Non esiste omaggio più sentito di una parodia, la voglia di schernire bonariamente un grande successo. Maestro indiscusso della parodia cinematografica è Mel Brooks, irriverente e geniale regista americano che nella sua lunga carriera ha ironicamente riscritto cult del cinema, facendoci ridere con piccoli capolavori come Mezzogiorno e mezzo di fuoco e Frankenstein Jr.  Horror e western, due generi cari al pubblico americano, ma sul finire degli anni ’70 esplose una rinnovata passione per un genere: la fantascienza.

L’incredibile successo di Star Wars non si limitò a stravolgere la visione che il grande pubblico aveva della sci-fi cinematografica, ma trasformò la fantascienza nel genere di maggior interesse per le major. Non solo, l’incredibile impatto avuto dalla pellicola di Lucas nell’immaginario collettivo stuzzicò immediatamente la curiosità del vulcanico Brooks.

L’arte della parodia

Casco Nero e il colonello Nunziatella
Casco Nero e il colonello Nunziatella

A metà anni ‘80, Mel Brooks era già riconosciuto come il maestro delle parodie. Aveva scherzato sul genere western con Mezzogiorno e mezzo di fuoco, deriso i film epici peplum con La pazza storia del mondo e aveva ottenuto grande successo con il suo Frankenstein Jr., una produzione amata che è diventata un cult senza tempo, parodiando il mito della Creatura di Mary Shelley e omaggiando i classici film horror della Hammer.

Durante quel periodo, Brooks stava lavorando al suo nuovo film, Essere o non essere, un remake di un film degli anni ’40, sotto l’etichetta della 20th Century Fox, collaborando alla sceneggiatura con Ronny Graham e Thomas Meehan. Durante una pausa, Brooks e i due sceneggiatori erano a pranzo nella mensa aziendale quando arrivò Marvin Davis, all’epoca proprietario della Fox. Scherzosamente Davis chiese a Brooks qual fosse il suo prossimo film, che repentinamente rispose:

Planet Moron!

L’idea di Pianeta Deficiente è stata una battuta brillante. Tuttavia, questa propensione scherzosa, combinata con la determinazione di Brooks nel portare la sua ironia nel mondo della fantascienza, prende forma nella fervida immaginazione del regista e comincia a evolversi in un progetto futuro.

Quando tre anni dopo Brooks decise di lavorare seriamente a quel progetto, richiamò i fidati Graham e Meehan. Dopo tutto, erano stati presenti anche loro durante la concezione di Pianeta Deficiente. E ora, erano destinati ad aiutare Brooks a superare il primo ostacolo: trovare il titolo perfetto per il film.

Tanto tempo fa, in una parodia lontana lontana

Stella Solitaria e Caco Nero si affrontano utilizzando lo Sforzo
Stella Solitaria e Casco Nero si affrontano utilizzando lo Sforzo

Nel 1985, in Inghilterra, era stato rilasciato il film comico Morons from Outer Space, rendendo l’idea di Planet Morons inutilizzabile. Thomas Meehan convinse tutti sulla necessità di includere la parola Space nel nuovo titolo per motivi di marketing, ma si sentiva il bisogno di qualcosa che trasmettesse lo spirito divertente tipico del regista.

Durante una delle prolungate sessioni di lavoro con i suoi sceneggiatori, Brooks era concentrato nel cercare disperatamente di inserire la parola “space” nel titolo, finché non ribaltò accidentalmente una bottiglia esclamando sorpreso “Balls!”. Graham ripeté “balls”, poi “space”, e infine “Space Balls!”

Tuttavia, un resoconto meno movimentato sulla scelta del titolo suggerisce che Brooks avesse optato per “balls” in riferimento al termine screwball, usato per le commedie ad effetto, un genere che includeva le parodie di cui Brooks era ormai considerato uno dei principali maestri.

