Tre giorni e una vita finisce con Antoine che dopo vent’anni torna nel paesino in cui viveva da piccolo ed è costretto a sposare Emilie perché l’ha messa incinta e lei minaccia di chiedergli il test del DNA. Lui spaventato all’idea che il suo campione del sangue venga associato alla morte del fratello di lei, che ha effettivamente assassinato da piccoli, apre una clinica in paese e non può partire per realizzare il suo sogno.
La trama del film ruota attorno al personaggio di Antoine (Jeremy Senez), un ragazzino di dodici anni che è innamorato di Emilie (Pauline Sakellaridis), la figlia dei suoi vicini, ed è amico del fratello minore di lei, Remi (Leo Levy). Dopo averla vista baciare un altro ragazzo, si allontana arrabbiato nella foresta e, seguito dal bambino, in uno scatto d’ira lo uccide con un colpo di bastone. Occultato il cadavere, torna a casa e tutti in paese iniziano a preoccuparsi della sparizione di Remi, credendo sia stato rapito. In seguito a tantissime ricerche, e il timore di Antoine di essere scoperto, tenterà di suicidarsi, ma verrà salvato dalla madre. Per sua fortuna un’inondazione rende impossibili le ricerche e il corpo del bambino non verrà mai ritrovato.
Fino ai vent’anni successivi, quando Antoine (Pablo Pauly) ormai adulto torna a casa laureato in medicina e con l’intenzione di andare a praticare la professione in oriente. A questo punto il film finisce con il ritrovamento, per caso, del corpo di Remi insieme a un capello che non gli appartiene e che è impossibile riuscire a capire di chi sia. Nel momento in cui il protagonista mette incinta l’ormai grande Emilie (Margot Bancilhon), lei lo minaccia di richiedere il test del DNA per provare la paternità se non lo sposa e, così facendo, ci sarebbe il rischio che il suo sangue possa essere ricondotto anche al capello sul cadavere. Per questo motivo deciderà di abbandonare i suoi sogni, aprire una clinica in paese e sposare la ragazza.
Tre giorni e una vita è un film del 2019 diretto da Nicolas Boukhrief ed è un adattamento dell’omonimo romanzo di Pierre Lamaitre. La pellicola è stato presentato in Italia al Festival del Cinema di Roma e le riprese si sono svolte nelle cittadine di Olloy-sur-Viroin e Nismes.