Con il rilascio del suo controverso episodio finale, si è andata a concludere la quarta stagione di True Detective, nuova iterazione della celebre serie crime ideata dallo scrittore/sceneggiatore Nic Pizzolatto nel 2014. Aldilà di ogni possibile risvolto narrativo, movimento di macchina o guizzo recitativo, ciò che è balzato maggiormente agli occhi degli spettatori e della critica, è il suggestivo impianto scenografico offerto dai ghiacci dell’Alaska. Che ha contribuito a rendere ancor più interessante l’indagine condotta dai personaggi interpretati da Jodie Foster e Kali Reis. Se l’ambientazione ha suscitato la vostra attenzione, ecco 10 opere tra film e serie tv simili a True Detective: Night Country (da guardare possibilmente al caldo, e al riparo dal freddo invernale).
1. Fortitude (2015)
Fortitude è una tranquilla città di frontiera dell’estremo Nord. Un giorno la sua comunità viene sconvolta da un brutale omicidio. Le indagini sono affidate allo sceriffo Dan Anderssen, affiancato dal detective Eugene Morton, un esperto di omicidi arrivato appositamente da Londra.
Simon Donald è l’ideatore di questa notevole trappola glaciale, battuta da un ritmo lento, tra la luce accecante data dal bianco della neve e dal ghiaccio e da verità taciute coscientemente dai protagonisti, dove il freddo e il gelo levano di mezzo tutti gli orpelli inutili per lasciare spazio solo alla forza pura dell’immanenza. E che dal proprio ventre restituisce dopo eoni, cimiteri di mammut, fortune in avorio e tossine ambientali, qualcos’altro di ancora più sinistro e pericoloso. Facendo piombare subito lo show prodotto da Sky in un’atmosfera lugubre, cupa, di un luogo “oltre”, che non segna più il nostro mondo, ma nemmeno uno nuovo. In un avvincente mix tra thriller psicologico e horror.
Una serie tv che in qualche modo ha ispirato con chiare evidenze, anche se non è stata data alcuna ufficialità in merito, proprio True Detective: Night Country. Un thriller compassato, glaciale tra gli stessi ambienti e con una trama molto simile. Certamente è il prodotto che va consigliato con maggior foga nel caso in cui si fosse interessati ad approfondire l’esperienza scritta da Issa Lopez.
2. Snowpiercer (2020)
Sette anni dopo che una nuova Era Glaciale ha trasformato la Terra in una sconfinata landa ghiacciata, i pochi superstiti dell’intera popolazione mondiale, per poter garantire la sopravvivenza della specie, sono diventati i passeggeri di un treno lunghissimo, lo Snowpiercer, che viaggia attorno al globo in moto perpetuo, in attesa che le temperature terrestri tornino a essere vivibili. I vagoni del mezzo fungono da spartiacque tra le diverse classi sociali che, inevitabilmente, finiranno in lotta per la supremazia e la sopravvivenza.
Ispirato alla graphic novel Le Transperceneige di Jacques Lob e Jean-Michel Charlier, e all’omonimo film girato di Bong Joon-ho, lo show attraverso una trama complessa e piena di opportunità narrative, cerca di distaccarsi dalla pellicola originale, percorrendo la strada inedita del crime series. La cui essenza è scissa tra una pulsione conservativa e una progressista, in un percorso entusiasmante che trova il suo principale punto di forza nella cura delle sue ambientazioni. Un prodotto incalzante, con un ritmo ben preciso e una protagonista femminile accattivante, interpretata da una bravissima Jennifer Connelly.
3. The Hateful Eight (2015)
Sono passati pochi anni dalla fine della Guerra di Secessione americana. Immersa nel paesaggio gelido del Wyoming, la diligenza di O.B. Jackson si dirige verso la città di Red Rock. A bordo della carrozza ci sono il cacciatore di taglie John Ruth e la famigerata latitante Daisy Domergue, la cui taglia ammonta a 10.000 dollari. In seguito a una tempesta di neve si ritrovano a dover dividere una locanda con altri strani figuri, ma forse c’era già qualcuno ad aspettarli e non se ne rendevano neanche conto.
Con un impianto narrativo a metà strada tra un romanzo di Agatha Cristie e un’opera teatrale di Harold Pinter, un tribunale che blatera di impiccagioni, omicidi legali, legittima difesa, normalizzazione della violenza, messa a punto dalla giustizia. Dove i dubbi restano e maturano tra una tazza di caffè e un bicchiere di cognac. Un thriller dove i livelli di visione permettono al pubblico di non staccare mai gli occhi dai personaggi e dalla relazione che ciascuno di loro intrattiene con l’altro, in un clima di paranoia che monta. Tra colpi di scena, morti improvvise, rivelazioni, indizi e un epilogo in pieno stile tarantiniano. Una pièce cinematica tra autorialità e blockbuster.
