Anatomia di una caduta non è basato su una storia vera ma non si esclude la possibilità che siano stati usati documentari su casi giudiziari simili, sebbene non ci sia stata alcuna dichiarazione della regista Justine Triet a riguardo. Anzi lei ha affermato che il suo intento era principalmente quello di focalizzarsi sulle conseguenze dei rapporti di una coppia in crisi.
La regista Justine Triet non ha rilasciato alcuna conferma se si sia ispirata a fatti di cronaca o a storie vere su cui ha basato la realizzazione del film, ma che ha scritto la sceneggiatura con Arthur Harari, con cui aveva già collaborato nel 2019 per il film Sibyl – Labirinti di donna. La volontà della cineasta al momento di scrivere la storia era di indagare il più in profondità possibile le dinamiche di una coppia disfunzionale, all’interno di una relazione tossica e complicata, fatta di alti e bassi e in cui non si saprà mai chi è il vero colpevole tra i due. Perciò, fino a una futura smentita, Anatomia di una caduta non è tratto da alcuna storia vera, ma solo da un’ottima idea della sua talentuosa regista.
La trama del film ruota attorno a Sandra, accusata dell’omicidio del marito trovato morto in seguito a una caduta. Il lungo processo che la vedrà principale sospettata andrà a esplorare le dinamiche tra le opinioni personali, e per questo fallaci, dei tanti testimoni. Unica voce della verità è il figlio Daniel, comunque ipovedente, che avrà sempre il dubbio su cosa sia davvero successo.
Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2023 e ha riscosso un ottimo successo, vincendo la Palma d’Oro. Una particolarità del film risiede nella volontà della regista di non far leggere interamente la sceneggiatura al giovane attore Milo Machado Graner, che nel film interpreta il figlio Daniel. Questo perché volevano metterlo nello stesso stato di incertezza che ha il suo personaggio, per ottenere una reazione più sincera sul set. Inoltre non volevano nemmeno che potesse avere il copione per non fargli imparare a memoria le sue battute, con il rischio di apparire freddo in fase di recitazione.