Il mondo sta cambiando. Così come nella Scozia del Basso Medioevo, lo fa ai giorni nostri. Le certezze di una volta ora sono diventate novità, le sicurezze si sono fatte più fragili. Un tempo un film come quello che apprestiamo ad analizzare nella nostra recensione di Macbeth poteva trasformarsi in un evento cinematografico. Un regista di culto come Joel Coen, due attori protagonisti plurivincitori di Oscar come Denzel Washington e Frances McDormand e un classico di William Shakespeare a donare quella sicurezza e, allo stesso tempo, quella curiosità nel vedere come questi talentuosi artisti hanno deciso di adattare la tragedia teatrale.
Di talento ce n’è, e anche tanto. Sin dalle prime inquadrature si nota subito come questo nuovo adattamento cinematografico del Macbeth sprigioni maestria, attraverso le immagini, la regia, le idee visive, l’essenziale scenografia e, ça va sans dire, la recitazione degli attori. Ma – dicevamo – il mondo sta cambiando, e così quello che sembra un film adatto al grande schermo e al buio della sala si presenta attraverso lo schermo televisivo. Film originale targato Apple Tv+, Macbeth è una gioia per gli occhi e, attraverso il suo stile ricercato, sembra riflettere proprio il cambiamento di questo tipo di cinema. Lontano ormai dalle sale cinematografiche, da osservare come i classici del passato.
Macbeth (2021)
Genere: Drammatico
Durata: 105 minuti
Uscita: 14 gennaio 2022 (Apple Tv+)
Cast: Denzel Washington, Frances McDormand, Corey Hawkins
Qualcosa di oscuro sta per accadere
La trama del Macbeth è ben conosciuta: in un’oscura Scozia segnata dalla guerra, tre streghe annunciano attraverso una profezia a Macbeth, signore di Glamis, che presto diventerà re. Grazie alle sue imprese belliche, il protagonista viene premiato dal Re Duncan che lo nobilita a signore di Cawdor, compiendo la prima parte della profezia. Desideroso sempre di più di potere, il nostro in compagnia della sua Lady assassinerà lo stesso re e ne usurperà il trono. La profezia sembra essersi avverata, ma l’oscurità nel regno di Macbeth avanzerà. Il potere disintegrerà la sua psiche, insieme a quella di Lady Macbeth, mentre forze armate guidate da Macduff, nobile scozzese, si preparano a invadere il Paese e mettere fine alla tirannia.
Si tratta di una delle tragedie più oscure di William Shakespeare, portata sullo schermo più volte nel corso degli anni. Il fascino della storia risiede nei personaggi principali, così assettati di potere, ma allo stesso tempo parecchio fragili. Tra comparse spettrali, streghe e profezie, la Scozia in cui è ambientata la tragedia è un mondo cupo e decadente. Si respira un clima di tensione e di caducità, in un’atmosfera apocalittica che ingloba personaggi e ambienti.
La scenografia della fine
Colpisce subito, a colpo d’occhio, la scelta espressionista di Joel Coen nell’adattare la tragedia shakespeariana. Prendendo la lezione del cinema noir classico americano e guardando con riguardo lo stile del Macbeth di Orson Welles, questo film accantona il realismo per lasciar spazio all’artificiosità composta da una scenografia essenziale, quasi teatrale nel suo essere spoglia, e da un gioco di luci e ombre in scala di grigio. Girato in 4:3, nel vecchio formato Academy, e fotografato con un bianco e nero costantemente macchiato dalla nebbia e dai grigi, il Macbeth di Coen riflette sulla propria dimensione cinematografica. Una finzione che non può fare a meno di esplicitarsi nella messa in scena e che consegna il film a un tempo ormai passato.
Così come la lingua utilizzata, che ripropone – salvo brevi tagli – il testo di William Shakespeare, musicale nel suo pronunciarsi e tuttavia abbastanza ostico per essere distante dall’inglese contemporaneo. Attraverso soliloqui e dialoghi presenti così come nel testo originale, Macbeth si pone come un film di stampo teatrale, se non fosse per le immagini capaci di aggiungere l’aspetto cinematografico. Il risultato è un corto circuito che potrebbe scontentare un pubblico contemporaneo, legando il film a un cinema fuori tempo massimo, appartenente a una dimensione mortifera. Come il protagonista della storia, Macbeth (film) è una tragedia che avviene nel momento in cui si svolge: l’essenza del cinema stesso, mentre si autodistrugge.
Un cast straordinario dedicato alla magia
Non solo goduria per gli occhi. Questo Macbeth vanta una coppia di protagonisti assolutamente eccezionale: Denzel Washington e Frances McDormand nel ruolo, rispettivamente, di Macbeth e Lady Macbeth. Attori che possono ormai essere etichettati come “vecchie glorie”, con decenni di carriera di successo sulle spalle, Washington e McDormand danno vita a una prova maiuscola, vestendo i panni di due personaggi che il pubblico ben conosce. Non si tratta, ad ogni modo, di una recitazione enfatica o rivoluzionaria: il rispetto per l’opera originale è predominante e il talento della coppia sta nel dimostrare, una volta di troppo, di essere dei fuoriclasse. Anche in questo caso, il film si carica di una dimensione tragica ulteriore, di un senso di tristezza e quasi nostalgia verso un cinema che appare sempre più distante.
Rimane, però, la magia della settima arte. Abbandonarsi alla Scozia rappresentata, così essenziale e geometrica, pone il film in un’atemporalità intrisa di qualcosa di straordinario. E se le emozioni, alla lunga, sembrano inaridirsi sempre di più a causa della scelta stilistica e narrativa del film, permane la sensazione di star assistendo a un ennesimo discorso post-moderno che il regista compie nei riguardi del cinema sin dai suoi esordi. Perfettamente inserito nella poetica di Joel Coen, anche questo Macbeth dimostra l’urgenza della dimensione cinematografica, l’inspiegabile di ciò che avviene nello schermo (e perché avviene), ripristinando quel senso di meraviglia che è possibile solo attraverso la macchina da presa. L’ultima inquadratura, con i corvi che simboleggiano le streghe, persi e confusi nel volo, che passano attraverso la luce del sole, trasformandola nella luce del proiettore (lo stesso che fa iniziare il film) dona il senso ultimo di un’opera elitaria, ma bellissima.
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Conclusioni
Fedele al testo di Shakespeare, il Macbeth di Joel Coen è una gioia per gli occhi nella sua messa in scena essenziale ed espressionista. Denzel Washington e Frances McDormand dimostrano ancora una volta il loro innato talento in un film teatrale, in bianco e nero e in 4:3 che sembra riflettere sui cambiamenti del cinema, sulla morte di una "vecchia gloria" e sulla presenza immortale della magia dell'arte.
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Voto ScreenWorld