l 21 aprile è uscito nelle sale Il sesso degli angeli, film di Leonardo Pieraccioni in cui l’attore fiorentino interpreta un prete, Don Simone, sacerdote di una parrocchia che i ragazzi hanno quasi del tutto abbandonato, a favore dei social. Pieraccioni, presentando la pellicola, ha detto di essersi ispirato ai preti di frontiera, citando Don Cuba (Danilo Cubattoli) presbitero e critico cinematografico italiano, decano dei cappellani delle carceri d’Italia e conosciuto come il prete “cinefilo”, vediamo insieme il perché.
Il prete a cui, molto liberamente, si è ispirato Leonardo Pieraccioni per il suo ultimo lavoro, era originario di San Donato in Poggio, una frazione di Barberino Tavarnelle, nella città metropolitana di Firenze. Nato il 24 settembre 1922, Danilo Cubattoli, questo il suo nome prima di diventare sacerdote, entrò in seminario all’età di dodici anni, dopo essere rimasto orfano di madre. Il suo nomignolo divenne subito ‘Cuba’, abbreviazione del suo cognome, forse troppo lungo per i suoi coetanei. Quel soprannome lo ha accompagnato per tutta la vita, fino alla morte, avvenuta il 2 dicembre 2006 a Firenze.
Don Cuba, negli anni Cinquanta, è stato cappellano presso le carceri fiorentine di Santa Teresa e delle Murate. Il sacerdote amava il cinema e, presso il Nuovo Complesso Penitenziario di Sollicciano, per alleggerire la pena ai detenuti e favorirne il riadattamento, iniziò ad occuparsi di cinematografia. Ben presto Don Cuba divenne una figura importante dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema, il suo lavoro con i carcerati gli permise di collaborare con alcuni dei più importanti registi italiani, tra questi ricordiamo Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Marco Bellocchio, Tonino Guerra, Ermanno Olmi e Roberto Benigni. Cubattoli portò il cinema non solo nelle carceri ma anche nelle scuole e nelle parrocchie.
La figura di Don Danilo Cubattoli, oltre ad aver ispirato Leonardo Pieraccioni in Il sesso degli angeli, è presente in alcuni romanzi del ciclo del commissario Bordelli dello scrittore fiorentino Marco Vichi.