Sono state rilasciate da qualche ora le prime immagini di Pinocchio, il film diretto da Guillermo del Toro, tratto dal libro di Collodi. Lo stop motion uscirà su Netflix, anche se la data ufficiale non è stata ancora rivelata. Le foto sono state pubblicate in esclusiva da Vanity Fair, al quale cui il regista messicano ha rilasciato anche un’interessante intervista, anticipando l’epoca storica in cui si svolge il film, il ventennio fascista in Italia.
In the Oscar-winning filmmaker’s new stop-motion animated movie, “real” is a given. “I have never believed that transformation be demanded to gain love.”
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— VANITY FAIR (@VanityFair) June 14, 2022
Il Pinocchio di Guillermo del Toro si presenta come il più spaventoso degli adattamenti cinematografici del burattino che parla, tanto che lo stesso Geppetto, ha i brividi quando incontra per la prima volta l’allegro ragazzo di legno che grida a gran voce nel suo laboratorio, prima che dimostri col tempo tutta la sua umanità.
Guillermo del Toro ha dichiarato “Sono sempre stato molto incuriosito dai legami tra Pinocchio e Frankenstein. Entrambi sono incentrati su un bambino che viene catapultato nel mondo. Sono entrambi creati da un padre che poi si aspetta che capiscano da soli cosa è buono, cosa è male, l’etica, la morale, l’amore, la vita e quali sono cose essenziale. Penso che così sia stata, per me, l’infanzia. Dovevo capire il mondo attraverso la mia esperienza molto limitata”.
Il film del regista messicano è stato realizzato per tutta la famiglia. Guillermo del Toro sa che sarà una sfida, ma spera che il suo Pinocchio si connetta attraverso le generazioni e faccia emergere un senso di compassione. “Questi sono tempi molto complessi per i ragazzi, una realtà molto più scoraggiante di quando ero bambino. I bambini hanno bisogno di risposte e rassicurazioni. Per me, questo vale sia per i bambini che per gli adulti che parlano tra loro. Affronta idee molto profonde su ciò che ci rende umani“, dice a proposito del suo pinocchio. La trasformazione, secondo il regista, non sarà necessaria “Tutto quello di cui hai bisogno per essere umano è di comportarti come un essere umano. Non ho mai creduto che la trasformazione sia necessaria per guadagnare l’amore“.
Il Pinocchio di Del Toro non è ambientato in un mondo da favola, ma nel mondo reale, in Italia tra la prima e la seconda guerra mondiale, durante l’ascesa del fascismo e del governo autoritario nel paese. Il ragazzo di legno prende vita “in un ambiente in cui i cittadini si comportano con fedeltà obbediente, quasi da burattini“, dice del Toro. “Molte volte la favola mi è sembrata a favore dell’obbedienza e dell’addomesticamento dell’anima“, aggiunge il regista “La cieca obbedienza non è una virtù. La virtù di Pinocchio è disobbedire. In un momento in cui tutti gli altri si comportano come un burattino, lui no. Queste sono le cose interessanti, per me. Non voglio raccontare la stessa storia. Voglio raccontarlo a modo mio e nel modo in cui comprendo il mondo”.
Diretto da Guillermo del Toro e Mark Gustafson, il film presenta un cast vocale stellare con Ewan McGregor nei panni del Grillo Parlante, David Bradley in quelli di Geppetto, mentre l’esordiente Gregory Mann presta la voce a Pinocchio. Nel cast figurano anche Finn Wolfhard, la vincitrice dell’Oscar Cate Blanchett, John Turturro, Ron Perlman, Tim Blake Nelson, Burn Gorman, insieme al premio Oscar Christoph Waltz e alla vincitrice dell’Oscar Tilda Swinton.