Marco Bellocchio è sul set per il via delle riprese de La conversione, ispirato alla vera storia di Edgardo Mortara. Il primo ciak è stato dato a Roccabianca in provincia di Parma, la troupe continuerà a girare per tutta l’estate e si sposterà in diverse località dell’Emilia Romagna, per poi andare a Roma e Parigi.
Marco Bellocchio è reduce dai successi di Cannes, dove ha presentato con successo Esterno Notte, la pellicola che rievoca il rapimento di Aldo Moro, distribuita al cinema in due parti, uscite rispettivamente a maggio e giugno 2022.
Il regista, 82 anni, si è subito rimesso a lavoro dando il via alle riprese de La conversione. Il film si basa sulla vita di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia di origine per essere allevato da cattolico sotto la custodia di papa Pio IX. La storia aveva intrigato anche Steven Spielberg che voleva farne un film, ma il suo progetto non è mai stato realizzato.
La conversione è interpretato da Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Filippo Timi e Fabrizio Gifuni. Enea Sala sarà Edgardo Mortara da bambino, mentre Leonardo Maltese sarà il protagonista da ragazzo. La sceneggiatura del film è stata affidata a Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli con la collaborazione di Edoardo Albinati, Daniela Ceselli e la consulenza storica di Pina Totaro; la fotografia è di Francesco Di Giacomo, la scenografia di Andrea Castorina, i costumi di Sergio Ballo e Daria Calvelli, il montaggio è di Francesca Calvelli.
Il film è una produzione IBCmovie e Kavac Film con Rai Cinema con il sostegno della Regione Emilia Romagna e il supporto della sua Film Commission, in coproduzione con Ad Vitam Production (Francia) e Match Factory Productions (Germania) ed è prodotto da Beppe Caschetto e Simone Gattoni.
Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, a proposito del film ha detto a Variety: ”Quello che interessa a Bellocchio è il mistero della conversione, che ha origine in una terribile violenza perpetrata nei confronti di un bambino. Di fronte ad una vicenda storica così complessa Bellocchio avrà l’approccio di un artista agnostico”.