I ragazzi stanno bene finisce con la coppia lesbica formata da Jules (Julianne Moore)e Nic (Annette Bening) accompagna la figlia maggiore Joni (Mia Wasikowska) al college. La stretta di mano fra le due madri fa capire che la coppia si è finalmente perdonata e ha ritrovato la propria unità dopo la crisi venutasi a creare a seguito dell’incontro con Paul (Mark Ruffalo), padre biologico dei loro due figli.
Nel film, uscito nel 2010, la regista e co-sceneggiatrice Lisa Cholodenko attinge a piene mani alla propria esperienza personale, affrontando temi oggi più che mai attuali, riguardanti le coppie queer e l’inseminazione artificiale. La solida coppia formata da Nic e Jules lotta contro le discriminazioni e vive coi due figli Joni e Laser, entrambi nati dallo stesso donatore, che però non hanno mai incontrato. Laser convince la sorella Joni, ormai in procinto di andare al college, a organizzare un incontro con il padre. L’uomo si rivela essere un dongiovanni quarantenne che fa il ristoratore nei sobborghi di Los Angeles, e i due ragazzi ne rimangono immediatamente conquistati. Venute a sapere dell’incontro, la coppia di madri decide di invitarlo a cena. Comincia così una frequentazione che porta anche Jules a cadere vittima del fascino di Mark, mentre Nic si sente sempre più esclusa dal nuovo equilibrio familiare. Alla fine, però, l’amore che lega le due donne le porterà a confrontarsi e perdonarsi, mentre accompagnano la figlia maggiore incontro al proprio futuro di giovane donna.
A decretare il successo del film, oltre a una sceneggiatura ironica ma mai distaccata, le ottime interpretazioni di un cast che ha conquistato pubblico e critica: in particolare quella di Annette Bening, candidata agli Oscar nella categoria Migliore attrice protagonista, e di Mark Ruffalo, anche lui in lista come Miglior attore non protagonista.