Dakota Johnson, attrice protagonista di Madame Web, ha di recente affermato che non parteciperà più a grandi Blockbuster dopo il clamoroso flop del Cinecomic Sony e di essersi pentita di avervi partecipato.
La Johnson ha dichiarato che le aspettative sul progetto del cinecomic di punta della Sony per quest’anno erano talmente tanto alte che nel momento in cui il prodotto finale è arrivato in sala ne ha pesantemente risentito. L’attrice, in ogni caso, non è assolutamente estranea a lungometraggi del genere, con budget così esosi su cui ci si aspetta molto. Ricordiamo, infatti, che ha preso parte alla trilogia di Cinquanta sfumature di grigio che non è propriamente una pellicola indipendente. Eppure questa volta il film non ha retto a quello che il cast e i produttori volevano, non coinvolgendo e anzi deludendo il pubblico.
Le parole dell’attrice a proposito delle recensioni negative del film sono state: “Purtroppo non sono sorpresa che le cose siano andate come sono andate. È così difficile fare film, e in questi grandi film le decisioni vengono prese da comitati, e l’arte non va bene quando è fatta da un comitato. I film sono realizzati da un regista e da un team di artisti che lo circondano. Non si può fare arte basandosi su numeri e algoritmi. Da tempo penso che il pubblico sia estremamente intelligente, mentre i dirigenti hanno iniziato a credere che non lo sia. Il pubblico sarà sempre in grado di riconoscere le stronzate. Anche se i film inizieranno a essere realizzati con l’intelligenza artificiale, gli esseri umani non vorranno vederli“. Insomma, un forte rimprovero quello della Johnson ai dirigenti dei grandi Blockbuster.
Dakota Johnson ha poi proseguito: “Ma è stata sicuramente un’esperienza per me fare quel film. Non avevo mai fatto nulla di simile prima e probabilmente non farò mai più nulla di simile perché non ho nulla a che fare con quel mondo. E ora lo so. Ma a volte, in questo settore, si firma per qualcosa che è una cosa e poi, mentre la si sta realizzando, diventa una cosa completamente diversa e ci si chiede: ‘Aspetta, cosa?’. Ma è stata una vera esperienza di apprendimento, e naturalmente non è bello far parte di qualcosa che viene fatto a pezzi, ma non posso dire di non capire“.