A 73 anni suonati, Sigourney Weaver è tornata al liceo. Il motivo è piuttosto semplice: l’attrice – per poter interpretare al meglio Kiri, la figlia adolescente adottiva di Jake e Neytiri in Avatar 2: La via dell’acqua – ha deciso di tornare tra i banchi di scuola per poter osservare da vicino il comportamento adolescenziale dei ragazzi di oggi.
Interpretare una 14enne poteva essere un rischio, ma per Sigourney Weaver è stata una vera e propria sfida: “È stato divertente. È stato stimolante. Ho amato il mio personaggio“, ha dichiarato durante una recente intervista rilasciata a BBC Radio dell’esperienza. L’attrice ha ammesso, quindi, che parte del suo processo di preparazione per interpretare Kiri ha previsto un ritorno al liceo.
Su come sia nato il personaggio di Kiri e sul suo ritorno nella saga nei panni di un nuovo personaggio (nel primo capitolo aveva interpretato la dottoressa Grace Augustine), la Weaver ha rivelato: “Io e James [Cameron] abbiamo pranzato insieme nel 2010 e parte del motivo per cui lo abbiamo fatto è che volevamo ragionare su questa idea. Forse ci sarebbe stato un personaggio femminile legato a Grace, il quale si sarebbe sentito più a suo agio nella foresta. Quindi abbiamo riflettuto su di lei. Non sapevamo di Spider [un nuovo personaggio di Avatar 2] e certamente non conoscevamo nessuno dei dettagli attuali. All’epoca avevamo solo questa idea, e Jim è abbastanza pazzo da considerarmi una quattordicenne come ha detto quel giorno e diverse volte in seguito: “Questa è la tua età naturale. Hai 14 anni, sei così immatura. Sono convinto di questa cosa“.
L’attrice, infine, si è detta molto fortunato di poter avere molto tempo per “studiare” il personaggio di Kiri: “James sa anche che sono molto giocosa. E quindi non penso fosse preoccupato quanto lo ero io quando me l’ha detto. Ho pensato, “Va bene, come lo farò?” Fortunatamente ho avuto un sacco di tempo per capire non solo come farlo, ma come volevo fosse fatto. Non si trattava di imitare una quattordicenne, ma di trovare e portare alla luce la mia adolescente interiore in qualche modo, lasciandola esistere in questo spazio“.