Brooks non aveva dubbi su quale film avrebbe dovuto essere la base della sua pellicola: Star Wars. La saga di Lucas aveva raggiunto lo status di fenomeno di massa, e Brooks desiderava satirizzare questo vasto universo, nonostante le preoccupazioni dello studio di produzione riguardo all’eventuale calo d’interesse per Star Wars, considerando che l’ultimo episodio della Trilogia Classica, Il Ritorno dello Jedi, era uscito nel 1983.

Da non trascurare è il fatto che già nel 1978 era stata realizzata una parodia di Star Wars, proprio in concomitanza con l’uscita del primo capitolo: Hardware Wars. Girato con un budget estremamente ridotto all’interno di una vecchia lavanderia, Hardware Wars ebbe un notevole successo (incassando 500.000 dollari), guadagnando al regista amatoriale Ernie Fosselius i complimenti da parte di Lucas.

Tuttavia, Lucas aveva avviato una massiccia operazione di merchandising, difendendo con vigore i diritti legati al suo lavoro cinematografico. Di solito, la satira e la parodia erano escluse dalle possibili azioni legali, ma Brooks, pur ammirando il lavoro di Lucas, desiderava ottenere l’approvazione del regista prima di portare avanti il suo progetto.

Per un pugno di crediti

Il vasto, fittizio merchandise di Balle Spaziali
Il vasto, fittizio merchandise di Balle Spaziali

In quel periodo, Lucas stava lavorando su Howard il Papero, uno dei primi film basati sui fumetti Marvel. Quando Brooks gli presentò la sua idea, Lucas la trovò divertente, ma pose una sola condizione, come raccontato dallo stesso Mel Brooks.

“Lucas e i suoi collaboratori erano preoccupati solo di un aspetto di Balle Spaziali, non volevano che per noi fosse semplice sviluppare un merchandise sui personaggi in caso di successo”

Accettando il limite imposto da Lucas, Brooks si spinse oltre, arrivando a coinvolgere la Lucasfilm per la postproduzione della pellicola. Questa decisione fece lievitare i costi di produzione fino a raggiungere i 25 milioni di dollari, il film più costoso mai realizzato da Brooks. Tuttavia, in questo modo Balle Spaziali ebbe degli effetti speciali spettacolari, vero punto di forza della pellicola.

Ma la dissacrante ironia di Brooks non poteva resistere alla tentazione di sbeffeggiare la la restrizione imposta da Lucas sul merchandising. Da qui, la gag del negozio di souvenir del maestro Yogurt, in cui compare una delirante gamma di prodotti legati al film, come cestini per la merenda e persino un lanciafiamme. Naturalmente, prodotti inventati appositamente per il film, mai effettivamente commercializzati, realizzati utilizzando gadget dei  Transformers, su cui vennero applicati adesivi di Balle Spaziali.

Alla ricerca di protagonisti

Stella Solitaria e Ruttolomeo
Stella Solitaria e Ruttolomeo

Brooks aveva l’intenzione di garantirsi un cast di prim’ordine per il suo film Balle Spaziali, cercando volti noti di Hollywood che avrebbero sicuramente attirato l’attenzione verso la sua pellicola.

Inizialmente, per il ruolo del protagonista, Lone Star, i nomi presi in considerazione furono quelli di due attori emergenti dell’epoca, Tom Hanks e Tom Cruise. Entrambi rifiutarono immediatamente il ruolo, preferendo evitare di interrompere il loro percorso professionale con un film non abbastanza serio.

Brooks si orientò quindi verso un attore famoso che cercava un ruolo dopo un periodo difficile, James Caan, ma l’interprete de Il Padrino era troppo impegnato nel suo percorso di riabilitazione dalle dipendenze. La fortuna sorrise a Brooks una sera al teatro, quando scoprì il giovane attore Bill Pullman e fu convinto che avesse il volto adatto per interpretare Lone Starr.

