Avatar 2 non smette di stupire al botteghino e il suo regista James Cameron decide di svelare un particolare molto interessante. Ha deciso infatti in sede di montaggio di tagliare 10 minuti di violenza armata che non avrebbero cambiato la storia ma l’avrebbero resa decisamente più cupa. Questa scelta ha aperto anche a un’acuta riflessione dell’artista sull’utilizzo delle armi nei film, anche da lui diretti come Terminator.

Durante un’intervista all’Esquire Middle East il regista di Avatar – la via dell’acqua ha specificato: “Volevo sbarazzarmi di parte della bruttezza per ritrovare un equilibrio tra la luce e il buio”. Una scelta legata anche al periodo politico che sta attraversando il mondo con continue sparatorie soprattutto negli Stati Uniti d’America. La pistola, sempre secondo il regista e produttore, è diventato un vero e proprio feticcio.

Il regista ha specificato: “Ripenso ad alcuni film che ho realizzato in passato e non so se li farei così oggi. Non vorrei feticizzare la pistola, come ho fatto in Terminator oltre trent’anni fa, nel nostro mondo attuale. Quello che sta accadendo con le armi nella nostra società mi fa letteralmente rivoltare lo stomaco”. Proprio in Terminator lo sparo di una pistola era la soluzione a ogni problema, cosa che oggi diventa troppo pericolosa da mostrare.

Così Cameron aggiunge: “Ho tagliato circa dieci minuti di Avatar 2 con azioni di sparatorie. Ci devono essere dei conflitti ovviamente. Violenza e azione sono la stessa cosa a seconda di come la si guardi. Questo è il dilemma di ogni regista d’azione e io sono conosciuto in questo modo“. Il segnale James Cameron l’ha lanciato cercando di spiegare in maniera concreta la decisione di non farsi promotore delle armi nei suoi film.

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Nato a Roma nel 1986, Matteo Fantozzi è direttore editoriale di alcune testate giornalistiche che si occupano di sport, spettacolo e cinema tra cui JuveLive.it e CheMusica.it. Per anni redattore de IlSussidiario.net è autore di decine di saggi cinematografici come "Gabriele Muccino, il poeta dell'incomunicabilità" e "La bibbia di Scream". Autore di numerosi cortometraggi, tra cui "Perverso Stato Mentale", sta lavorando anche a diversi documentari. In passato ha collaborato come responsabile del backstage di corsi cinematografici tenuti da Sergio Rubini e Michele Placido.