Tutta la luce che non vediamo è stata girata quasi interamente a Budapest, ma le location si sono spostate anche in Germania, in Ungheria e a Saint Malo in Francia. L’intento principale della serie era quello di ricreare zone devastate dopo l’invasione dei nazisti nelle campagne francesi e ci sono riusciti alla perfezione.
Alcune riprese iniziali, in particolare quelle che vedono protagonista il giovane soldato tedesco che viene arruolato fra i ranghi nazisti a causa delle sue conoscenze tecnologiche, si sono svolte in varie zone della Germania, in particolare a Berlino sia per le ricostruzioni storiche che per i panorami. Ci si è spostati poi a Soponya, in Ungheria, per determinate sequenze in cui erano necessarie le architetture tipiche di quella zona.
In ogni caso la maggior parte delle scene della miniserie si sono svolte innanzitutto a Saint Malo, in Francia, che è stata l’area in cui accaddero effettivamente gli eventi, ma in realtà ci si è spostati molto a Villefranche-de-Rouergue. Questa scelta è data dal fatto che la provincia di Ayeron, nella Francia meridionale dove si sono svolte queste riprese, avevano strade e palazzine che richiamavano perfettamente lo stile degli anni ’40 ed erano ottime per ambientare la storia, in particolare la piazza del paese. Infine l’ultima location effettiva è stata Budapest in cui è stata modificata la storia dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina.
Tutta la luce che non vediamo è una miniserie Netflix tratta direttamente dal libro di Anthony Doerr che ha vinto nel 2015 il premio Pulitzer per la narrativa ed è diventato in breve tempo uno dei più grandi successi degli ultimi anni. I due sceneggiatori della serie, Shawn Levy e Steven Knight, si erano appassionati subito alla trama, ma non volevano adattarla per evitare di snaturarla. Sono stati convinti solo con la promessa di renderle giustizia con una storia divisa in 4 parti.