Per i ruoli del cattivo, Casco Nero, e del compagno di avventure del protagonista, il coraggioso Ruttolomeo, furono scelti due amati attori comici, già collaudati in La piccola bottega degli orroriRick Moranis e John Candy. La chimica tra Moranis, Pullman e Candy si rivelò perfetta, dando vita a una dinamica comica che contribuì a rendere Balle Spaziali il mito ancora osannato oggi.

L’unico attore veramente celebre del film è John Hurt, che appare in un cameo interpretando il suo personaggio di Alien durante la scena del ristorante. Brooks riuscì a convincere l’attore sottolineando che sarebbe stata un’apparizione breve, ma una volta che Hurt ebbe letto il copione e compreso la complessità della scena, decise di richiedere un compenso per il suo cameo.

Parodiare la fantascienza

Lo xenomorfo ballerino che non ti aspetti
Lo xenomorfo ballerino che non ti aspetti

Balle Spaziali è considerato uno dei capolavori di Mel Brooks. Il versatile regista ha inserito  trovate decisamente geniali, tra cui la propensione a rompere la quarta parete, quel confine sottile che divide la storia dal pubblico. Scene come quella della registrazione del film in tempo reale o le guardie che arrestano per errore le controfigure degli attori sono frequenti in Balle Spaziali, esempi della geniale e incontenibile creatività di Brooks.

Pur essendo ricordato principalmente come una parodia di Star Wars, Balle Spaziali  si prende gioco di gran parte dei cult della sci-fi del periodo. Da Star Trek a Il pianeta delle scimmie, da Alien a Transformers, il film raggiunge anche altri generi, omaggiando pellicole come Lawrence d’Arabia e Il ponte sul fiume Kwai.

I riferimenti e le parodie presenti in Balle Spaziali prendono spunto da grandi produzioni hollywoodiane diventate dei cult, permettendo agli spettatori di sorridere identificando facilmente le fonti di queste battute. Tuttavia, va detto che alcuni elementi sono più chiari per il pubblico statunitense, poiché si riferiscono a consuetudini e linguaggio popolare americano, aspetti che ovviamente possono sfuggire nella traduzione.

Il successo di Balle Spaziali

Come si rompe la quarta parete: i protagonisti guardando la videocassetta del film!
Come si rompe la quarta parete: i protagonisti guardando la videocassetta del film!

Come spesso accade con tutto ciò che ha un legame con Star Wars, anche Balle Spaziali ha ottenuto un notevole successo. Le preoccupazioni iniziali di Mel Brooks riguardo al timore di arrivare tardi nel cavalcare l’onda di Star Wars, il cui ultimo capitolo era uscito tre anni prima, sono state spazzate via dal successo del film. Questo dimostra che il fascino per il genere inaugurato da Star Wars, la space opera, si è rapidamente trasformato in un contesto familiare per il pubblico.

Secondo Rick Moranis, parte di questo successo è stato dovuto al fatto di non limitarsi a parodiare solamente l’universo creato da Lucas.

Balle Spaziali non deride solo Star Wars, lo abbiamo usato come base, ma abbiamo praticamente preso in giro tutto il cinema di fantascienza!”

Per anni, si è sperato che il continuo espandersi di Star Wars potesse stimolare Brooks a realizzare un secondo capitolo di Balle Spaziali, considerato come fosse nota la presenza di numerose scene non usate nel primo film, da utilizzare per un eventuale seguito. Tuttavia, esclusa una seri animata del 2008, l’attesa è durata più di trent’anni, sino all’annuncio ufficiale del ritorno di Stella Solitaria, previsto per il 2027.

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Classe '81, da sempre appassionato di pop culture, con particolare passione per il mondo dei comics e la fantascienza. Dal 2015 condivide queste sue passioni collaborando con diverse testate, online e cartacee. Entra nella squadra di ScreenWorld come responsabile dell'area editoria con una precisa idea: raccontare il mondo del fumetto da una nuova prospettiva