Nel film L’uomo che sussurrava ai cavalli, la figura di Tom Booker (Robert Redford) è ispirata alla storia vera di Buck Brannaman, addestratore di cavalli e divulgatore scientifico. A confermarlo, è Nicholas Evans, autore del romanzo da cui è tratto il film in un’intervista: “Tanti si sono attribuiti a torto l’onore di essere stati fonte di ispirazione per Tom Booker; in realtà il mio unico vero modello è stato Buck Brannaman; le sue abilità, le sue capacità di comprendere i cavalli, e il suo grande cuore hanno aperto la via della guarigione a un infinito numero di creature tribolate; Buck è il Maestro Zen del mondo equino“. Fatta questa premessa, gli avvenimenti narrati nel romanzo e nel film, sono inventati.
Nato nel 1962 in Wisconsin, Buck Brannaman ha un’infanzia difficile durante la quale subisce abusi fisici dal padre: “Non c’è stato un solo minuto, in tutto il tempo passato con lui, in cui non abbia avuto paura di lui. Quando mia madre è morta, per uno o due anni, io e mio fratello siamo rimasti con nostro padre, che ci picchiava selvaggiamente; voleva che diventassimo artisti del lazo, ma se le nostre performance non erano eccezionali, giù botte. Io e mio fratello parlavamo tutti i giorni della morte.” In seguito alla segnalazione di un’insegnante, i due piccoli Brannaman furono dati in affidamento, ma questo non sembrò interessare particolarmente al padre; “Per due-tre anni ci mandò ancora gli auguri di Natale in cui diceva che ci aspettava a casa per ammazzarci quando avremmo compiuto 18 anni”, e che ci spiava dal mirino del suo fucile, dopo essersi messo di fronte alla casa dove stavamo.”
Sin da ragazzino, allora, Buck si rifugia nel mondo dei cavalli, e ben presto diventa discepolo di Ray Hunt, il maggior esponente della scuola detta della Natural Horsemanship, che promuove un addestramento basato sul rapporto simbiotico tra animale e addestratore, e non sulla mera esecuzione di compiti tramite metodi coercitivi. Ricorda a questo proposito Brannaman: “Lavoro con i cavalli da quando avevo 12 anni; mi hanno morso, scalciato, disarcionato, calpestato. Ho sperimentato tutti i mezzi fisici possibili per contenere la forza del mio cavallo, ed evitare di farmi uccidere. Poi a un certo punto ho capito che sarebbe stato molto più facile se avessi cominciato a capire il motivo per cui un cavallo fa quello che fa“.
Brannaman stabilisce un’analogia tra educazione equina e istruzione dei figli, spiegando che per portare bene a compimento entrambe, sono necessarie precise qualità umane:: “I cavalli, se sono stati maltrattati, si comportano come i bambini abusati; non si fidano di nessuno e si aspettano sempre il peggio; ma con pazienza, autorevolezza empatia e fermezza, è possibile aiutarli a superare il loro passato; loro devono credere in te, e se ti comporti nel modo giusto, lo faranno. Il cavallo deve rispettarti. Molte persone, però, confondono il rispetto con la paura; vedo tanti genitori che non sono in sintonia con i figli, e quando le cose vanno male, invece di reindizzarli, non fanno nulla, e quando poi i figli fanno qualcosa di sbagliato, li picchiano; e molti fanno ancora così coi cavalli. Quando ho cominciato a tenere questi corsi sull’addestramento dei cavalli, non sapevo cosa ne sarebbe uscito fuori, forse avrei insegnato alla gente a trattare un po’ meglio i propri cavalli“.
Oggi Buck Brannaman vive con la moglie Mary e la figlioletta Reata, a cui ha trasmesso la passione per i cavalli, in un ranch nel Wyoming; è proprio Mary a occuparsi della famiglia e del ranch, mentre L’uomo che sussurrava ai cavalli è impegnato lungo tutti gli Stati Uniti nelle sue conferenze educative sull’addestramento equino. Nel 2022 Brannaman ha inaugurato una piattaforma online di video divulgativi, chiamata TheBuckChannel.