Come è ben noto il film Psycho, capolavoro di Alfred Hitchcock, è stato girato in bianco e nero. Questa scelta stilistica ha una ragione precisa, che riguarda il visto di censura. A quei tempi i film erano già a colori, ma il regista era preoccupato che il colore rosso del sangue avrebbe potuto disturbare eccessivamente gli spettatori, impedendogli così di ottenere l’agognato visto.

La ormai famosissima scena della doccia, quella in cui lo psicopatico Norman Bates (Anthony Perkins) uccide a coltellate la sua giovane vittima Marion Crane, è divenuta una sequenza iconica del cinema. La violenza della scena è amplificata da un magistrale montaggio frenetico che, ancora oggi, continua a turbare lo spettatore, nonostante i nuovi standard di violenza cui siamo abituati. È per questo che il maestro della suspense, perfettamente consapevole dell’impatto visivo che avrebbe suscitato, scelse di optare per la soluzione in bianco e nero: in questo modo, infatti, il colore del sangue sarebbe risultato meno evidente.

Ma questa non è la sola ragione per la quale, in un’epoca in cui quasi tutti i registi erano passati al colore, Hitchcock volle tornare al bianco e nero. Il film ebbe infatti diversi problemi a ottenere finanziamenti, e le riprese in bianco e nero erano più economiche rispetto a quelle a colori. In questo modo il regista riuscì a tagliare i costi (il budget di produzione del film era di soli  800.000$)

Insomma, quella che, più che una scelta artistica è stata determinata da questioni di budget, si è rivelata poi una scelta distintiva che ha contribuito a fare di Psycho un film più importanti della storia del cinema.

Condividi.

Nata a Firenze, dove ha perseguito gli studi in Filosofia e un corso sui Mestieri dell'Editoria presso l'ente di formazione professionale La scuola di Editoria. Benedetta Romoli è responsabile PR per i siti ScreenWorld.it e CinemaSerieTv,it, per i quali svolge il ruolo di editor, scrive come articolista e conduce live tematiche. Precedentemente ha lavorato come editor e organizzatrice di eventi presso la casa editrice Porto Seguro Editore e ha collaborato alle edizioni del Festival Firenze Libro Aperto del 2017 e del 2018. Ha lavorato come editor presso la casa editrice Multyplayer Edizioni e come collaboratrice all'edizione di UltraPop Festival del 2020.