Nato il quattro luglio finisce con Ron Kovic che, dopo la pubblicazione della propria autobiografia, riesce finalmente a parlare alla nazione, nel corso della convention del Partito Democratico che si svolse a New York nel 1976.
Il film narra la storia vera di Ron Kovic, un giovane americano nato il 4 luglio 1946 (giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America) da una famiglia cattolica e tradizionalista, dalla quale eredita l’attaccamento agli ideali nordamericani e allo sport agonistico. A 18 anni si arruola come volontario nei Marines, diviene sergente e parte per il Vietnam. Solo allora scopre la realtà di una guerra che non risparmia nessuno, abbinata al rimorso per aver ucciso per sbaglio un commilitone. Ferito alla spina dorsale, perde l’uso delle gambe e resta impotente. Al ritorno in patria, il suo Paese è cambiato: lui è non è considerato l’eroe che pensa di essere, il suo handicap non importa a nessuno e le sue convinzioni iniziano a vacillare. Entra in conflitto con la propria famiglia, fino al punto da andar via di casa per trasferirsi oltre la frontiera con il Messico, presso una comunità di reduci che conducono una vita grama. Un diverbio con uno di loro lo induce a fare ritorno negli USA per lavorare affinché altri ragazzi come lui non patiscano a causa della guerra.
Nel finale del film vediamo Ron diventare un membro convinto del movimento contro la guerra. Nel 1972, a capo di una delegazione di reduci, irrompe nella sala in cui Richard Nixon sta intervenendo durante la convention del Partito Repubblicano, ma lui e i suoi compagni vengono allontanati, con lo stesso Ron che riesce a sfuggire all’arresto da parte di un poliziotto infiltrato. Fuori dalla struttura, le agitazioni peggiorano sempre più, finché i reduci subiscono la carica della polizia, alla quale non riesce a sfuggire neanche il protagonista. Debilitati e feriti, i veterani tentano comunque di occupare la sala, ma senza successo. Serviranno ben altri quattro anni di proteste e la pubblicazione della sua autobiografia, prima che Ron Kovic riesca finalmente a parlare alla nazione, nell’ambito della convention del Partito Democratico (New York, 1976).
Scritto da Oliver Stone e Ron Kovic e diretto da Oliver Stone (che ha firmato, tra gli altri, Alexander, un biopic storico sottovalutato), il film si aggiudica due statuette (Miglior regia e Miglior montaggio) agli Oscar, nel 1990, su otto candidature. Per la realizzazione del progetto, il cineasta si è avvalso della testimonianza del veterano interpretato da Tom Cruise (che rivedremo in Mission Impossible 8). Attualmente, l’uomo è uno scrittore, la cui vita è narrata nel romanzo Nato il quattro luglio. Kovic ha collaborato alla stesura dello script ed è comparso anche in un breve cameo nella scena iniziale, interpretando uno dei soldati che sobbalza all’esplosione dei petardi. Nei piani originali, Stone aveva intenzione di girare le scene di guerra in Vietnam, ma ha dovuto poi ripiegare sulle Filippine (location, peraltro, di un altro film del regista, Platoon), poiché i rapporti tra Vietnam e USA erano ancora tutt’altro che distesi.