Dopo l’uscita del suo Tenet, il regista premio Oscar Christopher Nolan aveva espresso interesse nel dirigere un film sulla spia più famosa del cinema, l’Agente 007. Stando a quanto riferito da Variety e da altre testate di punta statunitensi, Barbara Broccoli, produttrice e gatekeeper di lunga data di James Bond, avrebbe, però, esercitato un controllo sproporzionato sul franchise, chiarendo che nessun regista avrebbe avuto l’ultima parola sul montaggio finale finché la saga sarebbe stata sotto la sua supervisione. Nolan ha finito per realizzare Oppenheimer, guadagnando quasi un miliardo di dollari al botteghino mondiale e portandosi a casa il titolo di Miglior Film.
Il cineasta britannico non è stato l’unico a essere snobbato: decenni prima, infatti, Steven Spielberg avrebbe voluto mettere le mani su un lungometraggio di Bond, dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo, ma fu bloccato, all’epoca, dal padre di Broccoli, il defunto Albert “Cubby” Broccoli. La motivazione? Era troppo inesperto. C’è una ragione per cui i Broccoli hanno tenuto strette le redini, da sempre. Bond è e continuerà a essere un ago difficile da infilare, essendo stato creato all’apice della Guerra Fredda, molto prima che l’uguaglianza di genere diventasse un mantra. Modernizzare troppo il dongiovanni amante dei Martini porterebbe con sé tutta una serie di problemi.
“C’è qualcosa di così speciale e unico in Bond, non puoi semplicemente spogliarlo di ciò che lo rende così disinvolto e infilare cinque progetti in produzione in questo momento, senza distruggere completamente tutto ciò che riguarda la proprietà. E se lo rendi più politicamente corretto, incontrerai un sacco di resistenze”. – Peter Newman, responsabile del programma MBA/MFA presso la Tisch School of the Arts della NYU
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Gli esperti del settore hanno più fiducia nelle capacità di Amazon di realizzare un film di alta qualità su Bond, piuttosto che serie TV. La divisione televisiva ha avuto successo con i fantasy drama come The Boys e Fallout, ma ha faticato a farsi notare agli Emmy. Lo studio ha scommesso sul costoso show Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, il quale, però, non è mai stato all’altezza del suo potenziale quale una delle proprietà intellettuali più ambite di Hollywood. Persino Amazon, che è una delle aziende più capitalizzate al mondo, non può permettersi un’altra serie di spionaggio come Citadel, che è considerata una delle più onerose mai create, in termini di esborso, con i sei episodi della prima stagione costati 300 milioni di dollari.
Alla fine dello scorso gennaio, Barbara Broccoli ha assistito a una rappresentazione del suo musical teatrale, Buena Vista Social Club, all’Atlantic Theater di New York. La produttrice è stata raggiunta da tre importanti dirigenti degli Amazon MGM Studios, Jennifer Salke, Courtenay Valenti e Julie Rapaport, per una serata che ha incluso anche cena e chiacchiere di lavoro. Per mesi, il capo di Salke, Mike Hopkins, aveva guidato le discussioni con Broccoli sul futuro di Bond in Amazon. Lo scopo del tête-à-tête era che Salke mettesse a suo agio Broccoli con i piani dello studio per il primo film di Bond da quando Amazon ha acquisito MGM, nel 2022, per 8,5 miliardi di dollari. Secondo alcune fonti, però, Broccoli si sarebbe ritirata senza alcuna proposta da parte di Salke, una dirigente televisiva di lunga data. Poco dopo, sarebbero iniziati i colloqui affinché i fratelli rinunciassero al controllo creativo di quello che è considerato l’ultimo mega-brand inutilizzato, paragonabile a Lucasfilm, Marvel e DC.
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Dopo un anno di difficili trattative, Amazon avrà il controllo completo del franchise che ha generato 25 film sull’Agente 007, ma il cui potenziale televisivo di licenze, spin-off e di universo cinematografico interconnesso resta inesplorato. L’accordo necessita dell’approvazione normativa negli Stati Uniti e nel Regno Unito, prevista per quest’anno. Fonti a conoscenza dei prossimi passi di Amazon su Bond affermano che la priorità assoluta resta la realizzazione di un lungometraggio e che lo studio cercherà di ingaggiare un produttore sulla falsariga di David Heyman, che ha guidato Harry Potter e Animali fantastici fornendo al tutto una visione coerente. Per quanto riguarda Broccoli, è ancora legata creativamente ad Amazon e ha uno stretto rapporto lavorativo con Valenti e Rapaport.
Lo studio è, al momento, attivo sul un remake di Chitty Chitty Bang Bang, del quale Broccoli è la produttrice. Anche se il colosso streaming non può procedere con l’assunzione di qualcuno che si occupi della saga finché non sarà concluso l’affare Broccoli-Wilson, questo non ha impedito a tutte le agenzie di proporre i loro migliori autori, registi e attori principali. Il presidente esecutivo di Amazon, Jeff Bezos, che ha firmato la complessa transazione che vede Broccoli e il suo fratellastro, Michael Wilson, mantenere una quota finanziaria nella proprietà, è molto interessato a come il gigante della tecnologia possa portare Bond nell’era digitale.
“Se possiedi una Ferrari ma non controlli dove o se va, è frustrante. I Broccoli hanno fornito il miglior esempio, nella storia di Hollywood ,di gestione di un personaggio. Nel complesso panorama odierno, però, ha senso che Amazon si metta al posto di guida e controlli il proprio destino”. – Roy Price, ex capo degli Amazon Studios
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Per anni, Broccoli e Wilson hanno resistito al richiamo della sirena per sfruttare appieno la proprietà basata sui romanzi di spionaggio di Ian Fleming su più piattaforme e, a volte, non avevano una visione concorde. La loro mossa per limitare l’esposizione dell’uomo con licenza di uccidere potrebbe, tuttavia, essersi rivelata prudente, considerando che l’ubiquità di marchi come Marvel e Lucasfilm ha scatenato il disincanto del pubblico, spingendo a un ritiro della produzione (secondo recenti rumor, la direttrice di lunga data della Lucasfilm, Kathleen Kennedy, potrebbe dimettersi quest’anno, con il franchise di Star Wars che, come quello di Bond, entrerà in una nuova era).