Andrew Dominik, regista di Blonde, ha parlato de Gli uomini preferiscono le bionde, uno dei lavori più celebri di Marilyn Monroe, definendolo “un film su pu..ane ben vestite“. Le sue dichiarazioni emergono nel giorno in cui il film sulla vita dell’indimenticabile diva di Hollywood arriva su Netflix. Interpretata da Ana de Armas, l’opera si basa sull’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates.
In precedenza, Andrew Dominik ha ammesso che non aveva familiarità con la filmografia di Marilyn Monroe prima di adattare il romanzo che narra l’ascesa e la drammatica fine dell’attrice. Ora, in una nuova intervista con Sight and Sound Magazine, il regista ha detto che Marilyn Monroe ha recitato in “un sacco di film che nessuno ha mai guardato davvero“.
“Qualcuno guarda davvero i film di Marilyn Monroe?“, ha detto Dominik, prima di aggiungere: “Gli uomini preferiscono le bionde è un film sulle pu..ane ben vestite“. La giornalista Christina Newland, che conduceva l’intervista in questione, ha scritto su Twitter: “Ha parlato e fatto riferimento a molti dei suoi film. Chiaramente aveva studiato e guardato tutto: poi che gli piacessero o meno (tranne A qualcuno piace caldo, che ha detto di adorare) è un’altra storia, evidentemente“.
Nell’intervista, Andrew Dominik ha parlato anche del celebre momento in cui Marilyn Monroe canta Diamonds Are a Girl’s Best Friend (“I diamanti sono i migliori amici di una donna“) nel film Gli uomini preferiscono le bionde, paragonando le parole del brano a “consigli da sorelle”, il cui messaggio sarebbe: “‘Se hai intenzione di sco*are, assicurati di essere pagata‘”, ha detto Dominik, aggiungendo: “O è solo una pu..ana romantica?“.
In seguito, Andrew Dominik ha parlato dell’icona che Marilyn Monroe è divenuta nel tempo, dicendo: “Beh, era una strana sex symbol perché non doveva morire alla fine dei suoi film, come una Barbara Stanwyck o una Rita Hayworth. Lei doveva apparire come una bambina piccola. Non credo che fosse una donna con molte amiche o amici. C’è la sensazione che vogliamo reinventarla secondo le preoccupazioni politiche di oggi. Ma di base lei era una persona straordinariamente autodistruttiva. Lei voleva distruggere la sua vita. Era il simbolo di qualcosa. Era l’Afrodite del 20° secolo, la dea americana dell’amore. E si è suicidata. Questo cosa vuol dire?“.