Non solo Halloween, i gialli, i true crime e l’horror: per una buona fetta di pubblico “autunno” è sinonimo di “commedia romantica”, genere che comprende quei comfort movie che tutti almeno una volta all’anno guardiamo davanti alla cena preferita o a una bella tisana. Sì, anche chi afferma di non amare particolarmente certi film in realtà li ha guardati almeno una volta – e probabilmente li tiene nel cassetto dei guilty pleasure.
La commedia romantica per eccellenza, quella che ormai possiamo definire classica, comprende tutti i film di Nora Ephron con Meg Ryan, rispettivamente regina della Rom-com e fidanzatina d’America nei nineties.
È probabile che per la Gen Z questi due nomi non dicano nulla, ma certamente per i Millennials le due signore in questione toccano le corde giuste ed emozionano ancora come la prima volta.
Da dove veniamo
Prima dell’ormai desueta formula in cui due amici, quasi sempre uomo e donna, finiscono per innamorarsi (Un amore di testimone con Patrick Dempsey è un chiaro esempio), c’è stata la madre di tutte le commedie romantiche di questo tipo: Harry ti presento Sally, scritto da Nora Ephron e diretto da Rob Reiner – proprio il regista di Misery non deve morire e Stand by me. Harry ti presento Sally è forse la più imitata ed emulata rom-com nella storia del genere. Questo film ha fatto scuola con le sue scene cult (vedasi l’orgasmo simulato di Meg Ryan al ristorante davanti a Billy Crystal) e ha cambiato per sempre la commedia romantica. Lo stesso vale per C’è posta per te, che ha segnato gli anni ’90 in un periodo in cui Internet era ancora considerato una scoperta pionieristica.
Il film, ed è una costante, fu scritto e diretto da Nora Ephron (di cui vi consigliamo caldamente di leggere i libri): protagonisti d’eccezione Meg Ryan e un Tom Hanks fresco di Premio Oscar. I due personaggi della pellicola, rivali sul lavoro che si detestano nella vita reale, non immaginano di essere gli stessi innamorati che si inviano frequentemente delle mail sotto pseudonimo in una chat room. Con un meccanismo narrativo simile, il divertimento è assicurato. La stessa coppia di attori aveva già lavorato in un altro film sempre firmato da Ephron, Insonnia d’amore, che a sua volta citava un grande classico: Un amore splendido con Cary Grant e Deborah Kerr. Memorabile la scena sull’Empire State Building dove i due si danno appuntamento a San Valentino, proprio come nel film con Cary Grant.
E dopo Nora Ephron?
I film citati sono il perfetto esempio di un genere che tra gli anni Ottanta e Novanta ha raggiunto il suo apice: grazie a quelle pellicole, tutti i film romantici a seguire hanno potuto esistere – ma anche evolversi. Perché la commedia romantica, a discapito di quanto possano dire i detrattori del genere, è anche uno specchio della società in cui la storia d’amore è un pretesto per dire moltissimo delle evoluzioni sociali, tecnologiche e sessuali del mondo. Da questo punto di vista, le serie TV hanno preso piede potendo approfondire certi argomenti relativi all’amore con spazio decisamente maggiore rispetto ai film. A tal proposito, impossibile non citare Sex and the City, che a cavallo con gli anni Duemila ha rivoluzionato la narrativa sul sesso, l’amore e l’amicizia.
Anche in quest’ultimo caso, il prodotto in questione ha sdoganato temi e trattato argomenti che fino a quel momento non erano mai stati affrontati in una serie o in un film – tanto che SATC diventa una sorta di manuale di sopravvivenza per i rapporti, discutendo non solo i rapporti etero nel nuovo millennio ma anche quelli LGBTQI+, oltre a esplorare il sesso a 360°. Senza la serie creata dalla penna di Candace Bushnell probabilmente non avremmo mai avuto prodotti come Modern Love, Love, Valeria, Fleabag e tante altre.
E alla fine arriva lo streaming…
Le serie TV sopracitate sono praticamente tutte prodotte dalle piattaforme streaming. A un certo punto degli anni Duemila, con l’avvento di Netflix, Prime Video, Disney+ e simili si è assistito a un boom di prodotti d’ogni tipo – una valanga di film e serie tv originali che ci hanno emozionato e incuriosito come il monolite di 2001: Odissea nello spazio. Proprio in questo periodo dell’anno, le piattaforme sfornano un nuovo contenuto rom-com fatto apposta per quella fetta di pubblico che in autunno non vuole solo contenuti spooky ma ama coccolarsi con storie che scaldano il cuore – se poi fanno anche divertire o riflettere, tanto meglio.
Prendiamo Netflix, per esempio: negli anni della pandemia ha rilasciato film come Holidate e Come far perdere la testa al capo, perfetti esempi di produzioni figlie delle commedie romantiche brillanti citate sopra. Arriviamo a queste ultime settimane in cui la serie TV rom-com più chiacchierata è stata Nobody Wants This, con protagonisti – a proposito di nostalgia da Millennials – Adam Brody (Seth Cohen di The O.C.) e Kristen Bell (Veronica Mars). Ai Millennials bastava questo per dire “sì, lo voglio!”, ma gli autori dello show hanno saputo costruire anche una storia che capovolge i consueti meccanismi narrativi tipici del genere. Per la gioia dei fan, la serie è stata già confermata per una seconda stagione.
Basta che funzioni
Riprendendo come esempio una puntata della sesta stagione di Sex and the City in cui Miranda è sconvolta all’idea di non saper rispondere a un “Ti amo” in modo naturale, è come se Nobody Wants This nascesse da quelle riflessioni per raccontare la storia di Joanne e Noah. I due si innamorano al primo sguardo: fin qui nulla di strano, se non fosse che lui è un rabbino mentre lei ha un podcast su relazioni e sesso insieme alla sorella. I riferimenti a SATC sono ovvi: come Carrie aveva una rubrica sul New York Star, l’evoluzione di questa professione è un podcast. Altro punto di contatto è il fatto che lei sia una Shiksa (donna non ebrea) e lui un ebreo praticante, per giunta rabbino. Non vi ricorda a grandi linee il rapporto tra Charlotte e Harry?
Ma cosa c’entra la riflessione su Miranda? La novità di Nobody Wants This è che i due protagonisti non hanno un rapporto tossico, non si lasciano sopraffare dagli ostacoli che gli si pongono davanti e neppure dai loro traumi passati: qui l’amore supera spontaneamente ogni cosa. Inoltre entrambi, in modo maturo, si dicono tutto subito e con chiarezza, senza creare equivoci o inutili conflitti.
Com’è possibile? L’equivoco non è alla base della commedia romantica? Sì lo è, o meglio lo è stato finora, ma dagli anni ’80 -’90 i tempi sono cambiati: dopo averne passate tante, era necessario sdoganare anche l’amore tranquillo e spontaneo, chiarendo che un sentimento nato in modo naturale e senza conflitti non è per questo meno appassionato. Benvenuti dunque in una nuova era della commedia romantica: cosa ci riserverà il futuro?
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