La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, finisce con una carrellata di foto in cui viene spiegato il destino di ogni persona ritratta, fino a vedere il breve stralcio di un video della vera Traudl Junge, l’ultima segretaria di Hitler, che riporta il suo rammarico per non aver capito cosa stava succedendo, se non troppo tardi.
Questa pellicola non riporta solo ciò che è accaduto al dittatore nei suoi ultimi giorni, ma anche delle persone che lo hanno circondato. Si tratta di una storia corale, in cui i personaggi che di solito si trovano nei libri di storia, prendono un volto e un ruolo reali. Viene mostrato chi è stato fedele al Cancelliere fino alla fine e chi era disposto a rinunciare al sogno del Nazismo pur di aver salva la pelle. Traudl Junge riesce a fuggire, perché una donna non avrebbe attratto l’attenzione dei soldati russi, al contrario di ogni uomo che stava combattendo, quindi la segretaria tiene la testa bassa e attraversa la folla di soldati russi, felici di aver preso Berlino. Nella sua titubanza trova la mano del giovanissimo Peter prendere la sua. Insieme arrivano fuori dalla città e, sotto un ponte, il ragazzino trova una bicicletta, che porta in strada per andare via insieme a Traudl.
“Già da domani milioni di persone mi malediranno, ma è questo che ha voluto il destino” dichiara Hitler nel film ed è un’affermazione che riassume perfettamente ciò che consegue agli eventi del film. Questa storia, già raccontata in molte salse, ha trovato la giusta prospettiva in questa pellicola del 2004.
Il dramma dei collaboratori di Hitler è ben mostrata, le lotte intestine tra chi vorrebbe la resa e chi invece vuole restare fedele al proprio leader fino alla fine, dove molti trovano la morte a causa del tradimento o per suicidio. Nella carrellata finale, in cui vengono illustrati i destini dei vari personaggi storici, diversi sono sopravvissuti ai campi di concentramento russi, altri si sono salvati fuggendo, ma la testimonianza video di Traudl Junge è un tripudio di rammarico per non aver compreso quello che, in realtà, tutti avevano sotto gli occhi.