Occhi di ghiaccio, tratti delicati, fisionomia più unica che rara. Piaccia o meno, il volto di Cillian Murphy rimane impresso in virtù della sua particolarità. Irlandese, classe 1976, dopo qualche passo nel mondo dell’alternative rock locale, inizia a recitare a teatro e ottiene il ruolo dell’adolescente problematico in un paio di film indipendenti degli anni ’90. Questo biglietto da visita gli garantirà di perpetuare l’interpretazione dello psicolabile tenebroso, sebbene, nella realtà, sia una delle persone più sobrie e morigerate di questo mondo. La socialità non è il suo forte, malgrado abbia scelto una vita sotto i riflettori. Tanto carismatico sul grande schermo, quanto timido, dimesso e impacciato durante le interviste.
Alla domanda se sia a conoscenza del “disappointed Cillian Murphy meme“, risponde proprio con una delle sue tipiche espressioni, a metà tra lo spaesato e l’interdetto, note a molti utenti social (dei quali il nostro anti-divo non fa parte). Accoglie con modestia e semplicità la statuetta più ambita da ogni addetto ai lavori nell’ambito del cinema, festeggiando questo e altri importanti traguardi con una tranquilla riunione familiare. Si considera una persona ordinaria, lui che è uno dei più straordinari attori della sua generazione. Ed è, forse, proprio la sua normalità a suscitare tanto clamore. In onore del suo 48esimo compleanno, abbiamo ripercorso la sua già possente carriera nel mondo della settima arte, con una lista dei 12 migliori film con Cillian Murphy.
1. Breakfast on Pluto (2005)
Il miglior film con Cillian Murphy è Breakfast on Pluto. Neil Jordan decide di sfruttare la componente efebica della fisionomia dell’irlandese, affidandogli il ruolo di una transgender. E la parte gli si cuce letteralmente addosso, con precisione sartoriale, proprio come i vestiti succinti e licenziosi che indossa. Patrick Braden, che manifesta fin da bambino la sua identità sessuale, cresce e diventa una ragazza anticonformista, metafora del cambiamento subìto dall’Irlanda durante la Guerra civile.
L’espressività di Murphy è incredibile, come anche la naturalezza con la quale l’interprete “dimentica” di essere un uomo, regalando al pubblico l’immagine di Kitten, una giovane donna sfrontata e disinibita, che riesce a catturare, tra le lunghe ciglia, traumi e insicurezze. Tra sguardi ammiccanti e pose languide, la ricerca della madre resta sullo sfondo, in onore dell’esplorazione del proprio io. La pellicola è la perfetta dimostrazione della duttilità del suo protagonista, che avrà ancora occasione, nella sua carriera, di indossare con disinvoltura abiti femminili.
2. Oppenheimer (2023)
Un moderno Prometeo che dona agli uomini l’arma per distruggere sé stessi e il pianeta, portandosi il rimorso fino alla tomba. Il ritratto per lo schermo del padre dell’atomica, realizzato da Christopher Nolan in Oppenheimer, è quello di un uomo tanto geniale, quanto fatalmente ingenuo e tormentato. Robert Oppenheimer si muove sulle gambe di un Cillian Murphy maestoso, che riesce a restituire, con il solo sguardo, tutto il mondo che lo scienziato si porta dentro.
Paure, sogni, speranze, desideri, e poi amori, perdite, delusioni, tutto viene riflesso negli occhi magici ed espressivi del nostro protagonista. L’irlandese, visibilmente grato a Nolan per questa enorme responsabilità, si appropria del ruolo che gli garantirà la vittoria del suo primo (per ora) premio Oscar con un legame viscerale, simbiotico, impersonando il fisico sia nell’aspetto estetico che nell’indole e nel carattere. Una personalità così importante non avrebbe potuto avere un interprete migliore.
3. 28 giorni dopo (2002)
Jim si risveglia dal coma in una Londra deserta, dall’aspetto post-apocalittico. Si aggira disorientato in mezzo al nulla, invocando la presenza di qualcuno, ma nessuno gli risponde. Ignaro dell’infezione che ha falcidiato la popolazione, scampa per miracolo all’attacco di quelli che ritiene semplici cadaveri, finché due sopravvissuti gli somministrano l’amara verità. Il ragazzo emaciato e terrorizzato di 28 giorni dopo è Cillian Murphy nel primo dei ruoli che lo consacreranno al grande schermo.
Danny Boyle dà fiducia a un 26enne di Cork che dimostrerà di sapersi trasformare in un lucido assassino, abbandonando i panni dello spaventato e innocuo corriere, pur di sfuggire alla morte. La forza di Murphy sta ancora una volta nell’espressività del suo volto e nella particolarità del suo sguardo, al quale un attimo è sufficiente per passare dall’indifeso, all’impaurito, all’omicida. La recente notizia che l’attore farà parte del cast di 28 anni dopo è musica per le orecchie dei fan.
