Il famoso scrittore di Watchmen Alan Moore non è nuovo alla denuncia dei supereroi, ma in un’intervista rilasciata a Screen Rant, è tornato a parlare delle figure super-eroistiche, dichiarando che sono sinistri e creano dipendenza. Parlando della sua ultima pubblicazione, una raccolta di racconti intitolata Illuminations, Moore approfondisce in modo sorprendente la sua repulsione per il concetto stesso di supereroie, sottolineando come l’industria segua una metodologia simile a quella degli spacciatori di droga e affermando che potrebbe essere in parte responsabile dell’aumento delle ideologie fasciste in Gran Bretagna e in America negli ultimi anni.
Nell’intervista, Moore analizza il proprio impatto sull’industria, affermando che dopo aver scritto Watchmen – un’opera che molti critici indicano come la storia meglio realizzata e più influente nella storia del medium – l’industria ha deciso che il futuro dei supereroi era in “questi personaggi davvero cupi e deprimenti in distopie post-apocalittiche“. Moore afferma che “una volta detto che i fumetti non sono solo per i bambini, sembra che si sia deciso che i fumetti non sono affatto per i bambini” e che il mercato ha cercato di creare fumetti “esclusivamente per gli adulti assuefatti che costituivano la loro base di lettori negli anni ’60, ’70, ’80 e ’90“.
Moore continua: “Sono arrivato a pensare che i supereroi siano sinistri per una serie di ragioni… Non credo che le persone che sono dipendenti da questa roba, non sembrano essere soddisfatte del successo che ottengono, ma questa è una lamentela comune tra le persone dipendenti, no? … C’è una sorta di diminuzione dei rendimenti, e in particolare se la roba stessa non è più buona come un tempo“.
Moore paragona i supereroi al videogioco Candy Crush, sostenendo che sono stati resi distrazioni colorate senza una vera sostanza – “una combinazione di colori“, e in effetti ci sono elementi veramente “assuefacenti” nel modo in cui l’estetica dei supereroi è costruita. Tuttavia, Moore non si limita ad accusare le moderne narrazioni di supereroi di essere vuote, ma di essere attivamente dannose per la cultura. Continua dicendo che l’influenza dei supereroi si è manifestata nella cultura in generale in modi sempre più pericolosi, diffondendo l’idea di problemi grandi e semplici che possono essere risolti solo grazie all’intervento di individui troppo potenti. Moore osserva che personaggi come Elon Musk e Donald Trump si sono promossi come veri e propri supereroi e che la filosofia di fondo della “voglia di una soluzione rapida” è in parte responsabile dell’ascesa dell’alt-right in America.
“Quando questo si manifesta nel pensiero politico delle persone, si arriva a qualcosa come QAnon. Una minaccia completamente inventata e immaginaria da cui possiamo essere salvati solo da un eroe completamente inventato e immaginario. – conclude Moore -È quando il pensiero che pervade i fumetti di supereroi di terza categoria viene permesso di governare la realtà del consenso, quella in cui tutti noi dobbiamo vivere, che si verificano cose come l’Invasione Capitol Hill del 6 gennaio, capite?”