Hill of Vision, il film di Roberto Faenza, è ispirato alla storia vera di Mario Capecchi: lo scienziato italiano, naturalizzato statunitense, vincitore del premio Nobel per la medicina nel 2007. La pellicola si concentra sull’infanzia e l’adolescenza dello scienziato, dalla deportazione della madre in Germania, da parte della Gestapo, fino al viaggio negli Stati Uniti, dove Mario troverà la sua strada.
Mario Renato Capecchi è nato a Verona il 6 ottobre 1937, da padre italiano e madre americana. I due non sono sposati. Lui, Luciano Capecchi, è un militare, un pilota d’aerei dell’aviazione italiana. Lei, Lucy Ramberg. è una poetessa americana, profondamente antifascista. L’infanzia di Mario è caratterizzata da questa spaccatura ideologica dei genitori che si dividono. Mario continua le sue missioni aeree per il governo di Mussolini fin quando, nel 1940, è considerato disperso in Libia.
Lucy Rambergi, da parte sua, va avanti con la propaganda antifascista scrivendo piccoli opuscoli contro il governo di Mussolini e la Germania di Hitler, attività che si intensificò dopo le leggi razziali. Siamo intorno al 1942, Mario ha cinque anni, quando la madre viene prelevata dalla Gestapo e portata in un campo di concentramento nazista. Lucy, prima di finire nella rete della polizia segreta tedesca, è riuscita ad affidare Mario ad una famiglia di contadini del bolzanese, lasciandogli anche una somma di danaro per mantenere il figlio.
I soldi di Lucy durano circa un anno, una volta finiti Mario viene messo in mezzo alla strada dalla famiglia affidataria. Il futuro scienziato inizia a vagabondare spostandosi tra Bolzano e Verona, lungo il tragitto trova una banda di ragazzini nelle sue stesse condizioni e decide di unirsi a loro. Il gruppo di bambini tira avanti grazie ad una serie di piccoli furti compiuti per strada, fin quando Mario non contrae il tifo e viene portato da uno sconosciuto nell’ospedale di Reggio Emilia. Nel sanatorio Capecchi ci resta fino alla conclusione della guerra e al ricongiungimento con la madre, liberata dal campo di concentramento
Lucy e il figlio lasciano l’Italia per andare negli Stati Uniti, Marco ha 8 anni. I due vanno a vivere presso la comunità quacchera Hill of Vision, da cui il nome del film di Roberto Faenza, Per Mario è difficile ambientarsi finché non scopre la passione della scienza grazie allo zio, Henry, che insegna fisica all’Università di Princeton ed è collega di Albert Einstein.
Mario trova la sua strada che lo porterà a laurearsi in chimica e fisica presso l’Antioch College nell’Ohio e a conseguire, all’Università di Harvard, il PhD in Biofisica nel 1967. Un percorso che raggiunge il culmine nel 2007 quando lo scienziato italiano, insieme ai colleghi Martin Evans e Oliver Smithies, è insignito del Premio Nobel per la Medicina.