Andrew Garfield si è schierato in difesa del Metodo di recitazione, rispondendo alle recenti critiche che alcuni attori hanno mosso nei confronti della tecnica in questione, definendola una “stron*ata“. La star di Spider-Man: No Way Home ha quindi dichiarato che questi suoi colleghi “non sanno neanche di cosa parlano“. Di recente, gli attori Mads Mikkelsen, Jon Bernthal, David Harbour, Benicio del Toro e Will Poulter hanno soppesato il concetto di Metodo di recitazione, con Mikkelsen che ha definito “follia” il moderno uso improprio di questo approccio alla recitazione. Harbour, invece, ha definito il Metodo “sciocco e pericoloso“.
Ospite nel podcast WTF with Marc Maron, Andrew Garfield ha parlato del Metodo di recitazione, tema che ha spesso diviso gli addetti ai lavori. “Sono un po’ infastidito dall’idea sbagliata che il Metodo sia una stron*ata. Non credo che certi attori sappiano davvero cosa sia il Metodo se lo definiscono una stron*ata. Magari hai appena lavorato con qualcuno che afferma di essere un attore che segue il Metodo ma che in realtà non sta recitando davvero secondo il Metodo“, ha dichiarato l’attore.
Garfield ha chiarito: “Le persone si comportano ancora in quel modo e non si tratta di essere uno stron*o con tutti sul set. In realtà si tratta solo di vivere onestamente in circostanze immaginarie, essere davvero gentili con la troupe e, allo stesso tempo, rimanere un essere umano normale ed essere in grado di lasciar perdere quando è necessario, e rimanere nel personaggio quando vuoi rimanerci“. L’attore di Tick, Tick, Boom ha quindi affermato che il “processo di creazione” è “molto privato“, specialmente quando si tratta di utilizzare tecniche di recitazione metodiche.
Andrew Garfield ha attribuito a Ryan Gosling il merito di avergli mostrato com’è lavorare al fianco di un attore che segue il Metodo. Durante il suo primo provino per un adattamento del romanzo Le avventure di Kavalier e Clay, l’attore ha assistito alla dedizione di Gosling per le sue interpretazioni. Ha infatti ricordato: “Ero davvero sopraffatto. Pensavo tipo, ‘Questo ragazzo sta davvero facendo qualcosa ad un livello più profondo’. Era vivo. Non gli importava di farlo sempre allo stesso modo. Stava ascoltando. Era molto presente. Era spontaneo, era sorprendente“.
Secondo Gosling, all’epoca dei film Half Nelson e The Believer, Ryan Gosling aveva una “energia zen” sullo schermo. “Era un po’ come essere in una scena con un animale selvatico in cui non sapevi se ti avrebbe baciato o ucciso“. Garfield ha paragonato l’approccio di Gosling alla recitazione con la performance di Al Pacino in Quel pomeriggio di un giorno da cani e con i ruoli di Robert De Niro in The Mission e Il cacciatore. L’attore, che considera De Niro “il più grande attore vivente“, ha infine detto: “Vedi qualcuno che sta solo seguendo i suoi impulsi. Ogni singolo impulso è crudo, ed è reale, ed è vulnerabile, grottesco e bellissimo, ed è poetico. Questo è sicuramente il gold standard della recitazione cinematografica“.