4. Batman Begins (2005)
Algido, calcolatore, corrotto. Non sono caratteristiche tipiche di un valoroso giustiziere mascherato da pipistrello, eppure Cillian Murphy ha provato a essere il protagonista in Batman Begins di Nolan, con un provino. Il risultato? Il regista ha escluso la possibilità che l’irlandese potesse interpretare il suo eroe, ma gli ha apposto il marchio di villain. E che villain! Dietro la tipica espressione da bravo ragazzo, con tanto di occhiali da saputello impacciato, si nasconde una personalità tagliente ed estremamente pericolosa.
Il subdolo Jonathan Crane, ossessionato dall’intenzione di testare gli effetti della “tossina della paura”, darà non poco filo da torcere al buon signor Wayne, incarnando un supercriminale dal temperamento imprevedibile, folle. Il fascino di Murphy e la sua maestria nel destreggiarsi tra due opposte personalità restituiscono l’immagine di un cattivo perverso, malato e irresistibilmente sexy.
5. Il vento che accarezza l’erba (2006)
Nell’Irlanda degli anni ’20, un giovane medico si accinge a partire per Londra, ma non riesce a restare indifferente nei confronti dei soprusi dell’esercito britannico. In Il vento che accarezza l’erba, Ken Loach scuce i punti di una ferita che sembra ormai cicatrizzata, indagando ragioni, torti e situazioni della Guerra civile irlandese.
Il protagonista, Damien, interpretato da Cillian Murphy, inizialmente refrattario al coinvolgimento in situazioni che non sente riguardargli, dimostra sempre più coraggio e caparbietà nel rappresentare ideali di cui va appropriandosi. Il fisico gracile dell’attore non si piega neanche di fronte alla morte imminente, che viene accolta a testa alta e sguardo fiero, con quegli stessi occhi che, senza parlare, comunicano la forza e l’orgoglio di un eroe.
6. Inception (2010)
Furto di idee, ossessioni, realtà che sfuma in sogno: in Inception, Nolan riunisce un cast stellare per sottoporlo a un’esperienza onirica complessa e stratificata, lasciando, per di più, lo spettatore col beneficio del dubbio su come si chiuda effettivamente la pellicola. Nel film, Cillian Murphy è Robert Michael Fischer, erede dell’impero finanziario del defunto padre. Viene ingannato da un “estrattore” professionista che tenta, con il suo entourage, di carpire l’accesso ai dati sensibili di cui lui è inconsciamente in possesso.
Vittima degli eventi e di sé stesso, Fisher sembra un ingenuo figlio di papà, ma presto si scoprirà essere stato addestrato a subire attacchi mentali e dimostrerà di avere la meglio sulle proprie insicurezze. Ancora una volta, tutto si gioca sul binomio algido/sensibile dell’aspetto dell’irlandese. Murphy riesce a essere credibile tanto nell’abbottonato ricco ereditiere, quanto nel fragile essere umano, alle prese con il fantasma di un genitore verso il quale non può che provare risentimento e tristezza.
7. Broken – Una vita spezzata (2012)
A chi non è mai capitato di avere una cotta per un insegnante? Se questo, poi, ha l’aspetto di Cillian Murphy, non soccombere al suo fascino è impossibile. In Broken – Una vita spezzata, Murphy è Mike, docente in una scuola media di una periferia londinese e idolo di una delle sue allieve. La sua integrità di educatore si scontra con l’instabilità della sua vita sociale e sentimentale, che lo rende un disadattato tra i disadattati. La storia, del resto, è proprio uno spaccato sui traumi e sui disagi subìti in un luogo di cui bassa scolarizzazione e violenza domestica sono i cardini.
Con questo personaggio, l’irlandese trova pane per i suoi denti. Una personalità borderline, sempre in bilico tra la ragionevolezza, la calma ostentata e il crollo mentale che lo porta a infuriare, per poi rimuginare e chiedere scusa senza ottenere perdono. Anche la sua è una vita spezzata, disomogenea e discontinua, caratteristiche che la fisionomia di Murphy riesce a portare al parossismo, regalando al pubblico il ritratto perfetto di uno psicolabile.
8. Red Lights (2012)
Un’integerrima esperta di paranormale e il suo giovane assistente smascherano con disinvoltura tutti i ciarlatani che millantano poteri soprannaturali, fino ad arrivare a uno scoglio insormontabile. In Red Lights, Tom Buckley/Cillian Murphy resta da solo a sbugiardare un pericoloso cialtrone, per poi scoprire di essere lui stesso a incarnare qualcosa che era convinto non potesse esistere. Murphy, che nella prima parte sembra un semplice comprimario, si rivela il vero protagonista della pellicola.
L’affascinante fisico risente dell’enigmatica fisionomia dell’attore che lo interpreta. Non riesce a sostenere uno sguardo, è timido, impacciato, è Cillian nella vita reale. Questo finché può contare sull’appoggio della sua controparte. Quando quest’ultima viene meno, emerge la vera personalità di Buckley. Caparbio, deciso e inarrestabile, crolla di nuovo di fronte all’incertezza della propria essenza, sgranando i suoi immensi occhi. Il pubblico è, ancora una volta, spettatore del perfetto bilanciamento della bidimensionalità dell’irlandese.
