Luca Guadagnino si è espresso sul successo di Top Gun: Maverick, definendo il sequel del cult con Tom Cruise “sorprendente” e indicandolo come esempio da cui prendere esempio. “L’idea che un sequel arrivi dopo oltre un quarto di secolo è, a suo modo, un modo molto intelligente di fare affari“, ha detto il regista italiano, pronto a presentare il suo nuovo film, Bones and All, alla Mostra del Cinema di Venezia.
Il pensiero del regista di Chiamami col tuo nome su Top Gun: Maverick è emerso durante una riflessione più ampia che ha incluso anche il clamoroso risultato registrato al box office mondiale dal film diretto da Joseph Kosinski, arrivato ben 36 anni dopo il cult originale. “Top Gun: Maverick è un film che commercia molto profondamente con la nostalgia del pubblico ed arriva con la novità che tutto accade a distanza di molti anni“, ha detto Luca Guadagnino a Deadline, aggiungendo: “L’idea che un sequel arrivi dopo così tanto tempo è, a suo modo, un modo molto intelligente di fare affari. Perché ora, anche se il film punta sulla nostalgia molto profonda nel pubblico, sullo sguardo nostalgico di Tony Scott e l’idea del mondo com’era nel 1986, tu sei lì per seguire il viaggio del Maverick di Tom Cruise che è un uomo ora, non più un ragazzo. Quindi, direi che ci sono sempre modi per creare qualcosa di così sorprendente ed interessante“.
Continuando il suo discorso, Luca Guadagnino ha aggiunto: “Bisogna realizzare prototipi perché bisogna ricreare ancora e ancora la possibilità di eccitare il pubblico con qualcosa di veramente nuovo. Un’idea intelligente di investimento arriva con la nozione di prototipo; nasce con l’idea di trovare un nuovo territorio per espandersi ancora di più“. Il regista di Suspiria ha così lanciato una sorta di appello: “Dobbiamo vedere cosa succede e come si trasformano le cose, e non essere troppo scoraggiati dal presente, perché ci sono nuovi modi per essere entusiasti“.
Durante le riprese di Bones and All, Luca Guadagnino ha esplorato luoghi nel Midwest ed “ha visto un paese che era così disperatamente appeso ad un insieme di valori che visivamente si rifletteva nelle immagini degli anni ’80“. Il regista ha infine aggiunto: “Quindi, in un certo senso, anche se Internet è arrivato e tutto è cambiato, credo ancora che l’America stia immergendosi in un nostalgico senso di sé che la rende il paese più lungimirante ma anche il paese più congelato. È così che ci ho visto gli anni ’80, in un certo senso“.
Nella stessa intervista con Deadline, Luca Guadagnino ha negato qualsiasi collegamento tra il tema del cannibalismo in Bones and All e le vicende private di Armie Hammer.