Creed – Nato per combattere finisce con Donnie che si scontra con il suo avversario per il titolo di campione. Si tratta di un osso duro e qualche volta rischia di perdere, ma riesce sempre a rialzarsi. Ha quasi battuto per KO il suo avversario, ma la conclusione della sfida decreta Creed il pugile sconfitto, sebbene tutto il pubblico acclami il suo nome. Negli ultimi istanti si vedono Donnie e Rocky che corrono salendo la scalinata di Philadelphia e guardano la città dall’alto.
La trama del film ripercorre la storia del figlio del defunto ex campione Apollo Creed. Adonis ‘Donnie’ Johnson, questo il nome del nostro protagonista, si ritrova a lottare per affermare la propria eredità di pugile. In cerca di un valido allenatore che possa portarlo al successo, si ritroverà sulla soglia di casa del migliore amico nonché rivale di suo padre, Rocky Balboa. Inizialmente riluttante, il campione alla fine accetterà di addestrarlo. Ma riuscirà il giovane Creed a ripercorrere la strada fatta di sangue e sacrifici, vera eredità di suo padre? Beh, scopriamolo insieme
Gli eventi iniziano nel 1998, nove anni dopo gli eventi di Rocky Balboa, settimo film della saga creata da Sylvester Stallone. Adonis Johnson ha 13 anni e non ha mai conosciuto suo padre Apollo Creed, morto sul ring prima della sua nascita. Quando viene a mancare anche la madre biologica, Mary Anne, la vedova di Apollo, lo accoglie in casa sua e lo cresce come un figlio per 17 anni. Ormai trentenne però si rende conto che il suo amore per la box è più forte di qualunque altra cosa. Decide quindi di seguire i suoi sogni ma i primi risultati non sono certo incoraggianti, quindi si reca a Philadelphia per incontrare Rocky. I due si incontrano nel ristorante italiano di Rocky, l’Adrian’s, ma sulle prime si rifiuta di allenare il ragazzo.
Alla fine però torna sui suoi passi convinto dalla grande tenacia di Donnie. Il ragazzo inizia ad allenarsi ed a combattere con il cognome della madre, Johnson. Dopo aver battuto un pugile locale, The Lion, la parte avversaria diffonde la notizia che Donnie è in realtà il figlio illegittimo di Apollo. Proprio per questo Ricky Conlan, campione del mondo dei mediomassimi, sfida Adonis. La condizione posta per poter combattere è che il ragazzo cambi legalmente il suo cognome in Creed; l’intento è chiaramente quello di farlo diventare un’evento di enorme portata mediatica. Dopo una lunga riflessione Adonis accetta. Gli allenamenti si intensificano e Donnie si trasferisce a casa di Rocky. Durante le sessioni le condizioni di salute di Rocky peggiorano e gli viene diagnosticato un tumore. All’inizio è deciso a non farsi curare, memore di come abbia perso le persone a lui più care, ma poi, spinto dalle richieste di Adonis di non arrendersi e lottare come ha sempre fatto, decide di sottoporsi alla chemioterapia.
Il periodo di addestramento si conclude e si vola a Liverpool per affrontare Conlan. L’incontro per Donnie inizia alla grande e nei primi due round riesce a difendersi bene impressionando i presenti. Conlan, però, gli sferra un potente colpo, facendolo crollare al tappeto. Grazie alle incitazioni di Rocky che lo esorta a non arrendersi come ha fatto lui con il cancro e dopo una visione in cui vede Apollo, Adonis si rimette in piedi. Il combattimento riprende e Donnie manda al tappeto Conlan. Nonostante questo però, per soli trenta secondi, Creed non riesce a vincere per KO. La decisione spetta alla giuria che dà, non senza discussioni, la vittoria a Conlan.
Creed comunque guadagna il rispetto di tutti, compreso Conlan che gli dice: “Stai andando alla grande amico, tu sei il futuro di questa categoria“. Come nella miglior tradizione di Rocky, il film si conclude con Creed e Balboa che salgono i gradini della mitica scalinata del Philadelphia Museum of Art. Un finale dolce amaro che comunque lascia grandi speranze per il futuro.
Sylvester Stallone, per la sua interpretazione in Creed, ha vinto il Golden Globe come Miglior attore non protagonista. Il film si è rivelato un grande successo sia al botteghino che a livello di critica. Infatti, a fonte di un budget di 37 milioni di dollari a livello mondiale ne ha incassati ben 173,5 e le recensioni sono state molto generose elogiando l’intensa interpretazione di Sylvester Stallone. Il The Hollywood Reporter promuove a pieni voti il film aggiungendo che “Sylvester Stallone è stellare in questo solido spin-off” ed il The Daily Telegraph sottolinea che “è la miglior performance di Stallone in tutta la sua carriera“.