4. Revenant – Redivivo (2015)
Nord Dakota, 1823. Un gruppo di cacciatori, guidato da Hugh Glass, è attaccato dalla tribù nativa Arikara. Mentre cammina nel bosco, Glass viene attaccato da un orso grizzly e ingaggia una lotta massacrante con l’imponente animale. Pur riuscendo ad abbattere la bestia selvatica, il cacciatore riporta gravi ferite e non può continuare il viaggio. Viene, quindi, abbandonato dai suoi compagni e per questo darà inizio a un viaggio alla ricerca della vendetta.
Il desiderio cieco e ossessivo di un cinema che cerca il suo limite estremo, quella linea utopistica tra artificio e natura. Una forza cerimoniale, senza ironia, di rito hollywoodiano. Dove tutto si raccoglie e ordina sulle linee di campo di una imposta volontà autoriale, che annette a sé ciascuna idea, divorandola come la gravità di un buco nero. Un viaggio epico che intreccia i filoni del survival e del revenge movie con straordinaria efficacia drammaturgica ed emotiva. Un inno al primordiale impulso alla sopravvivenza, un omaggio alla dignità umana, al senso di giustizia e all’amore per la famiglia. Il crudo verismo che si trasforma in delirio visionario, il destino nobile dell’eroe in destino tragico, la mistica occidentale in panteismo pagano, la parabola biblica in martirio universale.
5. L’Uomo di Neve (2017)
In un panorama glaciale come il suo terreno di caccia, un sociopatico che si autodefinisce “The Snowman Killer” ha puntato l’unica persona a cui vuole dimostrare il suo metodico gioco perverso e criminale: l’investigatore capo di una squadra speciale anticrimine. Fornendo delle esche avidamente semplicistiche, lancia il suo guanto di sfida ad un degno avversario da affrontare nel suo gioco malato. Per il detective Harry Hole, la morte di una giovane donna avvenuta dopo la prima nevicata invernale, non sembra altro che un omicidio ordinario nel suo distretto.
La cristalizzazione di una tragedia che si colloca all’interno del sodalizio familiare e in uno spazio-tempo antecedente al presente, dove a fare da leitmotiv alle vicende del personaggio nato dalla penna di Jo Nesbo, è la necessità di fare i conti con i fantasmi del proprio passato, allo scopo di liberarsene una volta per tutte. Intrigante, intenso, leggermente accattivante, nato dalle sapienti mani di Martin Scorsese e successivamente passato a Thomas Alfredson, il girato è ricco di ambientazioni magnifiche, curate nel dettaglio, che grazie alla loro vasta e bianca desolazione, quieta e silenziosa, vanno a rappresentare la solitudine e la tristezza che attanagliano la quotidianità del detective Hole e del killer. Michael Fassbender nei panni dell’antieroe, guida a passo lento un’ottima assamble attoriale nel marcio della Norvegia, tra le pesanti e chiare impronte lasciate sulla neve della cinematografia contemporanea, tra svolte inattese e una tensione crescente che non accenna a spegnersi. Un giallo macabro.
6. Doctor Sleep (2019)
Dan Torrance è rimasto segnato dagli eventi traumatici del suo passato, di quand’era bambino e rischiò di morire per mano di suo padre, impazzito a causa delle presenze maligne dell’Overlook Hotel. Dan, che possiede dei poteri extrasensoriali, incontra Abra, una ragazza che ha le sue stesse capacità e che è preda di un gruppo noto come The True Knot, persone che si “nutrono” della “luccicanza” alla ricerca dell’immortalità.
Lo scontro kinghiano tutto al femminile tra forze del male e del bene, la condivisione del dolore, la doppia ambivalenza della morte, tra il sacrificio della vita altrui e l’accompagnamento verso l’eternità, il confronto/scontro con i propri demoni interiori in un dialogo meta cinematografico tra passato e presente. Tradendo le aspettative di una messa a scena a specchio sulle atmosfere del predecessore, Mike Flanagan omaggia Kubrick, sviando dalle scorciatoie dell’horror, e realizzando la propria opera senza alcun timore reverenziale, mosso da una palpabile e toccante rispettabilità. Un adattamento in larga parte fedele al romanzo originale, dove l’inquietudine e l’esoterismo prevalgono sul jumpscare fine a sé stesso, costruendo una nuova narrazione nel tentativo di superare la barriera tra i medium, in una conciliazione che, pur consapevole delle differenze strutturali, riconosce a entrambi la potenza di creatori di immaginario.
7. 30 Giorni di Buio (2008)
Per molti secoli i vampiri sono stati costretti a nascondersi nelle tenebre evitando i raggi del sole. Nella remota cittadina di Barrow, in Alaska, ogni inverno ci sono i trenta giorni di buio, e i succhiasangue ne approfittano per nutrirsi degli abitanti. Lo sceriffo Eben, insieme alla sua ex moglie Stella, e ad un gruppo di sopravvissuti dovrà fare di tutto per restare in vita fino al sorgere del sole.
