Il Signore delle Formiche finisce quando la madre di Aldo, Susanna muore e, per la prima volta dopo l’incarcerazione, a Braibanti è concesso di tornare al paese per il funerale. Qui ritrova Carla, una talentuosa giovane che faceva parte del suo circolo: questa ha tuttavia abbandonato le sue velleità artistiche per metter su famiglia. La ragazza gli rivela inoltre che Ettore è stato abbandonato dalla sua famiglia e che campa di espedienti, non essendosi mai ripreso del tutto dalla terribile esperienza in ospedale. Sulla via del ritorno, Aldo incontra proprio Ettore, il quale, pur emarginato, è finalmente sereno e libero di coltivare il suo estro artistico. I due si dicono un commosso addio, per poi separarsi definitivamente. Aldo sconterà solo due anni di prigione dopo essersi visto riconoscere i suoi meriti di partigiano, senza tuttavia essere mai discolpato.
Nel finale Aldo torna momentaneamente in libertà per un lutto personale essendo morta l’anziana madre. Torna dunque al paese per il funerale dove ritrova Carla, una giovane che faceva parte del suo circolo che gli rivela inoltre che Ettore è stato abbandonato dalla sua famiglia e che campa di espedienti, non essendosi mai ripreso del tutto dalla terribile esperienza in ospedale. Sulla via del ritorno Aldo incontra Ettore in un finale melodrammatico in cui le note del quarto atto dell’Aida, fanno da sfondo all’ultimo incontro tra i due mentre sullo sfondo una compagnia teatrale sta provando una recita e un gruppo di comparse gioca a calcio accanto al palco. “T’avea il cielo per amor creata ed io t’uccido per averti amata, no non morirai, troppo t’amai, troppo sei bella è il congedo definitivo con la pioggia che sembra purificare l’aria, portare il film e i suoi protagonisti, finalmente liberati dagli schemi anche recitativi in un’altra dimensione“. Un soffio poetico che sancisce un amore senza colpe alcune, che nasce incondizionato tra due esseri umani.
Il film diretto da Gianni Amelio, presentato in concorso alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ripercorre la vicenda dello scrittore e mirmecologo Aldo Braibanti, protagonista tra il 1964 e il 1968 di un processo giudiziario molto controverso, il cosiddetto caso Braibanti. Il cast della pellicola vede Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e Leonardo Maltese all’esordio come attore.
Aldo Braibanti fu un partigiano antifascista, poeta, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo italiano, un intellettuale completo, nella sua vita si è occupato d’arte, cinema, politica, teatro e letteratura, oltre ad essere un esperto mirmecologo (studioso delle formiche). Il film di Gianni Amelio, è un’opera che nel periodo attuale può contribuire a sensibilizzare la società, quella italiana che nel 1968 accusò un uomo di plagio cercando in realtà di condannare la sua omosessualità. L’unico personaggio del film ad essere inventato è quello interpretato da Elio Germano, ossia il giornalista de L’Unità che cerca di riferire in maniera limpida i fatti che avvengono all’interno dell’aula di giustizia nel processo. Un personaggio che ci fa vedere come venne percepita da fuori l’arroganza e l’ignoranza della corte, che ferma nelle proprie convinzioni contro l’omosessualità si è rivelata bigotta e imbarazzante. Il personaggio, agli occhi di Amelio ma anche nei nostri, può rappresentare benissimo una persona omosessuale odierna costretta a subire attacchi omofobi da qualcuno esattamente bigotto e ignorante come la corte d’allora. Il signore delle formiche è un film infatti necessario che serve a fare luce su un accadimento che non dovrebbe mai più capitare e da cui è bene trarre il più sentito insegnamento.