Nel film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, spicca il personaggio di Antonio Capuano, ritratto come un regista poco paziente, affettuoso a suo modo, ma irascibile. Nel film il regista è interpretato dall’attore Ciro Capano e incontra un giovane Fabietto Schisa (che è la versione giovane di Sorrentino) segnando il suo futuro nel cinema. Ma Capuano è davvero come lo abbiamo visto nel film? Il regista ne ha parlato in una recente intervista.
Intervistato dal Corriere della Sera, Antonio Capuano ha smentito che sul set sia così irascibile, ma ha ammesso che spesso si arrabbia con i fotografi di scena. E gli capita di uscire da teatro, se la rappresentazione che sta vedendo non gli piace: “Sì, esco ma senza dire parolacce, come invece si vede nel film. Anche di recente sono andato via: il teatro è una cosa viva, non si può pensare che gli spettatori siano morti”. In una scena di È stata la mano di Dio infatti, Capuano si rivolge all’attrice in scena, gridando e insultandola con veemenza, davanti ad altri spettatori.
Riguardo il suo vero incontro con Paolo Sorrentino, Antonio Capuano ha ricordato che agli inizi il futuro regista premio Oscar era desideroso di imparare e “rubare” la competenza dai più esperti. “Avevo letto una sua sceneggiatura e lo chiamai giovanissimo per scrivere con me Polvere di Napoli. Faceva molta tenerezza, mi chiedeva se poteva venire sul set… e io gli rispondevo: Paolo, ma il film è pure tuo! Allora lui insisteva: ma posso stare vicino al monitor? Io quasi mi arrabbiavo. Però lui guardava tutto, imparava… così si fa nel nostro mestiere, si ruba”.
Polvere di Napoli, uscito nel 1998, era un film a episodi che vedeva nel cast Teresa Saponangelo, attrice che ha collaborato più volte con Capuano e che è stata scelta da Sorrentino per È stata la mano di Dio. “Teresa la conosco da giovanissima. La scelsi tra tante per Pianese Nunzio 14 anni a maggio” – ricorda Capuano – e Saponangelo sarà anche protagonista del prossimo film del regista, su un bambino conteso in una coppia che si separa.