Le sale dove è possibile vedere Oppenheimer in 70 mm in Italia sono solo tre, ovvero il cinema Arcadia di Melzo, la cineteca di Bologna e il Quattro Fontane di Roma. Ed è proprio in questo formato, che prevede una visione su uno schermo gigante, che è stato pensato e concepito il film kolossal del regista Christopher Nolan: per consentire una visione immersiva e coinvolgente e godere al massimo di tutta la potenza travolgente della sua regia, che con questo film tocca una ulteriore altissima vetta del suo percorso artistico.

In un mondo cinematografico sempre più digitalizzato grazie a tecniche di computer grafica ancora più all’avanguardia, quella di Nolan è una precisa scelta d’autore, portata avanti anche con le sue due precedenti pellicole Dunkirk e Tenet. In Oppenheimer, il regista ha fatto ricorso esclusivamente a effetti speciali, evitando l’utilizzo della CGI anche in scene quasi impossibili da girare altrimenti, come quella, ormai iconica, dell’esplosione della bomba durante il Trinity Test. Eppure, il risultato ottenuto gli ha dato ragione; con Oppenheimer, Nolan ci regala un’esperienza visiva e sensoriale straordinaria, stordente e totalizzante. Un trionfo della settima arte dal punto di vista tecnico e registico che fa già parte della storia del cinema.

Sfortunatamente, le sale in cui è possibile godere della visione di Oppenheimer sono estremamente rare. In Italia possiamo considerarci decisamente privilegiati ad averne ben tre, considerato che in tutto il mondo le sale per film in 70 mm sono soltanto 30.

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Nata a Firenze, dove ha perseguito gli studi in Filosofia e un corso sui Mestieri dell'Editoria presso l'ente di formazione professionale La scuola di Editoria. Benedetta Romoli è responsabile PR per i siti ScreenWorld.it e CinemaSerieTv,it, per i quali svolge il ruolo di editor, scrive come articolista e conduce live tematiche. Precedentemente ha lavorato come editor e organizzatrice di eventi presso la casa editrice Porto Seguro Editore e ha collaborato alle edizioni del Festival Firenze Libro Aperto del 2017 e del 2018. Ha lavorato come editor presso la casa editrice Multyplayer Edizioni e come collaboratrice all'edizione di UltraPop Festival del 2020.