9. Peacock (2010)
Nascondere un disturbo dissociativo dell’identità non è semplice, soprattutto in una piccola e bigotta cittadina del Nebraska. In Peacock, Michael Lander indaga i traumi di John Skillpa, un discreto impiegato di banca che custodisce gelosamente il proprio alter-ego (che verrà fuori a seguito del deragliamento di un treno), frutto dei perpetrati abusi della madre dell’uomo all’epoca in cui lui era solo un bambino. Un John/Cillian schivo e ansioso cede pian piano il posto alla meravigliosa e delicata figura di Emma.
Costretto dagli eventi a dichiarare che l’altra identità sia sua moglie, John arriva a perdere di vista sé stesso, finendo per indossare definitivamente gli abiti femminili. La potenza espressiva dell’attore irlandese è tale da far apparire semplice e fluido il passaggio tra due personalità che non differiscono soltanto per carattere e indole, ma soprattutto per genere sessuale. Al tagliente viso di John, alla sua pettinatura spigolosa, va a sovrapporsi il dolce volto di Emma, incorniciato da soffici boccoli che sembrano celebrare la morbidezza e la carnosità delle labbra, le stesse che si serravano, fino a scomparire, nella controparte maschile.
10. A Quiet Place II (2020)
In un mondo post-apocalittico, invaso da creature cieche ma ipersensibili ai suoni, si muove una famiglia in cerca di un destino migliore di quello che sembra un presagio di morte annunciata. Nel secondo capitolo di A Quiet Place, gli Abbott perdono un elemento, ma ne acquisiscono un altro. Emmett è un solitario sopravvissuto che, con riluttanza, prende in carico le sorti di una donna e i suoi bambini, ostentando un’indole da mercenario, che poi si rivelerà essere semplice istinto di sopravvivenza.
A interpretarlo, un Cillian Murphy che fa sfoggio di tutta la sua virilità. L’attore sembra nato per muoversi in silenzio, tanto a fare rumore pensano i suoi occhi, fari luminosi nel buio di un paesaggio di speranze perdute. La fisionomia delicata dell’attore è corrotta da una folta barba che gli copre metà viso e da uno spartano berretto da baseball che porta calcato in testa. Tutto l’impegno profuso per invecchiarlo e insozzarlo cede di fronte alla limpidezza del suo sguardo, porto sicuro per i suoi protetti, che comunica tutto il terrore e l’angoscia di un uomo che tenta, fallendo, di ammantarsi di cinismo.
11. Red Eye (2005)
Il galeotto ritardo di un volo notturno fa incontrare la giovane dirigente di un albergo di lusso e un sedicente affabile ragazzo. Jackson Rippner, in realtà, è un pericoloso terrorista, che minaccia la donna di far assassinare suo padre, se lei non collaborerà all’omicidio del Vicesegretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti. Inizialmente cedevole al ricatto, la ragazza riuscirà a scampare per un pelo alla tragedia, non prima di aver affrontato personalmente Jackson.
Il viso da bravo ragazzo e i modi aggraziati di Rippner sono la malia che, come al solito, intrappola la vittima di turno. Red Eye, di sicuro non uno dei titoli più felici di Wes Craven, ha il pregio di vantare un cast che include un Cillian Murphy meraviglioso, che interpreta il villain con una naturalezza incredibile. Il personaggio (e non solo) non gode di una scrittura particolarmente brillante, ma la caratterizzazione che gli viene conferita dall’irlandese riesce a sopperire totalmente alla sceneggiatura carente.
12. Peaky Blinders (2013-2022)
Bonus track. Non parliamo di un film, in questo caso, ma ci perdonerete se abbiamo voluto inserire il personaggio che ha reso l’attore un’icona pop. All’interno della nostra classifica è in ultima posizione, non certo per importanza, ma l’interpretazione di Cillian Murphy nella serie tv Peaky Blinders che ha consacrato il volto dell’irlandese al grande e al piccolo schermo. Nella fumosa Birmingham del primo dopoguerra, la famiglia Shelby detiene la propria egemonia su vari traffici illeciti, corrompendo le forze dell’ordine e spazzando via le bande concorrenti. Tra gli affascinanti e carismatici “gypsies”, emerge il secondogenito, Thomas “Tommy” Shelby, incarnato da un Murphy semplicemente pazzesco.
Il fatto che il personaggio abbia un carattere, uno stile e una personalità diametralmente opposti rispetto all’attore che lo impersona, la dice lunga sul suo inestimabile talento. Dall’inconfondibile taglio di capelli all’abuso di alcol e tabacco, Murphy ripudia l’essenza di Thomas sotto ogni punto di vista, pur riuscendo a calarsi perfettamente nei suoi panni. Suo malgrado, la figura del criminale viene osannata e santificata, in virtù di un’espressività e di una statura recitativa che ha pochi pari. Per quanto possa lavorare per scucirsi di dosso la figura del tenebroso e conturbante gangster, nell’immaginario collettivo, Cillian Murphy non esiste senza Thomas Shelby. E viceversa.