Lo scorso anno usciva Cyberpunk: Peach John, il primo manga creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale e quest’anno, viste le potenzialità dietro l’utilizzo di questo strumento, diverse case editrici giapponesi hanno deciso di investire quattro milioni di dollari per lo sviluppo di AI sempre più aggiornate.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale negli ultimi mesi è più attivo che mai, dopo la rapida diffusione di sistemi avanzati come ChatGPT, che si sono infiltrati nella quotidianità della maggioranza delle professioni da quelle mediche a quelle artistiche, mettendo al centro del dialogo quanto il lavoro dell’uomo possa essere sostituito da quello di una macchina e, in particolar modo nell’ambito culturale, come una macchina possa essere in grado di eguagliare la creatività umana. In Giappone, dove i ritmi lavorativi sono notoriamente più frenetici rispetto all’occidente, sembrerebbe che questo mezzo possa alleggerire autori, mangaka e traduttori da un carico lavorativo estenuante.
Ad aprire le riflessioni sull’utilizzo dell’AI è stata sicuramente l’autrice Rie Kudan che con Schoolgirl vinse nel 2023 il prestigiosissimo letterario Akutagawa, nonostante fece scandalo quando ammise che l’opera fu scritta per il 5% con l’aiuto di ChatGP. Per quanto riguarda il mondo dei manga il lavoro che si intende affidare a Mantra Engine, il softwar in via di sviluppo da parte delle case editrici, è quello di traduttore, aiuterebbe a tagliare i costi ma soprattutto i tempi di esportazione delle opere verso l’estero. Ovviamente ogni luce ha la sua ombra, in questo caso parliamo di un’intera categoria di lavoratori che rischia di perdere il proprio posto, i traduttori, che riuniti sotto la Japanese Associaton of Translator hanno pubblicato il loro comunicato ufficiale:
le traduzioni eseguite con l’AI sono inadatte per opere dove il contesto e le vicende narrate hanno un ruole centrale nel dare un senso alle parole. Traduzioni frettolose e semplificate rischiano non soltanto di danneggiare l’industria delle traduzioni o dei manga, ma anche gli interessi dell’intero paese. […] Temiamo che l’utilizzo dell’AI per incrementare a dismisura l’esportazione dei manga possa danneggiare il soft power del Giappone
Fra le case editrici a favore dell’utilizzo dell’AI per la traduzione rapida delle opere troviamo la Shūeisha, conosciuta in tutto il mondo per la pubblicazione di Dragon Ball, Naruto e One Piece. Seguita dalla recente Kadokawa Dwango, conosciuta per la serializzazione di Made in Abyss e la popolare Square Enix, conosciuta in occidente forse più per il suo lavoro nel mondo videoludico, ma è grazie a questa casa editrice che abbiamo opere come Fullmetal Alchemist.
Il mondo dell’editoria giapponese che riguarda la distribuzione dei manga è fra le più importanti per l’economia del paese del Sol Levante, nonostante le maggiori case di distribuzione vedano l’opportunità di velocizzare le distribuzione, evitando i leak, ed incrementare il proprio guadagno, anche il governo entra nel dibattito per assicurarsi che la qualità delle opere non scenda, in quanto sono il primo mezzo di esportazione della propria cultura nei paesi occidentali, nonché un elemento di prestigio culturale che non può assolutamente perdere qualità in favore della quantità.