Jonah Hill dice che smetterà di promuovere dal vivo i suoi film a causa degli attacchi di panico. Nessun evento promozionale, dunque, anche per il suo prossimo documentario, Stutz, che segue Hill nel suo viaggio per migliorare la propria salute mentale e comprendere meglio gli attacchi d’ansia che si sono aggravati per via delle apparizioni sui media.
“Attraverso questo viaggio alla scoperta di me stesso all’interno del film, sono giunto alla conclusione che ho passato quasi 20 anni a soffrire di attacchi di panico“, ha dichiarato Jonah Hill a Deadline questa settimana. L’attore ha quindi spiegato di aver preso la decisione di assolvere se stesso dalla promozione di Stutz, il cui titolo deriva dal suo terapeuta, adesso che il film debutta nel circuito dei festival cinematografici autunnali.
“Ho finito di dirigere il mio secondo film, un documentario che segue me e il mio terapeuta ed esplora la salute mentale in generale. L’intero scopo della realizzazione di questo film è quello di fare luce sulla terapia ed offrire al grande pubblico quello che ho imparato durante le sedute. Lo faccio attraverso un film divertente”, ha detto Jonah Hill, aggiungendo: “Sono così grato che il film sarà presentato in anteprima mondiale in un prestigioso festival cinematografico questo autunno e non vedo l’ora di condividerlo con il pubblico di tutto il mondo nella speranza che possa aiutare coloro che stanno lottando con lo stesso problema. Tuttavia, non mi vedrete là fuori a promuovere questo film, o nessuno dei miei prossimi film: faccio questo importante passo per proteggermi. Se mi ammalassi andando là fuori e promuovendolo, non sarei fedele a me stesso o al film“.
Infine, Jonah Hill ha voluto sottolineare quanto si senta privilegiato a potersi permettere una scelta del genere, a differenza di tutti coloro che invece sono costretti a fare cose che portano ad alimentare le proprie ansie: “Capisco di essere uno dei pochi privilegiati che possono permettersi di prendersi una pausa. Non perderò il lavoro mentre lavoro sulla mia ansia. Con queste parole e con Stutz, spero di rendere più normale per le persone parlare e agire su queste tematiche. Così possono fare dei passi per sentirsi meglio e capire i loro problemi più chiaramente. Spero che il lavoro parli da sé e sono grato ai miei collaboratori, ai miei partner commerciali e a tutti coloro che stanno leggendo per la comprensione e il supporto“.