Il mondo del cinema è intrinsecamente legato all’esperienza visiva, e uno degli elementi caratteristici che riflette questa connessione è l’arte del manifesto cinematografico. Oltre ad essere strumenti di marketing affascianti, le locandine e i poster iconici sono opere d’arte a sé stanti, capaci di catturare l’essenza di un film in un’unica composizione d’immagini. Alcune di queste infatti sono talmente potenti da restare nell’immaginario comune a distanza di anni e diventare vere e proprie icone imperturbabili allo scorrere del tempo. Le ritroviamo infatti sulle magliette e in qualsiasi accessorio e merchandising cinefilo anche tra le nuove generazioni, a testimonianza dell’ottimo e caratterizzante lavoro artistico e concettuale fatto a suo tempo.
Il Padrino (1972):
La locandina de “Il Padrino” è un’icona senza tempo che incarna l’essenza del film cult di Francis Ford Coppola. La scelta di raffigurare iconograficamente la mano di Marlon Brando che tiene i fili di una marionetta è tanto audace quanto geniale e ricca di simbolismo e riflessione. Questo dettaglio visivo riassume il tema centrale del controllo e della manipolazione all’interno della famiglia Corleone. Curiosamente, Brando non ha mai tenuto tra le mani una marionetta nel corso del film, ma questa immagine è diventata un simbolo straordinariamente potente. La locandina trasmette così con una semplice immagine grafica l’idea del potere sottile che permea il mondo criminale rappresentato magistralmente nel film.
Pulp Fiction (1994):
La locandina di “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino è un esempio lampante di creatività e originalità. L’immagine ritrae Uma Thurman con l’iconico caschetto nero, con annessa sigaretta e pistola in uno scenario retrò che richiama le riviste pulp. Questa scelta visiva è una sorta di promessa al pubblico: il film sarà audace, innovativo e pieno di sorprese. Il font ispirato ai fumetti aggiunge un tocco di eccentricità, riflettendo perfettamente lo stile eclettico e non convenzionale del film stesso. Questo poster è diventato parte integrante dell’iconografia del cinema degli anni ’90, rappresentando la rivoluzione del cinema indipendente e rimanendo iconografia di culto fino ai giorni d’oggi.
Lo Squalo (1975):
Il manifesto de “Lo Squalo” è un esempio di come un’immagine possa generare suspense e anticipazione. La locandina presenta una piccola donna tranquilla e vulnerabile che nuota sulla superficie dell’oceano, inconsapevole del pericolo sottostante. Questa immagine, creata da Roger Kastel, è diventata un’icona e ha contribuito a rendere “Lo Squalo” uno dei film più memorabili e spaventosi della storia del cinema. La locandina è stata così efficace nel suscitare paura che ha contribuito a definire il genere dei film sugli squali e ha creato aspettative altissime prima ancora che il pubblico entrasse in sala: aspettative rispettate in quanto a distanza di 50 anni il film e il suo protagonista rimangono simboli potentissimi nel panorama della settima arte.
Così il manifesto cinematografico va ben oltre la sua funzione di promozione; è un’opera d’arte che riassume l’anima di un film. Attraverso esempi come quelli menzionati, possiamo apprezzare l’impatto duraturo che queste immagini iconiche hanno avuto sulla cultura cinematografica, sociale e culturale trasformando semplici poster in opere d’arte indimenticabili spesso appese con orgoglio sulle pareti di ogni buon cinefilo.
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