Il Midsommar, il festival al centro delle vicende narrate in Midsommar – Il Villaggio dei Dannati di Ari Aster, è frutto dell’immaginazione del regista o esiste davvero? Diciamo che la verità si trova nel mezzo, infatti, il Midsommar, tradotto letteralmente in mezza estate, è una reale festività molto importante nei paesi scandinavi che si svolge durante la terza settimana di Giugno, quella del solstizio d’estate, il giorno più lungo dell’anno durante il quale le popolazioni del nord ringraziano il sole e la natura, ma fortunatamente non viene celebrato con nessun sacrificio umano e non è assolutamente una festa da incubo come sembrerebbe dalla visione del film.
Durante il Midsommar in Svezia si possono ammirare diversi riti, le città si riuniscono nei grandi parchi per stare insieme, durante la prima giornata viene eretto il Midsommarstång, adornato con cura dai partecipanti alle celebrazioni, è una rappresentazione dei genitali maschili, simbolo di fertilità, con il quale si ringrazia la natura per l’abbondanza ricevuta durante l’anno. Infatti questa festività ha origini pagane molto antiche, conosciuta anche come Lithia nasce nel 1500 quando i contadini per festeggiare l’inizio del periodo di fertilità dei campi iniziarono ad adornare le loro dimore con fiori.
Il midsommarstång, in italiano l’albero di Maggio, è ritenuto sacro in Svezia ed è infatti al centro del festival, come dicevamo viene eretto il primo giorno ed è il simbolo con cui l’uomo ringrazia la terra e la natura per l’abbondanza ricevuta durante l’anno ed è un invito a rinnovare il regalo della natura anche per la prossima stagione fertile. Durante il festival, proprio come nel film, ci sono diversi balli che si svolgono attorno a questo sacro simbolo, tra cui il più importante è il ballo delle piccole rane dove tutti si tengono per mano e fanno dei piccoli saltelli in avanti e poi all’indietro.
Non è però solo un simbolo pagano, ma è apparso anche nelle tradizioni cattoliche, in Italia coincide con la festa di San Giovanni Battista durante la quale vengono accesi falò per dare più forza al sole, in quanto le giornate successive sarebbero state sempre più brevi. Lo stesso albero di Maggio è apparso durante un’antica festività italiana, il Calendimaggio, chiamata anche cantar di Maggio, durante la quale, proprio come durante il Midsommar svedese, dopo aver retto l’albero di Maggio si danzava e festeggiava attorno ad esso, fu poi proibita dal regime fascista ma alcuni comuni hanno continuato a festeggiarla, come Assisi, oggi coincide con la festa dei lavoratori.
Durante questa festa ci sono anche molte tradizioni legate proprio alle coppie, tema centrale per il film, ma speriamo che i partecipanti al festival avranno una relazione migliore di quella di Dani e Christian. In una giornata in cui gli uomini sono soliti bere molto, le donne aspettano che inebriati dall’alcol essi riescano a confessare i loro sentimenti e chi di loro vuole avere una chance in più, potrebbe provare ad adornare il midsommarstång con sette foglie. Inoltre, è un periodo di buon auspicio per i matrimoni e le cerimonie. Durante i festeggiamenti le donne indossano corone di fiori fatte da loro, mentre gli uomini corone di foglie, ma entrambe portano con sé il medesimo significato di abbondanza, fertilità e soprattutto celebrano l’unione sinergica fra l’essere umano e la natura.
Nel film vediamo l’abbondante banchetto preparato dalle persone della comune, ma non temete, nella realtà non vengono serviti pasticci di carne con peli pubici per far innamorare gli invitati. I piatti tipici sono quelli che troviamo comunemente nei paesi nordici come pane croccante, panna acida e pesce a quantità, ma in particolar modo in Svezia è usanza mangiare aringa sott’olio durante il Midsommar, non possono mancare i tipici dolci con fragole e panna e naturalmente birra e sidro di mele, ma niente tea allucinogeno.