le regole” e, in senso figurato, rappresenta una personalità forte, decisa, unica nel suo genere e dall’intelligenza rara. Una persona dalle doti eccezionali e con un animo sfrenato, in grado di attirare l’attenzione ed essere seguito. Cosa che effettivamente accadde. Il ballerino russo vissuto dal 1938 fino al 1993, ha rappresentato un vero e proprio cambiamento per il mondo intero grazie al suo stile unico nel ballo, in grado di rendere centrale la figura maschile e basare i suoi movimenti sulla velocità e le acrobazie. Questo suo approccio diverso dal solito capace di cambiare il mondo della danza si adatta perfettamente al suo soprannome.
Il film di Ralph Fiennes del 2018 si intitola appunto Nureyev – The White Crow, a sottolineare l’importanza del soprannome del ballerino. Nel ruolo di Rudol’f Nureev troviamo Oleg Ivenko, attore che il regista ha dovuto difendere dalle ingerenze dello studio. I produttori, infatti, avrebbero preferito un attore famoso in Occidente, ma Fiennes era rimasto affascinato dal ragazzo dopo averlo visto ballare.