Brendan Fraser, candidato all’Oscar come Miglior attore protagonista per The Whale, ha discusso di una precedente nomination ricevuta, quella ai Golden Globe 2023, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta nel gennaio scorso; ospite dello show del decano radiofonico Howard Stern, l’attore australiano ha ribadito ancora una volta la sua posizione, dichiarando che “un’eventuale vittoria non avrebbe avuto senso per me” (il premio è poi andato ad Austin Butler per Elvis di Baz Luhrmann, ndr).
Dopo il successo planetario ottenuto con il franchise de La mummia, a cavallo degli anni ‘2000, la carriera di Fraser ha subito un brusco stop, anche a causa di un episodio di molestie avvenuto nell’estate del 2003; Philip Berk, l’allora presidente dell’HFPA, l’associazione della stampa straniera residente a Hollywood, ovvero l’organismo organizzatore dei Golden Globes, avrebbe molestato Fraser toccandogli il sedere, con intenti sessuali, secondo quanto raccontato dallo stesso attore in un’intervista del 2018; a seguito dell’accaduto, e dopo aver chiesto all’HFPA e a Berk scuse pubbliche mai ricevute, per sua stessa ammissione Fraser si ritirò quasi totalmente dall’attività pubblica, tornando sulla breccia solo di recente, grazie all’interpretazione del professore Charlie in The Whale.
A proposito della questione, Fraser ha dichiarato a Stern di non voler intraprendere alcuna crociata collettiva: “Non ho bisogno della solidarietà delle persone; questa è la mia battaglia, non quella di altri”. Aggiunge poi di non aver presenziato alla recente cerimonia, che appunto lo vedeva candidato, per un motivo preciso: “Mia madre non ha cresciuto un figlio ipocrita: non volevo starmene lì a rimuginare sul fatto se volessi davvero essere lì o meno; mi sono anche chiesto se non si sia trattato di una nomination un po’ cinica, da parte loro.”
Fraser non è convinto della buona fede dell’HFPA, e argomenta così la sua posizione: “Mi viene il dubbio, visti i trascorsi che ho con queste persone; ad essere sincero, io devo ancora vedere concretamente i risultati di questa loro riforma interna, se mai c’è stata; sono loro ad aver bisogno di me (per ripulirsi la coscienza, ndr) non io di loro, certamente. E poi, dove lo metto quella specie di oggetto ornamentale? Cosa dovrei farci? (Fraser si riferisce al premio, ndr). Che vincessi o perdessi, non mi importava. L’unica cosa importante è che per me quel premio non ha alcun significato, anzi, per quanto mi riguarda, era scontato il fatto che non mi avrebbero nemmeno dovuto prendere in considerazione per le nomination.”
L’attore ha una richiesta precisa da rivolgere all’associazione: “Dovrebbero presentarmi delle scuse che abbiano un senso, oltre a divulgare il contenuto dell’indagine condotta su di me e sulla mia famiglia e i miei amici all’epoca; io non ho mai visto i risultati del rapporto, mi hanno detto che non potevano darmelo, che era roba loro; non vogliono che legga cosa c’è scritto, però mi hanno fatto avere un comunicato stampa in cui si dice che tutta la vicenda era solo uno scherzo…”