Vi ricordate il caso di Alec Baldwin? L’attore che, durante le riprese del film Rust, ha puntato e premuto il grilletto accidentalmente di una pistola contro la direttrice della fotografia Halyna Hutchins e uccidendola, nonché ferendo perfino il regista Joel Souza. Se volete rifrescarvi la memoria, abbiamo scritto un articolo che spiega quando e perché Baldwin è stato accusato di omicidio colposo involontario dalla procura del New Mexico. Ma non è tutto: perché l’ultimo aggiornamento risale ad un mese fa quando Hannah Gutierrez-Reed, responsabile delle armi sul set di Rust, è stata giudicata colpevole per omicidio colposo sul set di Rust. Ebbene il caso è tutt’ora aperto e, recentemente, è avvenuto un fatto che potrebbe cambiare le carte in tavola.
Infatti, alcuni giorni fa, un giudice del New Mexico si è schierato a favore di Alec Baldwin, proponendo una serie di domande scettiche rivolte al pubblico ministero. Il giudice in questione, Marlowe Sommer, ha chiesto loro come mai non avessero fatto il possibile per contattare i testimoni dell’attore accusato. La Sommer si è volta a parlare con Kari Morrissey, che rappresenta il pubblico ministero, dichiarando, inoltre, che lei avrebbe interrotto un testimone di Baldwin mentre stava spiegando le norme delle armi sui set cinematografici. Che ci sia qualche complotto dietro?
Gli avvocati difensori di Baldwin hanno chiesto al giudice Mary Marlowe Sommer di poter archiviare il caso. L’argomentazione della difesa è che i pubblici ministeri non sono stati in grado di fornire al gran giurì i testimoni a favore della difesa. In sostanza, secondo la difesa di Baldwin, l’accusa non ha fornito tutte le informazioni necessarie per procedere con il caso. Non solo, uno degli avvocati difensori, Alex Spiro, ha affermato che il pubblico ministero non ha seguito del tutto correttamente la legge.
Il caso, fin dal principio, è stato molto contorto e confusionario. Già in precedenza, nel gennaio 2023, dopo l’accusa di omicidio involontario di Baldwin da parte della procura del New Mexico, la difesa aveva chiesto al giudice di archiviare il caso in quanto c’era da dubitare sul corretto funzionamento della pistola dell’attore. Oltre a chiudere temporaneamente il caso, l’accusa aveva deciso di ridurre l’aumento di pena a cinque anni.
All’attore imputato era stato chiesto anche di patteggiare lo scorso autunno, in modo così da poter accettare un’accusa di reato minore senza il carcere. Questa proposta, però, è stata ritirata quando il giudice Marlowe ha scoperto che Baldwin stava partecipando alla realizzazione di un documentario sul caso. Il giudice ha dichiarato che l’attore aveva incaricato di produrre il documentario e che stava facendo pressione sui testimoni per farli collaborare e contribuire al docu-film. Questo comportamento è stato considerato inappropriato e ha portato alla revoca dell’offerta. Anche il regista Rory Kennedy, era intervenuto dicendo che Baldwin non aveva commissionato il documentario e che non ne aveva nessun controllo.
Ma non è tutto: la difesa di Baldwin aveva già presentato altre due proposte di archiviazione del caso. La prima sosteneva che la pistola era stata distrutta durante i controlli dell’FBI andando così ad alterare la pura funzionalità o meno dell’arma. La seconda motivazione alimentava dei dubbi sui criteri legali delle accuse. Tutte e due le mozioni non sono state approvate.
Insomma, tutt’ora il caso è ancora aperto e vedrà l’attore hollywoodiano Alec Baldwin impegnato in un processo che si terrà a Luglio. L’attore, al momento, si sta concedendo a pochissime dichiarazioni e sta cercando di restare alla larga dall’attenzione mediatica.