Jordan Peele è consapevole del fatto che Scappa – Get Out è odiato da moltissime persone. Nonostante la carriera del regista nel mondo del cinema abbia avuto inizio soltanto qualche anno fa, il suo percorso è già ricco di premi e riconoscimenti vinti grazie al suo titolo di debutto, a Noi e Nope. In pochissimi anni, Jordan Peele si è trasformata in un household name fondamentale per il mondo hollywoodiano, a cui basta il suo nome per vendere qualsiasi concept a produttori e pubblico.
Il filmmaker, però, è consapevole del fatto che non tutti riescono ad amare Scappa – Get Out, che è avvolto persino da un forte odio da parte di alcune persone. Jordan Peele ha dichiarato: “Molte persone odiano Scappa. Sono là fuori. Io ricevo ancora odio da quell’epoca. A molte persone non piace il modo in cui quel film mi ha reso famoso. Lo percepisco, non è un modo di dire. E la stessa cosa vale anche per Key & Peele. Ti rendi conto che la gente risponderà, ma ci saranno sempre persone che non risponderanno. E va bene così, fa parte dell’avventura di fare qualcosa di rischioso, qualcosa che non dovresti fare. Farai arrabbiare le persone. Ma va bene così”.
Come riportato da Cinema Blend, il conduttore di The Daily Show with Trevor Noah ha chiesto a Jordan Peele se crede che ciò che “fa arrabbiare la gente” siano le verità sulla società che espone nei tipi di storie che racconta, come la sua tendenza a “intrecciare” temi di razza e di genere nel tessuto di un film horror. L’attore e regista sembra essere d’accordo con il conduttore del talk show, scherzando sul fatto che Scappa, in un certo senso, sia un documentario.
Jordan Peele ha poi raccontato che il suo ultimo film (di cui abbiamo parlato nella nostra recensione di Nope) parla del lato negativo della società dello spettacolo: “Tutto questo è molto simile a quanto accade nel mondo reale. Scappa è un documentario. Nope nasce da un’idea che si stava formando nella mia testa: ci sono persone, ci sono cose in questo mondo che sono dei brutti miracoli. Sono cose talmente divertenti da renderci ciechi di fronte al loro pericolo. Volevo fare un film sulla risposta umana a queste cos, sul modo in cui interagiamo con esse e le seguiremmo persino gettandoci da un precipizio”.