M. Night Shyamalan ha paragonato Bussano alla porta a Signs. Senza dubbio, l’ultimo film diretto dal regista della Pennsylvania rappresenta un ritorno alle origini del suo cinema, dopo le incursioni nel mondo dei cinecomic della trilogia di Unbreakable e delle bande dessinée con Old. Per la terza volta nella sua carriera, M. Night Shyamalan firma una sua sceneggiatura a partire da un soggetto non originale. Stavolta, la fonte di ispirazione del film è stato il romanzo The Cabin at the End of the World di Paul G. Tremblay.
Come riportato da Screen Rant, M. Night Shyamalan ha dichiarato nel corso di un’intervista con Total Film: “A quale degli altri miei film si avvicina Bussano alla porta? Il più vicino, credo, è Signs, perché entrambi i film sono confinati, in una certa misura, e sono popolati da famiglie così amabili al centro di eventi apocalittici. Credo che ci si innamori di entrambe le famiglie. Si ride con loro, si ha paura per loro. Ci si sente connessi”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione di Bussano alla porta tenutasi a Roma pochi giorni fa, il regista ne ha approfittato per paragonare il suo titolo anche a E venne il giorno. A differenza che nel suo lavoro precedente, però, M. Night Shyamalan ha concesso all’umanità la possibilità di scegliere se abbracciare l’apocalisse o salvarsi.
Signs è uno dei più grandi successi al botteghino del regista de Il sesto senso. Qualora Bussano alla porta riuscisse a raggiungere anche solo la metà di quanto guadagnato dal film del 2002 (ovvero 200 milioni di dollari circa), si tratterebbe di un notevolissimo risultato. Interpretato da Dave Bautista, Jonathan Groff e Rupert Grint, Bussano alla porta sarà distribuito nelle sale italiane da Universal Pictures a partire dal prossimo 2 febbraio.