Le 5 Leggende è un film Dreamworks uscito ormai dieci anni fa, perfetto per i bambini, ma anche da vedere a Natale (e non solo), sulla storia dei guardiani che proteggono i bambini e la loro speranza e meraviglia. Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, la Fatina dei dentini, l’uomo dei sogni detto Sandman e un Jack Frost ignorato da tutti rischiano però di fallire la loro missione quando l’Uomo Nero, Pitch Black, minaccia di annientare la fantasia dei bimbi. Riusciranno a impedire che i piccoli smettano di credere in loro?
La Dreamworks creò un meraviglioso film in quel distante 2014, ma certo sappiamo bene che non ha fatto tutto da sola. I suoi guardiani, le sue 5 leggende, esistono da moltissimo tempo, forse anche più di quanto potreste pensare. Andiamo dalle origini settecentesche di Jack Frost alla storia di Babbo Natale che passa per San Nicola e, incredibilmente, anche per il marchio Coca Cola. Insomma, da dove arrivano i protagonisti di questo film? Facciamo un salto indietro nel tempo, tra folklore e mitologia.
1. Jack Frost
Protagonista del film attorno al quale ruota la trama principale, Jack Frost ci è presentato come uno spiritello dispettoso dai grandi poteri glaciali. È capace di scatenare bufere di neve e far crollare dal cielo tonnellate di fiocchi. È il fastidioso vento freddo che fa i nasi tutti rossi e s’infila sotto i vestiti, anche quelli più stretti: nella visione della Dreamworks è solo un ragazzo dal passato ben più oscuro di quanto dia a vedere, ma la sua storia nella realtà è antica, e come Babbo Natale ha anche lui una lunga, bianca barba folta.
Jack Frost non ha natali epici. Come tante leggende, è nato a bassa voce, raccontato alla luce delle candele. Una favola sull’inverno, oppure una filastrocca, che per uscire bene aveva bisogno di personificare l’inverno e dargli un nome. Jack. Dapprima si trattava di una filastrocca innocua, finché Jack non divenne prima un elfo del gelo, poi un aiutante di Babbo Natale, e in alcune versioni si fuse persino con Babbo Natale stesso. Come gli altri personaggi che presenteremo in questa lista, non abbiamo una versione che metta d’accordo tutti, perché sono storie tanto vecchie da non avere una data di nascita precisa. E forse sono proprio le loro variegate forme la parte migliore.
2. Babbo Natale
Babbo Natale non poteva che seguire immediatamente sulla lista. Da dove cominciare con lui? In Le 5 Leggende è un omone dal ventre abbondante e il forte accento nordico, con tatuaggi sparsi su tutte e due le forti braccia. È un omone allegro, certo, e un ingegnere geniale dalla grande creatività e l’inesauribile entusiasmo, ma certo non il Babbo Natale docile e grassottello a cui la leggenda ci ha abituati, come confermano le sue due spade sempre pronte al combattimento.
Ma è solo l’ultimo di un lungo anello che compone la storia di Santa Klaus. Per esempio, quanti di voi sapevano che negli anni ’30 la Coca Cola commissionò a Haddon Sundblom un’illustrazione per la sua campagna pubblicitaria, e fu quando lui disegnò Babbo Natale e il suo lavoro viaggiò per il mondo che si diffuse l’immagine ‘tipo’ di Babbo Natale. Grassottello, con una folta barba bianca e abiti bianchi e rossi. Prima di allora c’erano Babbo Natale verdi, bianchi, vestiti da elfi. Insomma, la Coca Cola fece la sua parte.
Ma l’origine, sta nella storia di San Nicola di Myra. Il Santo, ancora ad oggi ricordato e omaggiato da svariati popoli, è ricordato per la sua gentilezza e le sue opere di carità soprattutto nei confronti dei bambini, che la Chiesa afferma riuscisse persino a resuscitare. Era solito inoltre, secondo la leggenda, lasciare alle famiglie più povere monete d’oro per affrontare l’inverno. Ma con discrezione. Infatti, le lasciava cadere giù per i comignoli delle case. La cosa ci suona alquanto familiare, in effetti.
