In A un metro da te la malattia dei protagonisti è la fibrosi cistica, una grave malattia che coinvolge stomaco e polmoni ed è genetica. All’interno del film vengono spiegati sintomi, cause e possibili cure. Infatti, la storia si propone di mostrare a quanti più spettatori possibili le dinamiche vissute dai pazienti affetti da questo male, maa anche di sensibilizzare nella conoscenza su di essa. Ecco cos’è la fibrosi cistica.
La fibrosi cistica è una malattia ereditaria causata da un’alterazione genetica e in questo specifico ambito è la più comune nelle popolazioni occidentali. Vengono coinvolti gli organi interni, in particolare stomaco e polmoni. La causa principale è la produzione di un denso muco che il corpo non riesce ad espellere provocando varie infezioni, tosse, diarrea o magrezza. Altri sintomi molto gravi possono essere la cirrosi epatica che affligge il fegato, infertilità maschile e insufficienza del pancreas. Il problema principale nel rintracciare in tempo la corretta diagnosi della fibrosi risiede nel fatto che le sintomatologie sono similari a molte altre malattie e per questo motivo spesso non viene diagnosticata subito.
Purtroppo, essendo genetica, non esistono delle vere e proprie cure, ma solo terapie che tentano di fermare l’avanzare della malattia. I pazienti vengono comunque seguiti da specialisti del settore e sostenuti continuamente. In ogni caso le principali modalità con le quali si cerca di fare qualcosa sono la rimozione del muco che risiede nei polmoni, specifiche diete, farmaci atti alla cura di infezioni e di problematiche respiratorie, come gli antibiotici, e il trapianto polmonare.
Il film ha fatto tanto per la sensibilizzazione del pubblico su questo tipo di malattia e la Fondazione per la ricerca della fibrosi cistica si è detta positiva ed entusiasta per l’uscita della pellicola, così da rendere tutti più consapevoli. Il titolo fa riferimento al fatto che i pazienti devono seguire la regola di restare gli uni con gli altri alla distanza di quasi due metri per evitare possibili infezioni incrociate. Purtroppo, per quanto il film abbia i migliori intenti, non sono mancate alcune lamentele da parte di molti medici, che si sono scagliati contro la superficialità con cui sono state rappresentate alcune dinamiche. Ad esempio proprio la regola sopracitata va seguita in spazi aperti poiché negli ambienti ospedalieri non c’è il corretto ricircolo d’aria e si deve tenere una distanza decisamente maggiore. I protagonisti della pellicola, invece, si ritrovano spesso nella stessa stanza.