Il film Il professore e il pazzo narra la storia vera della collaborazione tra James Murray, lessicografo dilettante, e William “W.C.” Minor, ex chirurgo militare statunitense, per la compilazione dell’Oxford English Dictionary, il primo e più sistematico vocabolario della lingua inglese, la cui stesura, iniziata nel 1860, impiegò più di 50 anni. Sarebbero stati però proprio Murray e Minor a dare forma precisa e definitiva al progetto, senza tuttavia poterne vedere il termine: Murray, infatti, sarebbe morto di pleurite nel 1915, mentre Minor, dopo aver passato gran parte della sua vita adulta in istituzioni per la salute mentale, se ne sarebbe andato cinque anni più tardi, nel 1920, in un ospedale psichiatrico del Connecticut. Il film è diretto da P.B. Shemran e interpretato da Mel Gibson, con Sean Penn, Natalie Dormer e Stephen Dillane, è tratto dal volume di narrativa storica The Surgeon Of Crowthorne dello storico popolare Simon Winchester.
Pur non avendo completato un regolare corso di studi per mancanza di fondi, James Murray, nato sul confine scozzese nel 1837, riesce a intraprendere una brillante carriera come insegnante, anche grazie alla sua passione per le lingue e l’etimologia delle parole; All’interno di un curriculum vitae per un impiego in una biblioteca, Murray aveva dichiarato di conoscere e maneggiare, a vario grado, qualcosa come venticinque lingue, compresi alcuni idiomi come il fenicio, il siriaco e il copto. Nel 1869, Murray entra a far parte della Philological Society e, pochi anni dopo, abbandona la professione di bancario, intrapresa per motivi economici e si dedica all’insegnamento. Del 1878, l’offerta, irrinunciabile, dell’Oxford University Press per il ruolo di redattore capo responsabile della stesura e compilazione dell’Oxford English Dictionary, un’opera allora inedita nel suo genere, che si proponeva di catalogare tutti i lemmi in uso nella lingua inglese, con a corredo un tessuto bibliografico di citazioni d’autore volte a illustrare le diverse sfumature di significato di una singola parola.

Il progetto aveva preso il via nel 1860, ma un succedersi continuo di redattori aveva fatto sì che i progressi dell’impresa, dopo più di 18 anni, fossero minimi. Elettrizzato dalla nuova avventura, Murray lascia definitivamente il lavoro di insegnante, e circondato da un manipolo di volenterosi aiutanti (compresi gli undici figli avuti dalla seconda moglie Ada) si dedica anima e corpo alla stresura del dizionario, “rinchiuso” in una baita di sua costruzione, chiamata da lui stesso Scriptorium. Col passare del tempo, però, il bisogno di aiuto volontario, soprattutto per la ricerca di citazioni da inserire all’interno delle definizioni, si fa sempre più pressante, e Murray comincia a inviare annunci per posta, facendoli circolare nel mondo delle librerie. Ed è proprio grazie a una di queste spedizioi che Murray farà la conoscenza del suo collaboratore più fruttuoso, l’uomo “che attraverso le citazioni, avrebbe potuto raccontare tutto il mondo, W.C. Minor.
William Chester Minor, nato a Ceylon da una famiglia di ministri religiosi americani, a 15 anni torna negli Stati Uniti, e dopo aver frequentato la facoltà di Medicina a Yale, si occupa della redazione del dizionario Webster, il più importante vocabolario americano, nel 1864. Intanto, però, era scoppiata la Guerra di Secessione e, arruolatosi come medico nell’esercito dell’Unione, Minor partecipa a diversi scontri. Ha ormai assunto l’aura del mito, però, la sua partecipazione alla Battaglia di Wilderness, nel maggio del 1864, durante la quale, secondo voci che gli storici non sono mai stati in grado di verificare, Minor sarebbe stato costretto a marchiare a fuoco un commilitone, colpevole di diserzione; è a questo episodio che si fa risalire l’inizio delle gravi turbe mentali di Minor. Dopo la fine della guerra, William è di stanza a New York City, dove trascorre il tempo libero in compagnia di prostitute.

Nel giro di qualche anno, la sua instabilità mentale diviene un problema non più ignorabile; un confino in Florida prima, e un ricovero presso una clinica specializzata di Washington, poi, non sortiscono alcun effetto. Così, nel 1871, Minor decide di trasferirsi a Londra, per “cambiare aria”, ma, naturalmente, la sua paranoia non lo abbandona; convinto di essere perseguitato dai membri della Fenian Brotherhood, un’organizzazione prototerroristica irlandese, il 15 febbraio del 1872 Minor ferisce a morte George Merrett, che si stava recando al lavoro in un birrificio. Giudicato non colpevole per vizio totale di mente, Minor viene trasferito presso l’ospedale psichiatrico Broadmoor nel Berkshire; grazie alla sua pensione da militare ottiene una sistemazione di agio, con la possibilità di consultare libri.
Dopo aver risposto con entusiasmo all’appello di Murray, Minor setaccia la sua amplissima biblioteca di volumi d’epoca alla ricerca di citazioni esemplificative del significato dei termini; dopo i primi contatti epistolari, Murray fa visita per la prima volta a Minor nel 1891; la cosa si sarebbe poi ripetuta con frequenza .A fargli frequentemente visita sarà anche Eliza, la moglie dell’uomo ucciso, che si prenderà cura di lui, portandogli dei libri. Il costante imegnno per la stesura del dizionario non allevia però completamente le sofferenze di Minor che, a partire dal 1902 inizia a soffrire di allucinazioni in cui si vede trasportato in luoghi lontani ed esotici, e costretto a fare violenza su dei bambini. Incapace di sopportare oltre il disagio provocato da queste visioni, Minor allora si taglia il pene, usando lo stesso coltello impiegato per ritagliare i fasci di carta contenenti le citazioni.
A partire dal 1910, Murray fa tutto il possibile per ottenere la scarcerazione di Minor, ottenendola, per mano dell’allora Segretario di Stato Winston Churchill. Estradato di nuovo negli Stati Uniti, William viene ricoverato al St. Elizabeth, dove riceve una diagnosi di schizofrenia. Muore nel 1920, presso una casa di riposo nel Connecticut. Murray era morto cinque anni prima, avendo completato più di metà del dizionario, insieme al suo assistente Henry Bradley che, prima di morire a sua volta nel 1923, avrebbe completato un’altra manciata di lettere. L’opera venne terminata nel 1928, per un totale di 12 volumi.