3. La fatina dei dentini
Nel film, la Fatina dei dentini non è affatto “ina” e ha uno dei design più belli mai dedicati al personaggio, come l’intreccio tra un essere umano e un colibrì dalle piume cangianti. È una giovane dalle ali leggere e l’animo buono, piena di piccole fatine aiutanti che l’aiutano a raccogliere dentini e lasciare soldini. La vediamo persino sviluppare una certa attrazione per il bel Jack Frost, e per i suoi bianchissimi denti ben puliti.
La fata dei dentini affonda le radici delle sue origini un po’ più avanti nel tempo. Come per Jack Frost, non abbiamo un momento preciso della storia in cui appare la bella fatina, ma momenti indietro di molti anni in cui le persone hanno iniziato a legare tradizioni specifiche alla perdita dei denti. Chi li seppelliva, chi li bruciava, chi li lanciava sul tetto, come in Giappone. Nacque prima un topino, in Francia, e fu poi grazie alla popolarità acquisita dalle fate anche legato alla giovanissima Disney che, negli anni ’20 e ’30, il topo diventò una bella fatina, che raccoglie denti in cambio di qualche monetina.
4. Sandman
Si potrebbe parlare per ore di Babbo Natale come di Sandman. Ora sì che ci troviamo ad anni ed anni indietro nella nostra storia. Il Sandman della Dreamworks è un ometto basso e tozzo e tutto di sabbia dorata dalla testa ai piedi. Dalle sue mani fa sgorgare la magica sabbia che fa addormentare ogni bambino, e che nelle loro menti prende le forme articolate dei loro sogni più complessi. Ma com’è, invece, nella storia?
La tradizione orale rende impossibile rintracciare l’origine certa di questa leggenda, ma sappiamo che era raccontata ai bambini prima della notte per farli addormentare. A lui era attribuita quella sensazione pastosa che ci appesantisce gli occhi al risveglio. Si diceva infatti fossero le tracce di Sandman, venuto durante la notte a tessere i suoi sogni. Nel diciottesimo secolo, poi, spuntò anche una versione più macabra, con Sandman che faceva cadere le orbite ai bambini che non volevano dormire e le dava in pasto ai suoi figli. Insomma, una storia inventata da genitori esausti che ha fatto un bel po’ di strada.
5. Il coniglio pasquale
Probabilmente il più originale tra le leggende del film, il coniglio di Pasqua della Dreamworks non ha niente a che vedere con quello della tradizione. È alto più di due metri, atletico, impulsivo, continuamente in lotta con Jack Frost e la sua lingua tagliente. È un combattente la cui arma principale è un boomerang, e nonostante tutto ha comunque un cuore d’oro, colmo del principio base della Pasqua: la speranza. Com’è, invece, nella tradizione?
Come forse qualcuno di voi sa già, quando ci fu l’avvento del Cristianesimo furono molte le festività e le storie riadattate e modificate secondo i suoi principi. Così la storia del coniglio pasquale, associato alla fertilità e le sue uova alla rinascita, simbolo dell’amata dea anglosassone Eostre, fu sostituita da quella della rinascita di Cristo ma mantenendo elementi come appunto il coniglietto e le uova. Ad oggi, la tradizione ci racconta che i conigli pasquali sono identici agli altri, ma nessun cane abbaierà mai contro di loro, e saranno sempre più veloci degli altri. Tanto lesti da riuscire a lasciare un uovo per ognuno di noi, colorato e vivace, nei prati alla mattina di Pasqua.
6. L’uomo nero
E arriviamo così alla figura più oscura e macabra di tutte, l’antagonista di Le 5 Leggende e probabilmente famoso quanto Babbo Natale stesso. L’uomo nero. Pitch Black, nel film, è una figura lunga ed esile dagli abiti scuri e la pelle giallastra, con occhi del colore della malattia. È colmo di odio per i guardiani, a cui tutti guardano con affetto, mentre a lui non resta che raccogliere le grida, e vuole distruggere tutto ciò che di meraviglioso resta nel mondo e permette la vita dei guardiani.
Diffuso in tutto il mondo, anche se con nomi diversi, l’uomo nero esiste probabilmente da quando esistono la paura e il buio: è sempre stato il tentativo umano di dare un volto e allora un senso a quelle paure ingiustificate e oscure che ci abitano dentro. Per noi italiani è l’Uomo Nero, in Inghilterra è il Boogeyman, in Spagna è El Coco, in Germania lo Schwarze Mann, che punisce i bambini cattivi. Non una leggenda allegra, perciò, ma certamente la più antica del folklore.