Tratto dal fumetto omonimo di Steve Niles e Ben Templesmith, l’incipit abile nell’utilizzo dei topoi del genere e nel mescolare neve e fiotti di sangue, abbandona l’artificio in favore di un’intimità con la materia, aumentando il senso di fatalità e minaccia incombente. Proprio come assistere ad un reportage di guerra, dove nelle strade brulicano uomini e non morti, corpi trascinati, dilaniati, esplosi e sangue che si sparge sul suolo innevato, dal notevole impatto visivo. Un vampire movie dall’ottimo entertainment, frutto anche di una regia a metà strada tra l’estetica da videoclip e trovate originali e spaventose, da mantenere intatto lo spirito claustrofobico dell’opera originale. Visione epidemica.
8. Millennium – Uomini che odiano le donne (2011)
Stoccolma, 2006. Mikael Blomkvist viene ingaggiato da Henrik Vanger, un potente industriale svedese che, attratto dalla scrupolosità e caparbietà del giornalista, decide di rivolgersi a lui per indagare sulla scomparsa di sua nipote Harriet, avvenuta quarant’anni prima. Il motivo per il quale Henrik è così preoccupato di conoscere la verità è perché è convinto che sia sto proprio un membro della sua famiglia ad uccidere la nipote.
In una Svezia livida e nebbiosa, David Fincher punta a tratteggiare i caratteri più oscuri di un’intera nazione, concentrandosi sulle sfumature di grigio insite all’interno dello stesso paese, e nel cuore della sua protagonista. Costruito in larga parte come un ipertesto che collega foto, mappe, scritti, ricordi, tracce di ogni natura, l’indagine si comprime in rimozioni della storia, fantasmi mai dichiarati di un passato nazista, violenza familiare, l’orrore dei maschi che odiano le donne, nascosto nel rito sociale di un semplice pranzo. Con ritmi che tendono con successo ad ansie laceranti sulle violenze sessuali e sulle vendette di chi le ha subite. Un film cupo su sentimenti e ossessioni “umane”, a tratti sconcertante per come fa esplodere la sua violenza nella sua malata quotidianità, complessa in quanto sostanzialmente fluida, dove Bene e Male diventano poli quasi indiscernibili di un’umanità laica, ferita da un passato morboso, cicatriziale.
9. La Cosa (1982)
Gli scienziati di una stazione di ricerca in Antartide recuperano un husky che i norvegesi hanno cercato di uccidere. Dopo averlo rinchiuso, visitano la base abbandonata, scoprendo molti cadaveri e i resti di un presunto disco volante. Presto, il cane viene posseduto da una forza misteriosa e ostile, trasformandosi in una creatura feroce e scatenando il panico nella base. Il pilota McReady e i suoi colleghi si ritrovano a lottare contro un qualcosa di mostruoso, che combina DNA dando vita a creature sempre più orribili e spaventose, in quella che diventa una disperata lotta per la sopravvivenza in un luogo freddo e sperduto.
L’ambiente stesso che si trasforma in minaccia, dove i ghiacci dell’Antartide diventano una natura matrigna, una barriera che chiude ogni possibile via di fuga. La sua minaccia incombe inarrestabile e in grado di sconfiggere ogni positivismo, ogni fiducia, ogni ottimismo, ogni perbenismo di facciata nonché la stessa individualità dell’uomo, il cui urlo agghiacciante si propaga inascoltato, tra gli spazi vuoti di uno spazio glaciale e inospitale. La diffidenza e lo studio di ogni piccola anomalia comportamentale, la ricerca di indizi, l’esigenza di eliminare fisicamente tutti coloro che potrebbero rappresentare una minaccia alla propria sopravvivenza. La Cosa è prima di tutto uno stato mentale, un limbo nichilistico dove ogni vincolo umano viene azzerato.
10. Shining (1980)
Lo scrittore Jack Torrance accetta, assieme alla moglie Wendy ed al figlioletto Danny, di fare da custode invernale ad un hotel deserto, l’Overlook Hotel, dove anni prima un suo predecessore era impazzito ed aveva sterminato la famiglia. L’hotel è attraversato ed abitato da strane presenze ed in esso le leggi spazio-temporali sembrano sovvertite. L’isolamento, sommato al fallimento letterario, muta il comportamento di Jack che inizia a dare segni di squilibrio.
Un labirinto a spirale dove il cammino di chi trova la via d’uscita è il medesimo che, in senso inverso, porta all’involuzione e si chiude su sé stesso. Ispirandosi al romanzo di Stephen King, Stanley Kubrick utilizza i codici del genere horror per estremizzare un’allegoria che racchiude la sua visione dell’uomo: essere che, in quanto individuo, si sforza di superare i propri limiti temporali e cognitivi, destinato a trascorrere la vita in un’evoluzione/involuzione in cui alla fuga seguirà comunque inesorabilmente l’esserne risucchiati. Dove la libertà e la volontà sono concetti vuoti: la nostra vita è dominata da forze esterne e interne, il potere e la guerra, le regole e i doveri sociali, le gerarchie, il passato, la scienza, le paure, le pulsioni sessuali, i desideri e le frustrazioni. Una visione parapsicologica del male trasmutata in thriller psicologico, fantastico, irrequieto, schizofrenico, minaccioso, introspettivo, enigmatico, emblematico.