Dance First è il secondo dei biopic firmati da James Marsh che, dopo aver portato in scena la vita del celebre Stephen Hawking, si occupa dell’iconico drammaturgo Samuel Beckett. Il primo trailer del progetto è stato diffuso oggi.
Gabriel Byrne, nel ruolo del protagonista, è affiancato da Fionn O’Shea, Aidan Gillen, Maxine Peake e Sandrine Bonnaire. La sceneggiatura è stata curata da Neil Forsyth. Il lungometraggio, che ha fatto il suo debutto durante il Gala finale del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, nel 2023, sarà distribuito da Magnolia Pictures. Nella sinossi, si legge:
Il genio letterario Samuel Beckett ha vissuto una vita a più voci: bon vivant parigino, combattente della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, drammaturgo vincitore del Premio Nobel, marito donnaiolo e recluso. Ma nonostante tutta l’adulazione che gli è stata tributata, era un uomo estremamente consapevole dei propri fallimenti. Il film, che prende il titolo dal famoso motto di Beckett ‘Prima balla, poi pensa’, è un resoconto completo della vita di questa icona del XX secolo.
L’autore è vissuto tra il 1906 e il 1989 ed è ricordato soprattutto per le sue opere teatrali quali Aspettando Godot e Endgame. Il trailer dà un assaggio dell’esistenza di Beckett, della sua amicizia con James Joyce, della sua partecipazione alla Resistenza francese nel corso della Seconda Guerra Mondiale, passando per la sua relazione con Barbara Bray, fino al Premio Nobel per la Letteratura per arrivare alla sua morte.
Il regista è anche impegnato sulla pre-produzione di Night Boat to Tangier, tratto dal romanzo di Kevin Barry, con protagonisti Michael Fassbender e Domhnall Gleeson. Riguardo a Dance First, Marsh ha affermato che si tratta si una “biografia insolita“, rimarcando l’approccio originale verso il vissuto e le esperienze del drammaturgo, analizzati attraverso “la lente dei suoi errori“. Il cineasta ha dichiarato:
Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, inizia con il premio Nobel, una grande onorificenza letteraria che è un po’ noiosa, esattamente quello che ti aspetteresti e vorresti evitare come regista, ma poi molto rapidamente diventa qualcosa di incredibilmente sovversivo e audace. Mi ha entusiasmato il fatto che non fosse convenzionale e sono rimasto sorpreso e provocato dalle deviazioni che ha preso molto presto.